Il metodoDopo aver iniziato a pubblicare
il mio lavoro sulle mappe di Taki sento la necessità di chiarire il metodo di puntamento che ho messo a punto nei mesi scorsi. In sé non ha niente di trascendentale, ed anzi immagino che sia lo stesso metodo utilizzato da molti dei partecipanti a questo forum, tuttavia penso che mi convenga spiegarlo una volta per tutte nel dettaglio così da avere un post cui fare riferimento nei mesi successivi.
Quando, meno di un paio d'anni fa, acquistai il dob da 12" me lo vidi arrivare con uno striminzito puntatore Red-dot, che proiettava un semplicissimo punto rosso sulla volta celeste. Rimasi colpito dalla rudimentalità di tale sistema, domandandomi quanto potesse risultare efficiente per il puntamento di un telescopio così grosso, anche in considerazione degli elevati ingrandimenti ottenibili. Siccome tendo ad essere curioso l'ho messo alla prova, scoprendo di riuscire agevolmente a puntare quasi tutto.
Di fatto il cercatore ottico 6x30, residuo di un precedente strumento, pur se perfettamente compatibile con la staffa di attacco del Red-dot non è mai stato utilizzato. Più di recente ho sostituito il red dot (o per meglio dire "affiancato", dato che ho mantenuto la possibilità di tornare ad usarlo in caso di osservazioni di gruppo) con un laserino verde, guadagnando in comodità di puntamento ma mantenendo lo stesso metodo.
In pratica la posizione degli oggetti non stellari si ricava per triangolazione rispetto alle stelle di campo, ovvero disegnando dei "triangoli immaginari" sulla volta celeste e facendo coincidere il punto rosso (o il laser) con uno dei vertici, in una maniera non diversa da quella che utilizziamo per riconoscere i disegni delle costellazioni e passare dall'una all'altra. Così se possiamo "prolungare per cinque volte" la distanza tra le ultime due stelle del Grande Carro per trovare la polare possiamo fare lo stesso per gli invisibili oggetti del deep-sky.
(un esempio delle posizioni dei principali oggetti Messier tra l'Orsa Maggiore ed i Cani da Caccia con le relative "triangolazioni")

Quanto può essere preciso piazzare ad occhio un "punto" nel cielo? Abbastanza da trovare gli oggetti direttamente nel campo dell'oculare? Avendo a disposizione un 32mm con 68° di campo apparente, corrispondenti ad 1,5° di campo reale, la precisione raggiunta è decisamente sufficiente. In particolare se si ha a disposizione un cielo sufficientemente scuro da rendere facile l'individuazione di tali oggetti.
Far praticaPer chi avesse ancora dubbi in merito consiglio di fare un po' di pratica con l'opzione "oculari" di Stellarium. Occorre andare ad abilitare il modulo nel pannello di configurazione, quindi vanno inseriti il telescopio (diametro e focale) e gli oculari (focale e campo apparente), e dopo il riavvio del programma si potrà passare comodamente dalla visione dell'intero cielo a quella "all'oculare" pigiando in contemporanea i tasti Ctrl+O.
Una volta che modulo "oculari" sarà abilitato passeremo alla schermata tradizionale (per comodità potremo anche "bloccare" lo scorrere del tempo, sceglieremo un livello di zoom che ci mostri un numero di stelle simile a quelle visibili ad occhio nudo, prenderemo le mappe "cartacee" preparate per l'osservazione e cominceremo a "cliccare" sulla posizione presunta degli oggetti sullo schermo come se stessimo usando un puntatore Red-dot sul cielo notturno. Dopo il click il cursore di Stellarium assume la forma di un circoletto con quattro "punte" in lenta rotazione, o di un quadrato se è stato agganciato un oggetto deep sky.
(cursore di Stellarium posizionato in prossimità della galassia M106)

A questo punto passando con Ctrl+O alla "visione oculare" otterremo una buona approssimazione di quello che accade mettendo l'occhio al telescopio dopo il puntamento con un red-dot o con un laser. Se l'oggetto non è nel campo possiamo "muovere" il nostro "telescopio virtuale" cliccando nuovamente sulle stelle al bordo del campo e centrandole con la barra spaziatrice.
(schermata di Stellarium nella modalità "Oculare", la galassia cercata è nel campo)

Un piccolo limite di questa simulazione consiste nel fatto che Stellarium già del suo tende ad "agganciare" l'oggetto più vicino in mancanza di stelle visibili, per cui converrà esercitarsi su oggetti deep più deboli del solito, evitando i Messier più famosi (anche se per questi ultimi la visione virtuale all'oculare è sicuramente più appagante, dato che ne sono state incorporate le immagini).
Per concludere: quando accade che questa modalità di puntamento non sia efficace? In genere non lo è per oggetti puntiformi o di non immediata individuazione. Se avete in mente di cercare stelle doppie vi converrà procurarvi anche un puntatore ottico. Un altro caso critico è l'osservazione da cieli cittadini in cui siano visibili solo poche stelle di campo.
In quest'eventualità, tuttavia, la fantasia di osservare il cielo profondo non mi viene neppure...
