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 Oggetto del messaggio: Giove con un Rifrattore da 155 mm
MessaggioInviato: mercoledì 28 maggio 2008, 8:27 
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Iscritto il: martedì 19 giugno 2007, 9:03
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Buongiorno a tutti/e !

Qualche giorno fa, nelle pagine di un topic ormai chiuso e bloccato, sono stati postati dei link che rimandavano, tra l'altro, ad alcuni filmati su YouTube relativi a riprese planetarie effettuate con strumenti di vario tipo e diametro.

Tali filmati, che purtroppo correvano il rischio di risultare fuorvianti per i meno esperti, hanno però avuto l'enorme merito di mostrare quanto sia carente (almeno su YouTube; almeno in video) il materiale reperibile su 'cosa' e 'come' si osservi attraverso un rifrattore degno.

Sì perché, come mi preme di far comprendere ai neofiti, tutte le 'belle' foto piene di artefatti e con i contrasti ed i colori spinti all'inverosimile che abbiamo sotto al naso, tendono a stare a quanto si vede all'oculare quanto gli indiani dei film di John Wayne stanno agli effettivi Nativi d'America.

Come m'è già capitato di dire, nelle quattro mura di uno studio di registrazione e con un eccellente tecnico del suono, a qualunque persona non abbia la raucedine cronica può essere cucita addosso una voce da tenore. Ma quando si sta sul palco, in presa diretta — o, meglio ancora, dal vivo senza microfono ed impianto voci equalizzato — lì non si scappa. Pavarotti è Pavarotti, Placido Domingo è Placido Domingo, Carreras è Carreras; e io posso pure essere bravino a cantare i Pink Floyd, ma accanto ai tre tenori summenzionati, se osassi mettermici, farei solo la figura di un emerito deficiente.

Questo, di nuovo, come complemento di informazione per i neofiti che, senza aver mai avuto la possibilità di provare tipi di strumenti diversi, vengono indotti a credere chissà che e chissà cosa semplicemente perché, per ragioni che sfuggono ad uno spirito sereno, non gli si vogliono mostrare differenze e peculiarità di ogni strumento, in modo da fornire materiale adeguato per operare selezioni accorte e scelte assennate.

Bene. Nel tentativo di fare ciò, di nuovo, serve o la possibilità di utilizzare effettivamente gli strumenti (in condizioni controllate, se ci si riesce) — che sarebbe la cosa migliore — oppure qualcosa che dia un'idea quanto possibile fedele di ciò che si vede sul piano focale. Ciò che si vede, insomma.

A tale proposito vorrei anche non sfuggisse che, disquisire sulle possibilità di strumenti sulla base non già di files RAW ma di immagini trattate, p.e., 'stakkando' 600 fotogrammi su 10.000 (come si vede spesso) si traduce, in termini osservativi in uno strumento che, a 25 fot/sec, sui 7 minuti (!) selezionati (!) di osservazione (!) su un'intera serata (!!!), ha fornito immagini utilizzabili solo 24 secondi (sparsi qua e la, ovviamente!) e che, la performance reale all'oculare è stata quindi di ca.1 secondo di nitidezza ogni 17...!! E selezionati...!!!

Vorrei davvero ci s'immaginasse all'oculare di un tale strumento e si provasse la gioia profonda di osservare 3-4 secondi al minuto. C'è chi lo fa, ovviamente. O meglio, più argutamente lo fa fare al CCD, ché l'esperienza diretta per l'occhio ed il cervello davvero non è delle più gratificanti.

In più, quando tali (continuo nell'esempio) 600 fotogrammi sono stati fusi in un'immagine, ecco che comincia il bello. A questo punto la libera interpretazione sull'applicazione successiva di software su software continua a gusto personale. Si badi, non ho la minima intenzione di scagliarmi contro ciò. Se sia pratica legittima o meno è cosa che qui non si affronta.

Parlo solo ed unicamente di fornire informazioni corrette a chi sinceramente desidera valutare differenze e peculiarità di ogni strumento.

A questo riguardo — e solo di questo, di nuovo, intendo qui parlare — non trovo proprio correttissimo segnalare immagini a senso unico (quindi 'iperelaborate' e 'cosmetizzate') da una parte, mentre dall'altra si sottomette (al più) l'esperimento di un povero giovine che in una serata di tempesta (con uno strumento di correzione e provenienza dubbia) ha registrato qualche fotogramma sfocato e sottoesposto per (legittima) soddisfazione personale. Insomma, un minimo di Par Condicio, no?! Giusto per non perdere la faccia.

Metaforicamente parlando, se cerco di dare un'idea onesta della differenza tra una bionda e una bruna, non posso presentarmi ad un confronto all'americana con Claudia Schiffer da una parte e poi bussare alla prima porta che trovo e tirare fuori la Signora Pina per l'altra categoria. Idem — per Par Condicio nei confronti delle gentili lettrici — mettere Peppino 'o meccanico accanto a Brad Pitt pare non proprio adeguato. Adesso, la metafora è risibile (se non ridicola) ma spero veicoli l'idea.

Mi preme poi far notare che, quando ci si rivolge a Ms. Schiffer, bisogna mettere in conto non solo il fitness e la palestra, ma anche l'estetista e gl'interventi di chirurgia (tutte cose che non vanno certo a favore della povera Signora Pina in bigodini). A questo riguardo, non andrebbe per esempio taciuto che, una volta inorgoglitisi alla vista di cosa sembra poter produrre lo SCT X sul cratere lunare Y, un attento esame delle mappe della NASA può mostrare, ad un occhio 'accorto', come un sapiente utilizzo cosmetico dei software di trattamento immagine abbia permesso di 'restituire' un discreto numero di craterini, dimenticandosene ahimè alcuni altri anche più grandi... cose che capitano anche quando ci si da il trucco... o ci si fa la barba ...! Come capita che un lievissimo plateau presente sulla destra di un fondo cratere screziato divenga un altopiano in deciso rilievo su un fondo pulito pulito da cui si stagliano solo i summenzionati crateri... Effetti della luce radente...?! Non proprio. A meno che la luce radente non riesca anche a sdoppiare intere catene montuose nelle prossimità di tale plateau...!

Basta prendere come confronto, non solo le mappe della NASA, ma anche un altro esempio di 'immagine cosmetico-commerciale' del medesimo cratere lunare Y prodotta da un particolare D-K Z. Immagine che, pur nella sua iper-elaborazione ruffiana, ha l'indubbia accortezza di rimanere nel perimetro dei laboratori d'estetista, senza distendersi supina sul lettino del chirurgo plastico...

Ma andiamo: si chiede solo di fornire un pelo di onesta informazione, non i codici di accesso a Fort Knox...!

Capisco volersi far belli, ma mandare via mail, prima di una blind-date, un'immagine scolpita nel cerone, fa sì che quando mi presento all'appuntamento galante finisco senz'altro per restare assai deluso; sempre poi che riesca a riconoscere la 'sfortunata' ;–)

Riprendendo rapidissimamente sulle ombre, mi preme anche far notare che, un'immagine di un cratere di 1 km di diametro, che in un determinato periodo proietta un'ombra due volte più grande di lui, finisce per sottendere un angolo non già di 0.6 arcsec ma, come è ovvio, qualcosa che corrisponde al doppio o al triplo. Non prendiamoci in giro. I test cogenti di risoluzione sui crateri vanno fatti a luce piatta.

Idem, non pare molto sensato urlare al miracolo perché si reperiscono su Saturno features subarcsec, apparentemente dimenticando (?!) che il potere risolutivo teorico si riferisce a dettagli *puntiformi* mentre, quando si tratta di 'divisioni' entra in gioco — e conta assai di più — la loro lunghezza accanto al loro spessore. E' questo che permette p.e. a qualunque rifrattore da 60 mm (6 cm) degno di questo nome di risolvere tranquillamente la Divisione di Cassini anche quando essa sottende angoli che sono 1/3 del suo potere risolutivo. E non perché si tratti di un doppietto Fraunhofer spaziato in incenso o acqua benedetta, ma perché la 'lunghezza' contente di leggere una 'larghezza' che altrimenti sarebbe invisibile. Senza andare tanto lontano, è lo stesso fenomeno che ci permette di 'leggere' i fili della luce in lontananza, che sottendono in media 10 secondi d'arco, mentre il nostro occhio nudo ha un potere risolutivo *sui dettagli puntiformi* che si misura in minuti d'arco... Tutto ciò, come dicono a Roma, vale paro paro per la 'vera' Divisione di Encke (che il povero Encke non vide mai, ma che da lui prende il nome) e per il Minimo di Encke (che il buon Encke vide, ma che, pur essendo 'letta' da terra come 'divisione', è una mera differenza di albedo).


Insomma, tutto questo bla bla semplicemente per suggerire, una volta di più, un po' di cautela (specie, com'è ovvio, con cose che non si conoscono benissimo): il diavolo è nei dettagli e tranciare giudizi affrettati in bianco e nero è una buona premessa per finire a non capire le cose e vivere di luoghi comuni.

Adesso, fatte queste premesse e chiarificazioni, mi permetto di condividere un brevissimo filmato di venti secondi su Giove fatto quasi nove anni fa. E questo NON GIA' perché tale spezzone costituisca chiara esemplificazione delle prestazioni *limite* di tale strumento, ma piuttosto di quale servizio ci si può aspettare che tale strumento renda in condizioni, come si vedrà, men che medie!

Andiamo sui dati tecnico-logistici.

Questo video è stato registrato (insieme ad alcuni altri) da Roma nell'autunno 1999 da un terrazzo condominiale. Ero in quei giorni — dispiace e pare crudo dirlo così, ma è la verità — al capezzale di mia madre (che tristemente scomparve pochi giorni dopo). Era in malattia terminale, assistita a casa: quindi medici, infermiere, badanti. E me, ovviamente.

Quella sera, finito il mio turno di assistenza (l'assistenza di un figlio, ovviamente non termina mai; ma, dopo svariate settimane, si finisce per organizzare turni se si vuole sopravvivere ed essere utili), stavo sul divano in attesa di addormentarmi (seduto) per un paio d'ore, prima del turno di veglia successivo.

Ma quella sera sentivo che la necessità di divagare un po' la mente e lo spirito era assai più forte della stanchezza. Se qualcuno ha avuto tali tristi situazioni in famiglia sa cosa intendo dire.

Prendo una rivista astro e la sfoglio. Mi accorgo che c'è un doppio transito (e che ce ne saranno altri nel periodo) in corso. Me ne accorgo per caso perché mia madre sta morendo e, com'è ovvio, a me in quei giorni non me ne poteva fregare di meno di controllare le effemeridi neanche avessi saputo che si preparava un'eclisse totale di 8 minuti...

Quella sera però, in cerca di un po' d'aria, di un po' di cielo, di un po' di bellezza, me ne accorgo. Alzo gli occhi e vedo in un angolo l'EDF-155 (per i neofiti, è un rifrattore apo 155 mm f/7.1). E mi dico, ma se... proviamo dai. Tanto al più non succede niente... Smonto il tubo dalla montatura e dal treppiede. Porto su per due rampe di scale il treppiede; ridiscendo e prendo la montatura coi motori; ridiscendo, prendo l'EDF e lo monto. E mo'? Mi faccio due calcoli. Ridiscendo, prendo la BarCon 2X e il Camcorder Sony con cui facevamo tutto fuorché astronomia. Da un cassetto esce fuori lo scotch da carrozzieri. Risalgo, oriento la montatura a occhio sulla polare, metto la Barcon nel portaoculare e adatto il tutto al camcorder in afocale. A forza di giri di scotch... Niente anelli e niente staffa... Ovviamente il camcorder pende verso il basso. Una serie di strisce di scotch dalla batteria su verso il tubo del telescopio permettono più o meno di scaricare i pesi e di raddrizzare *a occhio* il treno ottico. Senza scomodare gli Aborigeni e gli specchietti, qui è il Bangladesh e l'arte di arrangiarsi che fanno scuola...;–)

Comunque, il tutto è più o meno pronto. Sono ovviamente in afocale perché il camcorder ha il suo bello zoom fisso... Ci vado di zoom-out... Dopo qualche tentativo Giove entra in campo. A questo punto vado di zoom-in. Tutto il treno ottico traballa, com'è ovvio, in maniera paurosa. Ma riesco a mettere a fuoco sull'ombra del satellite in transito.

Il treno ottico poi non è la sola cosa che balla. Ho uno strumento appena portato fuori da dentro casa. E' autunno inoltrato. Sono su un terrazzo condominiale in mezzo a Roma città all'ultimo piano di un palazzo di cinque piani totalmente circondato da altri palazzi. E' ora di cena, quindi di massaie all'opera ce n'è in quantità... Ma c'è anche Giove, c'è un transito, e io sono là a guardarmelo. E, come speravo, dopo potrò scendere, collegare il camcorder alla televisione, e potrò mostrarlo a mia madre che è immobilizzata semi-cieca al letto e una cosa del genere non l'ha mai potuta vedere.

Ecco, ho uno strumento ancora non stabilizzato termicamente e sono in mezzo ad onde di calore. Ma gli chiedo quello che chiederei ad una barca a vela oceanica in mezzo alla tempesta. Gli chiedo di portarmici attraverso, costi quel che costi. Sono tre anni che lo uso, so che può farlo. So che non sono le condizioni migliori anzi, è difficile immaginarne di assai peggiori se non in presenza di nubi e pioggia. Ma lo strumento è nato per questo: darmi il massimo contrasto possibile, con la massima risoluzione possibile, con la massima tranquillità possibile dove altri alzerebbero le mani.

E quindi faccio andare la registrazione.

Non con filtri taglia qui e taglia là, non con telecamere planetarie, non in RGB, LRGB o quello che si vuole, ma con un cavolo di camcorder che serve per riprendere le vacanze o i pupi la domenica, senza il minimo filtro, ma beccandomi in pieno tutta la turbolenza interna ed esterna al tubo (per tacer del treno ottico afocale allineato a scotch da carrozziere).

Ecco, su YouTube ho messo proprio i primi 20 secondi di questo filmato che mi sono andato a ritrovare in un cassetto dov'era finito dopo averlo fatto vedere a mia madre — e dove era stato dimenticato dopo la sua scomparsa.

http://www.youtube.com/watch?v=iNyrNeyNPVk

Come si vede, complice anche la compressione MPEG [*], la qualità è quella che è. Si vedono termiche in continuazione e certo non si può chiamare questo un 'vertice di risoluzione' né il 'meglio' che un apo 6" può fare. Ma è quello che ha saputo fare quando altri strumenti, ostruiti, meno contrastati, più sensibili alla turbolenza, più sensibili al delta termico, avrebbero rimandato batuffoli. Si vede che soffre in mezzo alla turbolenza, certo che si vede. Ma ce la fa. Passa oltre. L'immagine non esplode mai e poi mai. Ci passa in mezzo come una signora barca a vela affronta l'oceano. Schizzi? Tanti! Vento! Tanto! Botte? Tante! Ma siamo oltre. Questa è una barca oceanica, non una comoda chiatta da diporto. E' fottutamente scomoda e dura. Ma non si capovolge mai. E fende le onde come un coltello.

Questa è l'astronave. Questo è quanto l'oblò rimanda anche in mezzo ad una turbolenza di schifo, appiccicando (letteralmente) una telecamera al telescopio, senza la minima preparazione, senza il minimo filtro, senza il minimo trattamento cosmetico. E senza passare dal chirurgo plastico.

Bene. Spero sia un po' più chiaro.

Questo, e solo questo, è quanto desidera veicolare un osservatore planetario quando, cercando di spiegare, a quanti criticano senza conoscere, com'è l'immagine nel suo rifrattore, dice che è 'diversa'.

Per confronto, basta riconsiderare le animazioni (adeguatamente cosmetizzate, ovvio) di un riflettore (quello delle immagini da chirurgia plastica) sul medesimo Giove.

http://uk.geocities.com/dpeach_78/planetseeing.htm

Anche in condizioni di seeing eccellente (le altre non le considero nemmeno), come si vede, l'immagine (pur filtrata, cosmetizzata e 'addomesticata') è assai più sensibile di quanto il rifrattore ha fatto in mezzo a quel casino atmosferico. Quell'immagine che a tratti esplode e poi si ricompone è esattamente l'immagine che un osservatore planetario *non* vuole vedere al fuoco del proprio strumento. Questo è, per ritornare a quanto scrivevo nel topic dei Dobson in Hi-Res, come un osservatore planetario *non* vuole osservare i pianeti. Non è (solo) questione di mera estetica. Si tratta piuttosto, se mi si passa il concetto, di una vera 'estetica funzionale'.

Vedere bene (per quanto il seeing consenta), vedere bello, tranquillo, stabile e costante aiuta *decisamente* a vedere 'di più' (anche dal punto di vista temporale, ossia 'per più tempo' — il che, ovvio, non guasta alla capacità percettiva). E', come si continua a ripetere, "un'altra cosa".

Spero, una volta di più, che questa (ahimè) lunga pagina possa risultare utile complemento informativo, illustrando quindi ai neofiti come un ristretto gruppo di persone, pur deprivato di istinti masochisti, possa scegliere un determinato tipo di strumento — nonostante i suoi contro (scomodità e costo, tanto per citarne due) — perché ne apprezza (o ne necessita; o entrambe le cose) le sue peculiari (se non uniche) caratteristiche.

E spero, va da sé, che questo contribuisca ad interrompere tutta una serie infinita di polemiche sterili (che a volte, ma si spera di no, paiono davvero suscitate a bella posta da ego insoddisfatti) che nulla, ma proprio nulla, hanno a che vedere con l'Astronomia (A maiuscola, com'è ovvio). Questo è quanto.

Buone osservazioni (da Refractorland) !

Massimiliano


[*] Se qualcuno ha 24 Mb a disposizione pubblica ho una versione meno compressa dove, tra l'altro, la 'tridimensionalità' del sistema planetario è alquanto evidente.


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MessaggioInviato: mercoledì 28 maggio 2008, 9:40 
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Iscritto il: sabato 3 marzo 2007, 13:35
Messaggi: 543
Località: Roma
Ciao massimiliano, ben ritrovato!

Una gran bella spiegazione ed un gran bel racconto da leggere tutto d'un fiato!

Ultimamente con tutto quello che si è detto su risoluzioni, celle di turbolenza, cristalli, vetri e specchi stavo quasi per abbandonare lo sky90 nella sua valigia ed usare il mak 90 della skywatcher....più leggero, più comodo, più colorato..... :D

Grazie per l'intervento!

Emanuele.

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MessaggioInviato: mercoledì 28 maggio 2008, 10:07 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 16:40
Messaggi: 5906
Località: Magenta (MI)
Gran bel filmato davvero Massimiliano !
Ho provato a far cose simili con il C8 (anch'io dal palazzo e con raccordi a dir poco improvvisati) ed effettivamente c'è differenza, anche se a me l'immagine risultava molto ma molto più piccola al massimo zoom ottico, forse la tua videocamera ha uno zoom più spinto.

Lo so che un rifrattore offre stupende immagini, anche se non ho messo l'occhio in diametri superiori ai 6" e, anche in questi, non con la dovuta calma, chè è fondamentale. Solo se il proprio strumento lo si conosce (quasi in senso biblico) si può dare un giudizio accorto sulle sue prestazioni.
E infatti le "immagini che immagino" un rifrattore degno di tal nome sia in grado di fornire devono essere davvero sopraffine .
Quel che mi preme sottolineare è che anche con altri strumenti si può fare osservazione dei pianeti, non così frequentemente e magari non con la stessa soddisfazione costante.
Tu hai un concetto di hires molto elevato, direi al top, normalizziamo a 100 per convenzione.
Se col mio (ad esempio) Dobson arrivo a 90 (con fatica) in alcune notti... non posso partecipare alla "gara" ?
Persino nelle corse automobilistiche ci sono differenze tra le vetture, c'è quella che fa 1'20" a Monza e si guida senza problema alcuno (ci vuole anche il manico) e quella che ci mette 6" in più con una fatica bestia a stare in strada... eppure anche lei sta correndo in una gara top level.
Questo forum è composto da una varietà di astrofili con tante esigenze, con diversi gusti e diverse tasche, ma che probabilmente vogliono partecipare tutti alla "gara". Non è lecito escluderli perchè non c'è in gioco nulla di nulla, se non (al limite) quattro o più soldi magari sudati ed eventualmente spesi non proprio nel migliore dei modi.
Un neofita difficilmente poi partirà dal "top level" ed avrà quindi modo di capire, come credo tu abbia fatto per tua stessa dichiarazione, quali sono i passi da compiere a seconda delle esigenze, anche senza dimostrazioni mie o tue.
Giusto quindi che tu dica la tua, ma giusto anche che qualcuno continui a sbagliare, lo si fa anche tra padre e figlio.
E se poi il 6" apo non è alla portata un po' di invidia viene, e non è mai un sentimento che spiana i rapporti tra le persone.
Quindi dire "stai facendo cavolate, non stai facendo hires che si fa solo così e non con quel che tu possiedi" è una mazzata (come tu dici parlando di medico e paziente) gratuita, perchè non c'è in ballo la pellaccia, diamo alle cose il loro giusto valore !
E comunque, giusto per non mollare mai l'osso ( :wink: ) col riflettorone, più spesso di quanto si possa credere, le immagini planetarie lasciano davvero senza fiato, proprio come me le immagino in un signor rifrattore (a cui ancora non ho avuto accesso con continuità e perciò quanto appena detto prendilo con dei bei pinzoni).
Sarà che quest'anno (2007/2008) è stato davvero buono, almeno nelle nottate che ho scelto.

Detto questo... l'hai letta la mia "rosa" ? : http://forum.astrofili.org/viewtopic.php?t=27127
Cosa ne pensi ?

Cieli sereni !

Alessandro Re

P.S.: grazie comunque del bel filmato.

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Sono socio del GAR http://www.astrofilirozzano.it
2 Dobson ARIETE: 14" +16"exmdl f/4,5
Celestron C8 , Newton 8" SW e Vixen 120S-NA su Vixen Sphinx SXW ; Tecnosky Apo 65, Celestron C80ED/OmniXLT100ED e C5 su CG5-GT/Vixen Porta
Torrette Baader Maxbright + Denkmeier DualArm PxS NPack + 2Antares 19mm 70°, Televue Nagler zoom 3-6mm, 7mm T1, 13mm T2 e T6, Pan 24mm.
Binocolo Steiner Rallye 20x80 e 28x110 su pantografo G. Fiorini normale e Maxi


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 Oggetto del messaggio: Un bel chiarimento !
MessaggioInviato: mercoledì 28 maggio 2008, 10:19 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 21:54
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Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Mi sento di condividere appieno le tue riflessioni Max!

Una cosa e' quello che si vede ad occhio ..fianco a fianco con tubi di diverse caratteristiche ma con le stesse situazioni ambientali e tutt'altra cosa sono le immagini postate (te ne ho mandate due sul Forum Refractorland) con elaborazioni che potrebbero confutare qualsdiasi concetto teorico-ottico.

Su vari Forum sono stato "bastonato" in quanto i cm del mio tele(a prescindere dal tipo) in teoria non avrebbero potuto dare certi risultati ...perche' il giudizio veniva dato esclusivamente sulle immagini che postavo. Ma in realta' era solo la mia incapacita' di post-elaborazione che si evidenziava.

Ci sono immagini riprese con un MiniBorg 45mm che sembrano eseguite con un diametro di 30cm...e te le ho inviate per constatare che non dico fesserie o pareri ad capocchiam!!

Ciao

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Marco Bensi
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MessaggioInviato: mercoledì 28 maggio 2008, 10:28 
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Località: "Roceja", TO Italy
:lol:
Francamente mi fa strano che un rifrattore richieda un discorso tanto lungo per cercare di superare la sua inferiorita rispetto a un povero SC.
In genere le cose migliori emergono da sole.
Ora visto che l'astronomia professionale marcia a specchi, :? o siamo davanti a un fatto di rincitrullimento generale, oppure... :idea:
Buone osservazioni
Sergio

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 Oggetto del messaggio: giove
MessaggioInviato: mercoledì 28 maggio 2008, 10:36 
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Iscritto il: sabato 4 marzo 2006, 23:04
Messaggi: 1623
Località: trivero
In effetti è vero, ho visto un progetto di un apocromatico da 8,1 mt. di diametro, il problema è che si domandavano dove mettere il tubo.
massimo

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non basta sapere si deve anche applicare, non è abbastanza volere, si deve anche fare. (W. Goethe)
Quindi, non per il sapientone che pretende "applicare", non so bene cosa più delle chiacchiere, comunque......(Sergio)
Cassegrain coudè 450 mm f 15 OPS optics (1/16 pv - 1/43 rms sthrel 0,97) terminato.
SUINOX (r) 80/540 ed. - Acro 100/1300 "Old Style"
Acromatico folded 230 mm. f 18 in costruzione.
Dall Kirkham "Raptor" 277 mm. f 24,3 ostr. 18% in costruzione.


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MessaggioInviato: mercoledì 28 maggio 2008, 10:50 
[Rimosso come da richiesta del proprietario del messaggio]


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MessaggioInviato: mercoledì 28 maggio 2008, 10:55 
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Iscritto il: sabato 3 marzo 2007, 13:35
Messaggi: 543
Località: Roma
Sergio E. ha scritto:
:lol:
Ora visto che l'astronomia professionale marcia a specchi, :? o siamo davanti a un fatto di rincitrullimento generale, oppure... :idea:
Sergio


Non ricominciamo per favore :D

La scelta degli specchi in ambito professionale non è dettata da specifiche di tipo prestazionale, ma di tipo tecnologico. La vedo dura a fare una lente da 8 metri di diametro. Per gli specchi, invece, posso anche segmentarli e deformarli per correggere le aberrazioni (ottica adattiva). Soprattutto perchè uno specchio è "semplicemente" un supporto con un rivestimento; del materiale che sta sotto, ai fini della fisica ottica, non importa nulla. Mentre per una lente le cose si complicano da questo punto di vista.

Senza polemica, solo per dare una approssimativa spiegazione del perchè in ambito professionale si usano ECCELLENTI specchi.

Emanuele

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 Oggetto del messaggio: Re: giove
MessaggioInviato: mercoledì 28 maggio 2008, 11:05 
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Iscritto il: sabato 11 febbraio 2006, 12:43
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Tipo di Astrofilo: Visualista
massimoboe ha scritto:
In effetti è vero, ho visto un progetto di un apocromatico da 8,1 mt. di diametro, il problema è che si domandavano dove mettere il tubo.
massimo

:lol: :lol: :lol:
Ma come Massimo, vuoi che non si trovi soluzione per un "problemuccio" del genere?
:lol: :lol: :lol:

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Newton: Barile 400/1830 mm; Obice 200/1650 mm; Bidoncino 114/1300 mm solarizzato. •• Rifrattori: Nano apo 80/480 mm; Milo acro 76/1400 mm; 60ino acro 60/700 mm. •• Catadiottrici: C8 xlt. •• Binocoli: Docter Aspectem 40x80 ED, William Optics 22x70 ED, Vixen Ultima 8x56, Nikon Action EX 16x50, Canon 10x30 IS II, Vortex Vanquish 8x26, Ibis Horus 5x25, Pentax Papilio 6,5x21, Orion 2x54.


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Non vorrei mischiare il sacro col profano: i miei strumenti sono uno Skylux Bresser 70mm f/10(costo 70 Euro) e un Newton 108mm f/4.8 (credo). Strumenti molto rudimentali e di certo non invidiabili... e anche questo è ovviamente relativo: quanti ragazzini sbavano per poterli avere.

Bene, dopo un anno di osservazioni da neofita, mi sono reso conto delle peculiarità dei due diversi strumenti, e ho capito, toccando con mano, che in linea di massima sono concepiti per usi diversi. Se dovessi fare il gioco di chi buttare dalla torre sarei molto indeciso, perchè non mi trovo davanti a due strumenti comparabili. Se invece avessi chiaro in mente a che tipo di osservazioni dedicarmi, non avrei dubbi.

Il post di Massimiliano è chiarissimo in proposito, l'unica differenza è che lui gioca con strumenti di ben altro livello (nastro adesivo a parte), ma il succo non cambia, e mi fa piacere trovare conferma alle mie impressioni da parte di astrofili con ben altra esperienza.

Spero un giorno di poter avere l'opportunità di osservare in una serata favorevole con un rifrattore vero. Nel frattempo, continuo a giocare, senza tanti complessi o invidie, ma con consapevolezza, con il mio plasticone e la lattina Newton. In fondo lo scopo è quello di imparare giocando, divertendosi e confrontandosi, senza gare e senza invidie: quste ultime sono solo e sempre stupide, malsane e pericolose.

Carlo

_________________
"Quando si parte con l'astronomia tutto sembra abbastanza facile..."
R.B Thompson - B. Fritchman T.


Newton 108 f/4 - Acro 70mm f/10 - Acro 102 f/9.8


Ultima modifica di Carlo G il mercoledì 28 maggio 2008, 11:13, modificato 1 volta in totale.

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