Buongiorno a tutti/e !
Qualche giorno fa, nelle pagine di un topic ormai chiuso e bloccato, sono stati postati dei link che rimandavano, tra l'altro, ad alcuni filmati su YouTube relativi a riprese planetarie effettuate con strumenti di vario tipo e diametro.
Tali filmati, che purtroppo correvano il rischio di risultare fuorvianti per i meno esperti, hanno però avuto l'enorme merito di mostrare quanto sia carente (almeno su YouTube; almeno in video) il materiale reperibile su 'cosa' e 'come' si osservi attraverso un rifrattore degno.
Sì perché, come mi preme di far comprendere ai neofiti, tutte le 'belle' foto piene di artefatti e con i contrasti ed i colori spinti all'inverosimile che abbiamo sotto al naso, tendono a stare a quanto si vede all'oculare quanto gli indiani dei film di John Wayne stanno agli effettivi Nativi d'America.
Come m'è già capitato di dire, nelle quattro mura di uno studio di registrazione e con un eccellente tecnico del suono, a qualunque persona non abbia la raucedine cronica può essere cucita addosso una voce da tenore. Ma quando si sta sul palco, in presa diretta — o, meglio ancora, dal vivo senza microfono ed impianto voci equalizzato — lì non si scappa. Pavarotti è Pavarotti, Placido Domingo è Placido Domingo, Carreras è Carreras; e io posso pure essere bravino a cantare i Pink Floyd, ma accanto ai tre tenori summenzionati, se osassi mettermici, farei solo la figura di un emerito deficiente.
Questo, di nuovo, come complemento di informazione per i neofiti che, senza aver mai avuto la possibilità di provare tipi di strumenti diversi, vengono indotti a credere chissà che e chissà cosa semplicemente perché, per ragioni che sfuggono ad uno spirito sereno, non gli si vogliono mostrare differenze e peculiarità di ogni strumento, in modo da fornire materiale adeguato per operare selezioni accorte e scelte assennate.
Bene. Nel tentativo di fare ciò, di nuovo, serve o la possibilità di utilizzare effettivamente gli strumenti (in condizioni controllate, se ci si riesce) — che sarebbe la cosa migliore — oppure qualcosa che dia un'idea quanto possibile fedele di ciò che si vede sul piano focale. Ciò che si vede, insomma.
A tale proposito vorrei anche non sfuggisse che, disquisire sulle possibilità di strumenti sulla base non già di files RAW ma di immagini trattate, p.e., 'stakkando' 600 fotogrammi su 10.000 (come si vede spesso) si traduce, in termini osservativi in uno strumento che, a 25 fot/sec, sui 7 minuti (!) selezionati (!) di osservazione (!) su un'intera serata (!!!), ha fornito immagini utilizzabili solo 24 secondi (sparsi qua e la, ovviamente!) e che, la performance reale all'oculare è stata quindi di ca.1 secondo di nitidezza ogni 17...!! E selezionati...!!!
Vorrei davvero ci s'immaginasse all'oculare di un tale strumento e si provasse la gioia profonda di osservare 3-4 secondi al minuto. C'è chi lo fa, ovviamente. O meglio, più argutamente lo fa fare al CCD, ché l'esperienza diretta per l'occhio ed il cervello davvero non è delle più gratificanti.
In più, quando tali (continuo nell'esempio) 600 fotogrammi sono stati fusi in un'immagine, ecco che comincia il bello. A questo punto la libera interpretazione sull'applicazione successiva di software su software continua a gusto personale. Si badi, non ho la minima intenzione di scagliarmi contro ciò. Se sia pratica legittima o meno è cosa che qui non si affronta.
Parlo solo ed unicamente di fornire informazioni corrette a chi sinceramente desidera valutare differenze e peculiarità di ogni strumento.
A questo riguardo — e solo di questo, di nuovo, intendo qui parlare — non trovo proprio correttissimo segnalare immagini a senso unico (quindi 'iperelaborate' e 'cosmetizzate') da una parte, mentre dall'altra si sottomette (al più) l'esperimento di un povero giovine che in una serata di tempesta (con uno strumento di correzione e provenienza dubbia) ha registrato qualche fotogramma sfocato e sottoesposto per (legittima) soddisfazione personale. Insomma, un minimo di Par Condicio, no?! Giusto per non perdere la faccia.
Metaforicamente parlando, se cerco di dare un'idea onesta della differenza tra una bionda e una bruna, non posso presentarmi ad un confronto all'americana con Claudia Schiffer da una parte e poi bussare alla prima porta che trovo e tirare fuori la Signora Pina per l'altra categoria. Idem — per Par Condicio nei confronti delle gentili lettrici — mettere Peppino 'o meccanico accanto a Brad Pitt pare non proprio adeguato. Adesso, la metafora è risibile (se non ridicola) ma spero veicoli l'idea.
Mi preme poi far notare che, quando ci si rivolge a Ms. Schiffer, bisogna mettere in conto non solo il fitness e la palestra, ma anche l'estetista e gl'interventi di chirurgia (tutte cose che non vanno certo a favore della povera Signora Pina in bigodini). A questo riguardo, non andrebbe per esempio taciuto che, una volta inorgoglitisi alla vista di cosa sembra poter produrre lo SCT X sul cratere lunare Y, un attento esame delle mappe della NASA può mostrare, ad un occhio 'accorto', come un sapiente utilizzo cosmetico dei software di trattamento immagine abbia permesso di 'restituire' un discreto numero di craterini, dimenticandosene ahimè alcuni altri anche più grandi... cose che capitano anche quando ci si da il trucco... o ci si fa la barba ...! Come capita che un lievissimo plateau presente sulla destra di un fondo cratere screziato divenga un altopiano in deciso rilievo su un fondo pulito pulito da cui si stagliano solo i summenzionati crateri... Effetti della luce radente...?! Non proprio. A meno che la luce radente non riesca anche a sdoppiare intere catene montuose nelle prossimità di tale plateau...!
Basta prendere come confronto, non solo le mappe della NASA, ma anche un altro esempio di 'immagine cosmetico-commerciale' del medesimo cratere lunare Y prodotta da un particolare D-K Z. Immagine che, pur nella sua iper-elaborazione ruffiana, ha l'indubbia accortezza di rimanere nel perimetro dei laboratori d'estetista, senza distendersi supina sul lettino del chirurgo plastico...
Ma andiamo: si chiede solo di fornire un pelo di onesta informazione, non i codici di accesso a Fort Knox...!
Capisco volersi far belli, ma mandare via mail, prima di una blind-date, un'immagine scolpita nel cerone, fa sì che quando mi presento all'appuntamento galante finisco senz'altro per restare assai deluso; sempre poi che riesca a riconoscere la 'sfortunata' ;–)
Riprendendo rapidissimamente sulle ombre, mi preme anche far notare che, un'immagine di un cratere di 1 km di diametro, che in un determinato periodo proietta un'ombra due volte più grande di lui, finisce per sottendere un angolo non già di 0.6 arcsec ma, come è ovvio, qualcosa che corrisponde al doppio o al triplo. Non prendiamoci in giro. I test cogenti di risoluzione sui crateri vanno fatti a luce piatta.
Idem, non pare molto sensato urlare al miracolo perché si reperiscono su Saturno features subarcsec, apparentemente dimenticando (?!) che il potere risolutivo teorico si riferisce a dettagli *puntiformi* mentre, quando si tratta di 'divisioni' entra in gioco — e conta assai di più — la loro lunghezza accanto al loro spessore. E' questo che permette p.e. a qualunque rifrattore da 60 mm (6 cm) degno di questo nome di risolvere tranquillamente la Divisione di Cassini anche quando essa sottende angoli che sono 1/3 del suo potere risolutivo. E non perché si tratti di un doppietto Fraunhofer spaziato in incenso o acqua benedetta, ma perché la 'lunghezza' contente di leggere una 'larghezza' che altrimenti sarebbe invisibile. Senza andare tanto lontano, è lo stesso fenomeno che ci permette di 'leggere' i fili della luce in lontananza, che sottendono in media 10 secondi d'arco, mentre il nostro occhio nudo ha un potere risolutivo *sui dettagli puntiformi* che si misura in minuti d'arco... Tutto ciò, come dicono a Roma, vale paro paro per la 'vera' Divisione di Encke (che il povero Encke non vide mai, ma che da lui prende il nome) e per il Minimo di Encke (che il buon Encke vide, ma che, pur essendo 'letta' da terra come 'divisione', è una mera differenza di albedo).
Insomma, tutto questo bla bla semplicemente per suggerire, una volta di più, un po' di cautela (specie, com'è ovvio, con cose che non si conoscono benissimo): il diavolo è nei dettagli e tranciare giudizi affrettati in bianco e nero è una buona premessa per finire a non capire le cose e vivere di luoghi comuni.
Adesso, fatte queste premesse e chiarificazioni, mi permetto di condividere un brevissimo filmato di venti secondi su Giove fatto quasi nove anni fa. E questo NON GIA' perché tale spezzone costituisca chiara esemplificazione delle prestazioni *limite* di tale strumento, ma piuttosto di quale servizio ci si può aspettare che tale strumento renda in condizioni, come si vedrà, men che medie!
Andiamo sui dati tecnico-logistici.
Questo video è stato registrato (insieme ad alcuni altri) da Roma nell'autunno 1999 da un terrazzo condominiale. Ero in quei giorni — dispiace e pare crudo dirlo così, ma è la verità — al capezzale di mia madre (che tristemente scomparve pochi giorni dopo). Era in malattia terminale, assistita a casa: quindi medici, infermiere, badanti. E me, ovviamente.
Quella sera, finito il mio turno di assistenza (l'assistenza di un figlio, ovviamente non termina mai; ma, dopo svariate settimane, si finisce per organizzare turni se si vuole sopravvivere ed essere utili), stavo sul divano in attesa di addormentarmi (seduto) per un paio d'ore, prima del turno di veglia successivo.
Ma quella sera sentivo che la necessità di divagare un po' la mente e lo spirito era assai più forte della stanchezza. Se qualcuno ha avuto tali tristi situazioni in famiglia sa cosa intendo dire.
Prendo una rivista astro e la sfoglio. Mi accorgo che c'è un doppio transito (e che ce ne saranno altri nel periodo) in corso. Me ne accorgo per caso perché mia madre sta morendo e, com'è ovvio, a me in quei giorni non me ne poteva fregare di meno di controllare le effemeridi neanche avessi saputo che si preparava un'eclisse totale di 8 minuti...
Quella sera però, in cerca di un po' d'aria, di un po' di cielo, di un po' di bellezza, me ne accorgo. Alzo gli occhi e vedo in un angolo l'EDF-155 (per i neofiti, è un rifrattore apo 155 mm f/7.1). E mi dico, ma se... proviamo dai. Tanto al più non succede niente... Smonto il tubo dalla montatura e dal treppiede. Porto su per due rampe di scale il treppiede; ridiscendo e prendo la montatura coi motori; ridiscendo, prendo l'EDF e lo monto. E mo'? Mi faccio due calcoli. Ridiscendo, prendo la BarCon 2X e il Camcorder Sony con cui facevamo tutto fuorché astronomia. Da un cassetto esce fuori lo scotch da carrozzieri. Risalgo, oriento la montatura a occhio sulla polare, metto la Barcon nel portaoculare e adatto il tutto al camcorder in afocale. A forza di giri di scotch... Niente anelli e niente staffa... Ovviamente il camcorder pende verso il basso. Una serie di strisce di scotch dalla batteria su verso il tubo del telescopio permettono più o meno di scaricare i pesi e di raddrizzare *a occhio* il treno ottico. Senza scomodare gli Aborigeni e gli specchietti, qui è il Bangladesh e l'arte di arrangiarsi che fanno scuola...;–)
Comunque, il tutto è più o meno pronto. Sono ovviamente in afocale perché il camcorder ha il suo bello zoom fisso... Ci vado di zoom-out... Dopo qualche tentativo Giove entra in campo. A questo punto vado di zoom-in. Tutto il treno ottico traballa, com'è ovvio, in maniera paurosa. Ma riesco a mettere a fuoco sull'ombra del satellite in transito.
Il treno ottico poi non è la sola cosa che balla. Ho uno strumento appena portato fuori da dentro casa. E' autunno inoltrato. Sono su un terrazzo condominiale in mezzo a Roma città all'ultimo piano di un palazzo di cinque piani totalmente circondato da altri palazzi. E' ora di cena, quindi di massaie all'opera ce n'è in quantità... Ma c'è anche Giove, c'è un transito, e io sono là a guardarmelo. E, come speravo, dopo potrò scendere, collegare il camcorder alla televisione, e potrò mostrarlo a mia madre che è immobilizzata semi-cieca al letto e una cosa del genere non l'ha mai potuta vedere.
Ecco, ho uno strumento ancora non stabilizzato termicamente e sono in mezzo ad onde di calore. Ma gli chiedo quello che chiederei ad una barca a vela oceanica in mezzo alla tempesta. Gli chiedo di portarmici attraverso, costi quel che costi. Sono tre anni che lo uso, so che può farlo. So che non sono le condizioni migliori anzi, è difficile immaginarne di assai peggiori se non in presenza di nubi e pioggia. Ma lo strumento è nato per questo: darmi il massimo contrasto possibile, con la massima risoluzione possibile, con la massima tranquillità possibile dove altri alzerebbero le mani.
E quindi faccio andare la registrazione.
Non con filtri taglia qui e taglia là, non con telecamere planetarie, non in RGB, LRGB o quello che si vuole, ma con un cavolo di camcorder che serve per riprendere le vacanze o i pupi la domenica, senza il minimo filtro, ma beccandomi in pieno tutta la turbolenza interna ed esterna al tubo (per tacer del treno ottico afocale allineato a scotch da carrozziere).
Ecco, su YouTube ho messo proprio i primi 20 secondi di questo filmato che mi sono andato a ritrovare in un cassetto dov'era finito dopo averlo fatto vedere a mia madre — e dove era stato dimenticato dopo la sua scomparsa.
http://www.youtube.com/watch?v=iNyrNeyNPVk
Come si vede, complice anche la compressione MPEG [*], la qualità è quella che è. Si vedono termiche in continuazione e certo non si può chiamare questo un 'vertice di risoluzione' né il 'meglio' che un apo 6" può fare. Ma è quello che ha saputo fare quando altri strumenti, ostruiti, meno contrastati, più sensibili alla turbolenza, più sensibili al delta termico, avrebbero rimandato batuffoli. Si vede che soffre in mezzo alla turbolenza, certo che si vede. Ma ce la fa. Passa oltre. L'immagine non esplode mai e poi mai. Ci passa in mezzo come una signora barca a vela affronta l'oceano. Schizzi? Tanti! Vento! Tanto! Botte? Tante! Ma siamo oltre. Questa è una barca oceanica, non una comoda chiatta da diporto. E' fottutamente scomoda e dura. Ma non si capovolge mai. E fende le onde come un coltello.
Questa è l'astronave. Questo è quanto l'oblò rimanda anche in mezzo ad una turbolenza di schifo, appiccicando (letteralmente) una telecamera al telescopio, senza la minima preparazione, senza il minimo filtro, senza il minimo trattamento cosmetico. E senza passare dal chirurgo plastico.
Bene. Spero sia un po' più chiaro.
Questo, e solo questo, è quanto desidera veicolare un osservatore planetario quando, cercando di spiegare, a quanti criticano senza conoscere, com'è l'immagine nel suo rifrattore, dice che è 'diversa'.
Per confronto, basta riconsiderare le animazioni (adeguatamente cosmetizzate, ovvio) di un riflettore (quello delle immagini da chirurgia plastica) sul medesimo Giove.
http://uk.geocities.com/dpeach_78/planetseeing.htm
Anche in condizioni di seeing eccellente (le altre non le considero nemmeno), come si vede, l'immagine (pur filtrata, cosmetizzata e 'addomesticata') è assai più sensibile di quanto il rifrattore ha fatto in mezzo a quel casino atmosferico. Quell'immagine che a tratti esplode e poi si ricompone è esattamente l'immagine che un osservatore planetario *non* vuole vedere al fuoco del proprio strumento. Questo è, per ritornare a quanto scrivevo nel topic dei Dobson in Hi-Res, come un osservatore planetario *non* vuole osservare i pianeti. Non è (solo) questione di mera estetica. Si tratta piuttosto, se mi si passa il concetto, di una vera 'estetica funzionale'.
Vedere bene (per quanto il seeing consenta), vedere bello, tranquillo, stabile e costante aiuta *decisamente* a vedere 'di più' (anche dal punto di vista temporale, ossia 'per più tempo' — il che, ovvio, non guasta alla capacità percettiva). E', come si continua a ripetere, "un'altra cosa".
Spero, una volta di più, che questa (ahimè) lunga pagina possa risultare utile complemento informativo, illustrando quindi ai neofiti come un ristretto gruppo di persone, pur deprivato di istinti masochisti, possa scegliere un determinato tipo di strumento — nonostante i suoi contro (scomodità e costo, tanto per citarne due) — perché ne apprezza (o ne necessita; o entrambe le cose) le sue peculiari (se non uniche) caratteristiche.
E spero, va da sé, che questo contribuisca ad interrompere tutta una serie infinita di polemiche sterili (che a volte, ma si spera di no, paiono davvero suscitate a bella posta da ego insoddisfatti) che nulla, ma proprio nulla, hanno a che vedere con l'Astronomia (A maiuscola, com'è ovvio). Questo è quanto.
Buone osservazioni (da Refractorland) !
Massimiliano
[*] Se qualcuno ha 24 Mb a disposizione pubblica ho una versione meno compressa dove, tra l'altro, la 'tridimensionalità' del sistema planetario è alquanto evidente.