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 Oggetto del messaggio: Acquistare un telescopio.......
MessaggioInviato: domenica 16 dicembre 2007, 13:33 
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Iscritto il: sabato 4 marzo 2006, 23:04
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Acquistare un telescopio, quando il suo prezzo è per le nostre tasche considerato ragguardevole, richiede l’approccio ad un metodo o ragionamento molto preciso.

Anche in questo settore, come in tutte le cose, esistono le persone oneste, quelle oneste e professionali, quelle disoneste e quelle incompetenti. Al malcapitato acquirente puo’ accadere di finire tra gli ultimi e non è che a questo corrisponda un risparmio economico.

Una analisi parziale del mercato italiano e delle sue possibilità:

telescopi economici di modesta dimensione e di altrettanto modesto costo d’acquisto. In questo caso vale piu’ il passaparola che non altro. In effetti la somma richiesta è sempre modesta e non si puo’ nemmeno pretendere la Luna per quelle cifre (range di spesa senza accessori fino a 1000 euro);

telescopi intermedi di modesta qualità, ma con un buon rapporto in relazione al prezzo.
Ci si riferisce qua ai soliti Meade e Celestron e varie sottomarche. Chi acquista questi strumenti di norma li trova adeguati, perché tutto fare e perché – comunque – passare al gradino superiore costa molto di piu’. Il parco accessori è molto ampio, cosi’ pure il mondo dell’usato che permette buoni affari. Con somme modeste si dispone di strumenti completi e ben accessoriati, sicuramente non un punto di arrivo, ma un buon “mulo” con cui fare tanto e di piu’. I punti di vendita sono molteplici e quindi anche raggiungibili fisicamente in tutto lo stivale, la merce è abbastanza disponibile, ma purtroppo ha un costo che non è allineato con quello dei paesi extraeuropei. Personalmente non ho mai voluto investire in questi strumenti proprio perché il prezzo proposto dal venditore italiano non corrisponde al reale valore di mercato del prodotto……

telescopi di fascia più alta. Qui si apre un orizzonte sconfinato in cui è sempre difficile prendere direzioni ben precise. Nell’ordine ci sono marchi blasonati o blasonatissimi (inutile citarli) , artigiani/assemblatori con qualche macchia, il tutto condito da test strumentali non proprio chiari e mai dico mai negativi (questo ci porta a desumere che è stata raggiunta da tempo la perfezione in campo astrononomico).
Purtroppo anche in questa fascia di mercato si riportano casi di “inciampo” sul fronte della qualità o del customer service. Questo lascia un po’ stupefatti perché le somme richieste in relazione all’apertura o alla tipologia dello strumento non sono affatto modeste, il servizio di rifornimento è quello che è (poca merce sul pronto, molto ordinato o costruito a richiesta con tempi biblici). Quello che lascia un po’ perplessi è che vengono sempre proposti strumenti estremamente costosi (ma senza tutto il contorno che questo dovrebbe giustificare), e che anziché cercare di rendere accessibile questo mercato a un numero maggiore di utenti, si tende a renderlo ancora piu’ esclusivo. Tecnicamente non ci sono ragioni valide, si tratta solo e semplicemente di microstrutture che non possono soddisfare (per scarsa capienza finanziaria e/o logistica) mercati a consumi piu’ ampi. La teoria del “faccio o vendo pochi strumenti e ci guadagno bene”, puo’ anche essere valida sotto certi punti di vista.

Il problema fondamentale è comunque quello che in Italia uno strumento costa sempre di piu’ di un suo gemello all’estero. Non ci si deve stupire di questo, cio’ avviene in tutti i prodotti del nostro mercato, saturo di passaggi intermedi inutili, di entità piccole non in grado di gestire volumi interessanti per il produttore, di gente che si improvvisa scambiando una passione per un lavoro.
Alcuni astrofili piu’ coraggiosi e avventurosi acquistano direttamente all’estero i propri strumenti, con indubbi vantaggi finanziari (il cambio è strepitoso in questo momento) anche se con un po’ di apprensione, ma i “rumors” sono in genere molto positivi. Questi acquisti sono sempre ben mirati a prodotti conosciuti e di cui si conosce il livello qualitativo (basso o alto che sia). La professionalità di molti (non tutti) commercianti esteri è mediamente superiore a quelli nostrani, e la cura verso il cliente è un “must” irrinunciabile.

Già, nota dolente, acquisto in Italia e sono trattato a pesci in faccia, non sempre, ma la realtà è spesso questa. Vi racconto un episodio, non faccio nomi per buona creanza e perché non mi va, comunque è sintomatico.
Settembre (mi pare di ricordare ma posso sbagliare di un mese) 2006 ordino da un artigiano conosciuto un’ottica ordinaria. Pago e verso l’acconto che mi viene richiesto con regolare fattura e mi viene comunicato, prima ovviamente, che l’ottica sarà in consegna entro luglio 2007. Accetto, ordino, pago e va bene così, la persona è molto cortese e disponibile. Da allora ogni contatto si è interrotto. A dicembre 2007 mando una mail così per sapere se qualcosa era stato fatto. Esito: mi arriva una risposta, cortesissima, in cui si comunica che per impegni precedentemente presi il mio ordine non è stato evaso e che, forse, lo sarà per la seconda metà di dicembre (il che, visto che non sono babbeo, significa ritirarlo a gennaio se va bene, sapendo che non si puo’ fare il coating nelle vacanze di natale…….). Questo è un classico di come viene considerato molte volte un cliente.
Acquisto un’altra ottica all’estero, piu’ complessa e di maggior precisione, tempo di consegna stimato tre mesi. Dopo un mese il costruttore mi manda una mail informandomi dello slittamento perché i blank della Schott sono in ritardo, dopo due mesi ricevo via mail una foto della mia ottica figurata e pronta per il coating, dopo 15 giorni vengo informato che gli specchi sono in fase di alluminatura presso la ditta xxxxx e che verranno spediti al più presto dopo il controllo qualità finale. Un mese dopo ricevo con UPS le mie ottiche e il relativo certificato (non quello scritto sul foglio di quaderno di un altro sventurato), fattura quietanzata ecc. Ad oggi ho ricevuto un’ulteriore mail il cui costruttore mi chiede se sono soddisfatto dei suoi specchi. Costo per il produttore: zero, apprensione e giramento di palle per il cliente: zero, soddisfazione per il servizio: piu’ che buona. (Comunque ci sono fatture e mail a dimostrazione.....).

Credo che se tutti scrivessero aneddoti ci sarebbe di tutto e il contrario di tutto. L’episodio che ho raccontato non vuole inficiare una completa categoria (ci sono persone veramente valide sulle quali credo qualunque astrofilo puo’ contare, sia per la competenza, sia per la professionalità), ma evidentemente dimostrare come – nonostante gli euro spesi non siano noccioline – manchi una cultura rivolta al cliente, che paga con soldi buoni e vuole essere servito nei giusti modi.

Se andiamo a scavare nel forum e mettiamo su un foglietto di carta gli episodi spiacevoli, l’elenco è abbastanza consistente, riguarda aziende italiane che si “gasano” parecchio, e toccano anche strumenti molto costosi. Molti controlli qualitativi sono solo sulla carta (infatti poi si scopre che lo strumento casualmente ha dei problemi), e sospetto che manco vengono fatti per certe marche, confidando su quelli a campione dei costruttori.

Purtroppo, o per fortuna a seconda dei punti di vista, manca nel consumatore una consapevolezza tecnica che gli permette di autotutelarsi da certe disavventure. Non si puo’ incolpare l’utente di questo, la tecnica piace o non piace e non è un obbligo assimilarla, ad esempio io sono totalmente digiuno di questioni relative all’elettronica, per cui quel che mi propinano boh…..
Ma qua entra in gioco il “rating” di ogni fornitore. In poche parole qual’ è il grado di affidabilità che posso dare a quell’azienda? E come si misura questa affidabilità? Non esistono vergini senza peccato ma non per questo bisogna rivolgersi alle meretrici.

Le recensioni non aiutano, anzi disinformano pesantemente, e forse per molti è meglio non leggerle cosi’ da non farsi influenzare troppo positivamente………

E’ teoricamente possibile stilare un protocollo che deve condurre la trattativa con il fornitore? Forse si. E il fornitore sarà stimolato da questo a migliorarsi? Forse si.

Esistono delle semplici regole a cui attenersi, e che molte volte possono salvare il nostro portafogli. Cosi’ come ogni azienda valuta i propri fornitori (non in base alla sola offerta commerciale, ma anche in funzione della struttura, della data di nascita, della specializzazione e di tutti i valori intangibili che un fornitore deve “sicuramente” fornire), la stessa cosa la deve fare un astrofilo disposto a scucire 5-7-10.000 euro o piu’. Correre dietro al prezzo piu’ basso è dannosissimo cosi’ come illudersi che il prezzo piu’ alto sia garanzia intrinseca di esenzione dai problemi.

Devo fermarmi perché sto scrivendo troppo……………

Ciao
Massimo

_________________
non basta sapere si deve anche applicare, non è abbastanza volere, si deve anche fare. (W. Goethe)
Quindi, non per il sapientone che pretende "applicare", non so bene cosa più delle chiacchiere, comunque......(Sergio)
Cassegrain coudè 450 mm f 15 OPS optics (1/16 pv - 1/43 rms sthrel 0,97) terminato.
SUINOX (r) 80/540 ed. - Acro 100/1300 "Old Style"
Acromatico folded 230 mm. f 18 in costruzione.
Dall Kirkham "Raptor" 277 mm. f 24,3 ostr. 18% in costruzione.


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MessaggioInviato: domenica 16 dicembre 2007, 15:18 
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Iscritto il: venerdì 21 aprile 2006, 21:08
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Località: Solarolo (RA)
Hai già detto tutto tu...
Aggiungo che qualche buon artigiano ce l'abbiamo anche in Italia, ma è vero che occorre cercarlo perché è sommerso da montagne di furboni!
Ciao
Maurizio

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mauriziomarsigli ( at ) gmail.com
Tele: C8/CG5 goto superaccessoriato; ETX 70; EQ3 Bresser; WO 66 Zenithstar Petzvel ED OTA; Pentax 75 SDHF OTA; accessori vari foto visuali
Bino: Lidlscopio di ultima generazione (il peggiore dei 3)
Foto: Nikon D100; Canon 20Da; Panasonic DMC-LZ5; DMK31 mono; DFK21 color
Mini "Tele" con GPS, planetari, astrosoftware, CCD: Nokia N95 con due doppietti (6X e 8X) intercambiabili... ;-)


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MessaggioInviato: domenica 16 dicembre 2007, 18:50 
Bsogna però anche puntualizzare che mentre generalmente all'estero chi si rivolge ad un negozio "specializzato" è una tipologia di cliente che perlomeno sa cosa sta acquistando ed ha le idee abbastanza chiare, riuscendo ad instaurare col venditore una forma di dialogo che da soddisfazione anche a quest'ultimo (cosa molto importante e da non sottovalutare: se si vuole un buon venditore, bisogna essere buoni clienti...) in Italia invece sempre più spesso e sempre in più settori, e purtroppo quindi anche in astronomia-astrofilia, gli acquisti vengono fatti spesso senza alcuna cognizione di causa, senza porsi "professionalmente" di fronta al prodotto che si sta per acquistare, quasi fosse un "capriccio" perchè ci "prudono" dei soldi da spendere...
in questi casi, ossia di acquisti "da supermercato" non si può pretendere di trovare dall'altra parte del bancone qualcosa più di un "commesso".. ;)


Ultima modifica di Fede67 il domenica 16 dicembre 2007, 19:22, modificato 2 volte in totale.

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MessaggioInviato: domenica 16 dicembre 2007, 19:21 
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Iscritto il: domenica 13 maggio 2007, 21:05
Messaggi: 1247
Fede, anche a me dispiace quando vengo a sapere che una persona acquista uno strumento che usera' poco, di cui conosce poco le caratteristiche e i limiti e che non ha voglia di informarsi, insomma come tu scrivi "il capriccio perche' gli prudono i soldi da spendere", una figura che si vede in circolazione in molti settori e quindi inevitabilmente ne vediamo alcuni in astronomia / astrofilia. Resta pero' il fatto che al di la' delle motivazioni del "capriccioso" che non condivido e non capisco e che quindi non sono in grado di spiegare, questa persona paga con soldi autentici e avrebbe tutto il diritto di ricevere una contropartita adeguata a quei soldi, e questo indipendentemente dalla sua professionalita' o competenza e da quello che intende fare dello strumento. Tu scrivi che quando si fanno acquisti "come da supermercato" dall'altra parte non si trova nulla piu' che un "commesso"; purtroppo pero' in questo tipo di transazioni non sempre il prezzo di vendita e' da supermercato, tutt'altro. Perche' di fronte a iniziative come quelle lidl, possiamo forse storcere un pochino il naso (molti strumenti sono certa che sono stati usati due volte, e giacciono abbandonati nei propri scatoloni); ma se non altro, in quel caso il prezzo era onesto. Non si puo' sempre dire che sia cosi'....


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MessaggioInviato: domenica 16 dicembre 2007, 19:23 
PS: mi spiego meglio per non essere frainteso, con un esempio:
una volta quando si comperava uno stereo si "studiavano" decine di opuscoli, e quando si andava nel negozio che trattava sistemi audio, si iniziava a "disquisire" col negoziante, parlando di Onkyo e Teach, di amplificatori in classe a, b o c, di impedenze, di tipi di legno sulle casse, eccetera...
oggi basta passare mezz'ora al Trony per capire che "qualcosina è cambiata":
la gente chiede se quello stereo c'è anche argento o solo nero, se le lucine restano accese anche di notte, se c'è il telecomando e se si può infilarci la chiavetta usb...
questo succede purtroppo anche coi telescopi... ;)

PPS, leggo Daniela solo dopo il PS:
la Lidl perlomeno propone con prezzi da supermercato, e quindi è giusto abbia "clienti" da supermercato...
ma quando, sempre facendo riferimento ad altri settori, mi trovo uno che al Trony va a spendere 4.000 euro per un TV 42" HD e bla bla bla, e la domanda che fa è se c'è il televideo, posso anche capire che ad un certo punto i venditori possano anche cominciare a pigliare a pesciate i loro clienti, poichè ormai in moltissimi casi questi ultimi fanno semplicemente cadere le braccia, e si sia persa la "passione" del vendere...
;)


Ultima modifica di Fede67 il domenica 16 dicembre 2007, 19:30, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: domenica 16 dicembre 2007, 19:27 
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Iscritto il: domenica 13 maggio 2007, 21:05
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Hai ragione, e se questo tipo di clienti fossero presenti in numero trascurabile, anche "un certo tipo di rivenditori e produttori" dovrebbero adeguarsi, e fare buon viso a cattivo gioco.
Rimane pero' il fatto che anche i "capricciosi" pagano con soldi autentici.


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MessaggioInviato: domenica 16 dicembre 2007, 19:32 
daniela ha scritto:
Rimane pero' il fatto che anche i "capricciosi" pagano con soldi autentici.

Ed è proprio su questo "dettaglio" che "gira" tutto il nostro "sistema consumistico", tutto italiano, che volenti o nolenti ci troviamo ad affrontare ormai come realtà quotidiana... ;)


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MessaggioInviato: domenica 16 dicembre 2007, 22:16 
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Fede67 ha scritto:
daniela ha scritto:
Rimane pero' il fatto che anche i "capricciosi" pagano con soldi autentici.

Ed è proprio su questo "dettaglio" che "gira" tutto il nostro "sistema consumistico", tutto italiano, che volenti o nolenti ci troviamo ad affrontare ormai come realtà quotidiana... ;)



Mah sai Fede qua si torna ad un vecchio discorso, e lo vedi e lo hai visto in neofiti, in cui tutto - per molti - è concentrato nel fare il minimo dello sforzo.......queste sono le conseguenze ovvie. Cio' non toglie che una azienda seria ponga la propria competenza a servizio del cliente.
Spesso mi trovo a dover dire io al mio cliente cosa deve acquistare, lui conosce o desidera un prodotto ma non è quasi mai sicuro quali caratteristiche questo prodotto debba avere, e parliamo di persone competenti.
Questa politica alla lunga premia sempre.
massimo

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MessaggioInviato: domenica 16 dicembre 2007, 23:13 
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Iscritto il: sabato 4 marzo 2006, 23:04
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Pennuto ha scritto:
Hai già detto tutto tu...
Aggiungo che qualche buon artigiano ce l'abbiamo anche in Italia, ma è vero che occorre cercarlo perché è sommerso da montagne di furboni!
Ciao
Maurizio


Eggià , ma casualmente io la mia piccola distorsione temporale l'ho avuta con un artigiano italiano, sarà un caso?
massimo

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