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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: La pupilla d'uscita...
MessaggioInviato: giovedì 29 aprile 2010, 8:46 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 16:41
Messaggi: 23670
...questa sconosciuta :D

Riflettevo ieri sulla pupilla di uscita e su come darne una interpretazione semplice avendo sempre dato per scontato tale "grandezza" e non avendole mai dedicato le attenzioni che merita :D.

Mi spiego con qualche esempio.
Sappiamo che il valore della pupilla di uscita dipende, fissato il telescopio, dagli ingrandimenti a cui osserviamo e che se aumentiamo gli ingrandimenti la pupilla di uscita tende a diminuire.

Sappiamo anche che il nostro occhio ha una sua pupilla di ingresso che, per semplicità, possiamo considerare costatnte e pari, per esempio a 5mm (metto un numero tanto per non lasciare il dato generico ma per quello che voglio dire non serve a nulla :D ).

Consideriamo ora uno strumento che abbia una apertura di 200mm e una focale di 1000mm e utilizziamo un oculare da 25mm can afov di 50°.
Con semplicissimi calcoli troviamo che osserveremo a 40X, con pupilla di uscita di 5mm e campo reale di 1.25gradi.
Prendiamo ora uno strumento con apertura di mezzo metro e focale di 2500mm (un bel dob f/5 :D), osserviamo con un oculare da 62.5mm e i soliti 50° di afov (non ci interessa se esista tale oculare o se costi un milione di euro ;) ).
Otterremo i soliti 40X e il 1.25gradi di campo reale ma una pupilla di uscita pari a 12.5mm!

A questo punto l'immagine che arriva al nostro occhio è la stessa (stesso campo inquadrato e steoo ingrandimento) ma una arriva con una PU di 5mm (pari a quella del nostro occhio) e l'altra con PU=12.5mm (molto maggiore di quella del nostro occhio).

Possiamo concludere, in primissima approssimazione, che la luce che arriva al nostro occhio (a quegli ingrandimenti) è invariata passando da 200mm a 500mm di apertura in quanto è il nostro occhio a fare da collo di bottiglia?
E possiamo concludere che per cominciare a vedere una differenza di luminosità dobbiamo andare ad ingrandimenti al di sopra di quelli che danno esattamente PU pari a quella del nostro occhio nelle diverse condizioni?

Si puo' racchiudere in queste poche e semplici considerazioni il concetto di "apertura effettiva"?

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 Oggetto del messaggio: Re: La pupilla d'uscita...
MessaggioInviato: giovedì 29 aprile 2010, 9:20 
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Iscritto il: mercoledì 3 maggio 2006, 9:07
Messaggi: 5198
Località: Savignano sul Rubicone (FC)
Tipo di Astrofilo: Visualista
Io direi di sì, se si ragiona in termini teorici a prescindere da altri fattori come ad esempio lo schema ottico.

Se nel ragionamento che hai fatto ci infili dentro anche lo schema ottico allora cambia tutto, complicandosi.
Ad esempio, se il tuo strumento da mezzo metro di diametro fosse un riflettore (ostruito), mentre l'altro 200/1000 fosse un rifrattore (poco probabile, ma giusto per fare un esempio), allora mentre la pupilla d'uscita del rifrattore è tutta "luminosa", quella del riflettore oltre ad essere troppo larga (12.5mm!) contiene anche l'ombra del secondario e, guarda caso, la contiene proprio al centro, nella porzione che va all'interno dell'occhio.
Quindi addirittura, a livello di luminosità, in teoria il riflettore da 50cm di diametro fornirebbe un'immagine meno luminosa rispetto al rifrattore da 20cm.... :shock: !

Fabio

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 Oggetto del messaggio: Re: La pupilla d'uscita...
MessaggioInviato: giovedì 29 aprile 2010, 9:34 
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Iscritto il: mercoledì 17 ottobre 2007, 11:38
Messaggi: 11259
Si si tuvok il 500 avrebbe una perdita enorme di luce visto l'enorme PU rispetto ald iametro supposto di 5mm.
Quindi, per rispettare la differenza di diametroe quindi raccolta di luce, tra i due diametri deve esserci per forza la stessa PU se non si innescano differenze NON dovute al diametro effettivo dello strumento.
Naturalmente a parità di PU il tele più grande ha più problemi (immagina il seeing come può influire). Ma questo è un'altro discorso. :wink:

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 Oggetto del messaggio: Re: La pupilla d'uscita...
MessaggioInviato: giovedì 29 aprile 2010, 9:41 
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Iscritto il: sabato 11 febbraio 2006, 12:43
Messaggi: 16154
Località: Milano
Tipo di Astrofilo: Visualista
Anche secondo me il concetto di "apertura effettiva" si puo riassumere con la P.U. in fondo è l'occhio che "riceve" la luce, lo strumento la indirizza soltanto. :)
Se ci si fa caso, la "diaframmatura" operata dalla nostra pupilla è cosa comune nell'uso dei binocoli, rispetto all'uso con i telescopi (dove ci scegliamo gli oculari), infatti un binocolo molto luminoso come il classico 10x50, viene utilizzato spesso in pieno giorno con la nostra pupilla a circa 3 mm di diametro.

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 Oggetto del messaggio: Re: La pupilla d'uscita...
MessaggioInviato: giovedì 29 aprile 2010, 9:57 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 15:35
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Concordo in linea di massima con l'analisi di Antonio.
Gli strumenti pù grandi cominciano a rendere, come ben sappiamo, ad ingrandimenti più elevati dove la loro luminosità e potere risolvente fanno la differenza
A bassi ingrandimenti ovviamente le differenze tendono a ridursi fino ad annullarsi.
Ma ciò vale anche per il seeing
Uno strumento a bassi ingrandimenti di ampia apertura confrontato con uno di minore apertura ma con gli stessi ingrandimenti e operanti ambedue con pupille di uscita superiori all'occhio, non presentano differenze di seeing percepito.
Basta fare la prova con un binocolo 12*50 e con uno 12*80 per non vedere assolutamente differenze

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 Oggetto del messaggio: Re: La pupilla d'uscita...
MessaggioInviato: giovedì 29 aprile 2010, 10:15 
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Messaggi: 1089
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Io ho risolto i miei problemi. Uso le gocce da oculista e fino a 15mm di pupilla ci arrivo. :shock:

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 Oggetto del messaggio: Re: La pupilla d'uscita...
MessaggioInviato: giovedì 29 aprile 2010, 10:21 
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Iscritto il: sabato 11 febbraio 2006, 12:43
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Sei sicuro di ciò che affermi? :roll:

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 Oggetto del messaggio: Re: La pupilla d'uscita...
MessaggioInviato: giovedì 29 aprile 2010, 10:29 
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Tipo di Astrofilo: Visualista
escocat ha scritto:
Io ho risolto i miei problemi. Uso le gocce da oculista e fino a 15mm di pupilla ci arrivo. :shock:

praticamente se uno ti guarda negli occhi ti vede il cervello... :lol: :lol: :lol:

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 Oggetto del messaggio: Re: La pupilla d'uscita...
MessaggioInviato: giovedì 29 aprile 2010, 10:33 
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Tipo di Astrofilo: Visualista
ras-algehu ha scritto:
Quindi, per rispettare la differenza di diametroe quindi raccolta di luce, tra i due diametri deve esserci per forza la stessa PU


Infatti.
Per sfruttare adeguatamente telescopi dal diametro generoso non ha senso lavorare a bassi ingrandimenti. Per questo conviene spingere con gli ingrandimenti sui dobson grandi.
E non ha nemmeno senso fare confronti sulla qualità di visione a parità di ingrandimento tra ciò che si ottiene in un telescopio piccolo e uno più grande.
Il confronto diventa sensato quando lo si fa a parità di pupilla di uscita.

Fabio

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 Oggetto del messaggio: Re: La pupilla d'uscita...
MessaggioInviato: giovedì 29 aprile 2010, 10:36 
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sbab ha scritto:
ras-algehu ha scritto:
Quindi, per rispettare la differenza di diametroe quindi raccolta di luce, tra i due diametri deve esserci per forza la stessa PU


Infatti.
Per sfruttare adeguatamente telescopi dal diametro generoso non ha senso lavorare a bassi ingrandimenti. Per questo conviene spingere con gli ingrandimenti sui dobson grandi.
E non ha nemmeno senso fare confronti sulla qualità di visione a parità di ingrandimento tra ciò che si ottiene in un telescopio piccolo e uno più grande.
Il confronto diventa sensato quando lo si fa a parità di pupilla di uscita.

Fabio


Inaftti su quello escono spesso i limiti del tele troppo grande. SE per una PU di 5 a un 200mm gli bastano 40x (e quindi il seeing non influenzera la resa a meno che non ci si ritrovi sto un cieloveramente pessimo sotto quel punto di vista) un 600 ne avrebbe bisogno già di 120x che rende più "difficile" avere stelle ferme (soprattutto con uno specchio cosi "grosso"). per oggetti diffusi il discorso in parte cambierebbe.
Comunque è vero che i veri confronti si dovrebbero fare a parità di PU.

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