andreaconsole ha scritto:
ma io avevo capito che comunque in caso di turbolenza un tele di diametro maggiore finiva per valere QUANTO uno di diametro minore, mai MENO... ...non è così?
La questione è un po' più complessa.
Il seeing è dovuto principalmente a celle convettive di dimensioni ridotte.
Una cella può avere momenti di stabilità e quella immediatamente accanto no.
Queste celle sono poi in continuo spostamento sia in verticale sia in orizzonatle.
Le loro dimensioni sono nell'ordine di poche decine di centimetri di diametro.
Un telescopio di piccole dimensioni avrà perciò più probabilità di avere impattato una cella convettiva stabile mentre uno di grandi dimensioni avrà più celle che colpiscono la sua ottica. Col risultato che il contributo della singola cella nello strumento più piccolo mi darà il seeing "reale" mentre nello strumento più grande avrò un seeing "mediato" dovuto al contributo di più celle.
Inoltre c'è un altro fattore di cui dobbiamo tenere conto.
Il seeing lo definiamo in vari modi (scala Antoniadi, Pickering, per esempio) ma spesso è soggettivo, basato cioè sulla sensazione dell'osservatore.
Usando il metodo del FWHM che indica l'ampiezza del cono di dispersione della luce di un stella misurato in arcsec possiamo invece avere una misura oggettiva.
Facciamo a questo punto un esempio e abbiamo stimato che il seeing sia di 2 arcsec.
Se usiamo uno strumento la cui risoluzione massima è di 3 arcsec noi avremo un'immagine stabile anche ad alti ingrandimenti (magari debole e con pochi dettagli dovuti ai limiti dell'ottica). Se prendiamo uno strumento con risoluzione da 1.5 arcsec avremo una immagine leggermente tremolante ma ancora sostanzialmente stabile in quanto l'ondeggiamento dell'immagine dovuto al seeing è quasi uguale al limite di risoluzione dello strumento.
Ma se passiamo a uno strumento da 0,5 arcsec l'immagine sarà molto tremolante in quanto non potremo mai avvicinare i limiti dello strumento e dovremo limitare gli ingrandimenti per avere un'immagine apprezzabile.
L'ultimo esempio si basa su uno strumento da circa 10" di diametro.
Per cui vediamo che a volte per combattare il seeing cattivo dobbiamo diaframmare (strumenti di aperture generose comunque) ma di regola con gli strumenti che abbiamo a disposizione, è sufficiente ridurre gli ingrandimenti per avere una visione piacevole. Il problema spesso è anche psicologico. Perché osservare a 100x con un Konus Vista vuol dire essere al limite ma lavorare a 100x con un C11 vuol dire fare deep e non i pianeti. Con strumenti grossi vorremmo sempre lavorare al limite (altrimenti perché li abbiamo presi?).
Ma anche in condizioni non ottimali difficilmente lo strumento grosso (a parità di ingrandimenti) perderà nei confronti di quello piccolo, parlando ovviamente di strumenti con ottiche e schemi comparabili.