stevedet ha scritto:
Per quanto riguarda la procedura che ti ha consigliato il tuo amico, essa è valida per gli accumulatori nichel-cadmio, che soffrono dell'effetto memoria e che sono progettati per lavorare a cicli di carica e scarica.
Le normali batterie piombo/acido, non soffrono dell'effetto memoria, ma non nascono neppure per lavorare a cicli di carica e scarica troppo intensi.
Esatto, anche a me risulta cosi'.
stevedet ha scritto:
Per quanto riguarda la ricarica, un semplice ed economico caricabatteria a trasformatore e ponte raddrizzatore, con protezione da cortocircuiti, come quelli che si trovano nei centri commerciali, va benissimo, per le piombo/acido, senza bisogno di spendere soldi per apparecchi più costosi.
La corrente circolante sarà quella che la batteria richiede ed essa diminuisce quanto più la batteria si avvicina alla sua massima carica.
Mi e' anche stato suggerito di caricare la batteria monitorando frequentemente l'amperaggio, in modo tale da costruire una curva di carica.
Comunque per chi volesse "(quasi) tutto quello che vorrebbe sapere sulle batterie, ma non ha mai osato chiedere"

, segnalo questo sito molto interessante:
http://www.batteryfaq.org/dove sono spiegate molte cose in dettaglio. Io personalmente l'ho trovato assai illuminante.
stevedet ha scritto:
Per ridurre lo stress causato dal vostro utilizzo, è sicuramente utile surdimensionare le dimensioni della batteria a quelle delle vostre esigenze, in modo da lasciare sempre un buon margine alla batteria stessa, evitando di buttarla troppo a terra...
Per un'intera notte osservativa con il PC attaccato, temo che anche una batteria da 90 Ah possa andare incontro ad una scarica abbastanza profonda, specie d'inverno...
