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Autore Messaggio
MessaggioInviato: mercoledì 17 ottobre 2007, 9:17 
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Messaggi: 6032
Località: Truccazzano (MI)
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Ciao,
dopo un po’ di tempo da quando Severino (alias Papi qui sul forum) mi aveva dato da provare il suo Pentax 75 SDHF, sono riuscito finalmente a trovare il tempo per scrivere due righe su questa interessante ottica in contemporanea con il restyling grafico e di contenuti del mio sito, che ora prevede una nuova sezione dedicata alle prove raggiungibile qui.

Ma veniamo al Pentax 75 SDHF:
Pentax si è conquistata un’ottima fama in campo astrofotografico con la propria serie di telescopi dedicati a questo scopo. Il modello 75 SDHF è il modello più abbordabile della serie, ritenuto spesso una delle migliori soluzioni per la fotografia con reflex digitali dotate di sensori dalle dimensioni considerevoli, grazie al campo spianato generato dallo schema ottico composto da 3 lenti, un doppietta e una lente correttrice di campo e all'ottimo rapporto prezzo/prestazioni. Tuttavia, alcune recenti immagini eseguite con tale strumento apparse su forum e siti Internet, mostravano un’anomala scarsa correzione cromatica, con aloni intorno alle stelle più luminose tipici degli obiettivi acromatici o semi-apo, come spesso ora si usa definire un telescopio con una correzione cromatica appena superiore (forse) alla media. L’occasione per provare questo interessantissimo tele mi è giunta dall’amico Severino che mi ha fatto testare il suo esemplare.

Visto da vicino
Il Pentax 75 SDHF è proprio un bel tele e lo si vede già dal primo esame esterno. La costruzione è solida ed è alquanto pesante se rapportato alle dimensioni complessive che sono piuttosto contenute. La colorazione, del classico colore verde Pentax, lo identifica immediatamente; è un colore particolare, può piacere come può lasciare indifferenti, ma di sicuro ormai è diventato sinonimo di prodotti di qualità. Il paraluce è di tipo estraibile, e ciò consente di guadagnare preziosi centimetri quando si ripone il tele; sul bordo esterno c’è un’abbondante protezione in gomma, che consente all’occorrenza di appoggiare il telescopio per terra senza il rischio di graffiare la bella finitura del telescopio; è una scelta di derivazione fotografica, in quanto anche i lunghi teleobiettivi della stessa casa nipponica dispongono della medesima protezione, per permettere ai fotografi di cambiare velocemente ottica, senza preoccuparsi troppo di dove si appoggia il prezioso e delicato oggetto. Il paraluce è decisamente lungo e stretto e ciò dovrebbe garantire una più che discreta protezione contro l’insorgere di umidità condensata sulla lente frontali durante la notte. Dal lato opposto del tubo troviamo il focheggiatore (che strano, vero???); la soluzione adottata da Pentax però non è all’altezza di tutto il resto; è una soluzione qualitativamente buona, sia chiaro, ma forse si poteva fare di più per sfruttare appieno le qualità ottiche e meccaniche del resto del telescopio. E’ un tradizionale focheggiatore a cremagliera, molto preciso e con nessun gioco apparente, quindi di classe comunque elevata, superiore a mio avviso a quelli presenti sui rifrattori Vixen. Il movimento è dolce e fluido e un anello stringitubo regolabile permette di ottimizzare l’attrito di scorrimento, fino a bloccare del tutto il focheggiatore; una soluzione semplice quanto efficace per gestire anche fotocamere o Ccd piuttosto pesanti. Ottima anche la culla con cui si aggancia il telescopio alla montatura equatoriale, decisamente robusta e in grado di accettare accessori.

Sul campo
Il Pentax 75 SDHF nasce come telescopio fotografico e sotto questo aspetto cercherò di dare una mia valutazione. L’ho provato per un’intera notte da Pian dell’Armà, sotto un cielo decisamente buono. Montato sulla Orion Atlas EQ-G assieme al William optics 66 Sd come guida su una piastra XP3, tutto il sistema rimane una roccia, stabilissimo. La prima difficoltà incontrata è stata la messa a fuoco. Non uso, e vorrei evitare di usare il più possibile, Pc sul campo, per cui non posso contare sull’aiuto di software specifici per compiere questa operazione. Maschere di Hartmann e controlli ripetuti sul monitor della reflex consentono comunque in poco tempo di raggiungere il fuoco perfetto; ho però trovato scomodo l’assenza e soprattutto l’impossibilità di dotare il focheggiatore di una riduzione. Sul piccolo Takahashi è uno degli accessori che più apprezzo e che mi risolvono e facilitano meglio questo compito; comunque con un po’ di pazienza ho ottenuto in qualche minuto il fuoco ideale. Ho notato anche che la precisione meccanica è tale per cui, una volta bloccata la corsa del focheggiatore con l’apposito sistema, anche ruotando la fotocamera il telescopio non modificava assolutamente il fuoco. Ottimo. Nella sera dedicata alla prova del Pentax ho fatto una serie di scatti su M8, M20 e M31 con una Canon Eos 300D modificata. In tutti i casi le immagini hanno mostrato una spianatura eccellente su tutto il campo abbracciato dal sensore della reflex.
Osservando però alcune stelle molto luminose, si può trovare traccia (ma proprio solo tracce) di un leggerissimo alone, un residuo cromatico che non disturba minimamente l’immagine se le integrazioni totali sono sufficienti da avere un rapporto segnale/rumore favorevole, mentre può diventare più evidente se si cerca di esasperare l’elaborazione per estrarre quante più informazioni possibili (anche quelle relative al seppur minimo residuo cromatico). Non lo considererei u difetto quanto una caratteristica di un tele che comunque si colloca in una fascia di prezzo ben definita e non al top per l’apertura e le altre caratteristiche. Un A&M da 80mm f/7.5 non ha per nulla, ma proprio zero, residuo cromatico, ma non dispone di spianatore e il prezzo è sensibilmente maggiore del Pentax, per cui ritengo che le prestazioni del giapponese siano assolutamente allineate alla somma a cui viene venduto, con il per nulla trascurabile vantaggio di una spianatura perfetta, una caratteristica non sempre facile da ottenere anche da prodotti di marchi blasonati. I 500mm di lunghezza focale e l’apertura di 75mm producono un rapporto focale di f/6.7, non elevatissimo, ma ancora pienamente sfruttabile anche con le reflex digitali. Da una prova comparata, effettuata nella stessa sera con il Takahashi FS-60C, ho notato come quest’ultimo offrisse immagini più profonde a parità di esposizione con la stessa reflex, maggiore della differenza di luminosità tra le due ottiche (f/6.7 il Pentax e f/6.2 il Takahashi con lo spianatore). Una discrepanza forse generata dal diverso tipo di lenti utilizzate e dal differente trattamento antiriflesso…non mi spiego, altrimenti, altre valide soluzioni a questo problema. Complessivamente il Pentax 75 SDHF mi ha favorevolmente impressionato, forse troppo vicino al mio attuale Takahashi FS-60C per farmi fare qualche cattivo pensiero, ma sicuramente si tratta di un’ottica da tenere in seria considerazione se si vuole fare astrofotografia. La focale già interessante ma non eccessivamente lunga da creare seri problemi di guida e il rapporto focale di f/6.7 permettono di ottenere interessanti risultati con pose non eccessivamente lunghe. Il peso e le dimensioni ridotte consentono un proficuo utilizzo anche su montature non eccessivamente ingombranti e pesanti e, da non dimenticare assolutamente, una spianatura di campo esemplare, che Pentax conferma fino al formato 6 x4,5cm ma che per ovvi motivi ho potuto testarlo solo sul “piccolo” sensore delle reflex digitali. Infine, Pentax, propone anche un moltiplicatore di focale 2x e un riduttore che porta la focale a 360mm con rapporto d’apertura pari a f/4.8 mantenendo, a detta del fabbricante, le stesse eccellenti qualità ottiche del tubo “nudo”. Non ho detto nulla al riguardo dei raccordi “proprietari”, ma ormai sono rassegnato con Takahashi, e la cosa non mi sorprende più di tanto; se si sposa qualcuno lo si prende così com’è con i lati positivi (molti) e negativi (davvero pochi). Insomma, non è privo di qualche paccatuccio (veniale però), ma offre davvero tanta sostanza.

Per vedere anche le foto potete andare direttamente sul mio sito a questa pagina

Mi farebbe piacere altri commenti e impressioni da chi questo tele lo usa veramente, non come me che ho fatto un giretto una sola sera

A presto

V

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MessaggioInviato: mercoledì 17 ottobre 2007, 10:57 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 19:37
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Bella recensione Valerio!
:)
Paccato per il refuso... :)


Il Pentax75 è uno dei miei desideri reconditi... Prima o poi...
e sarà anche colpa tua. :)

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Strumentazione
Newton TS 6" - RC 8 GSO - MN 180/1000 Skywatcher - Zen schmidt camera 250 F/3
Simak 240/1310 Zen - Konus Vista arancione (acro 80/400) - SolarAlpha 120
Vixen NEXSXD - iOptron G70
Canon 450D - Magzero 9- QHY8L- Lodestar II - Moravian G3 6300


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MessaggioInviato: mercoledì 17 ottobre 2007, 11:00 
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Messaggi: 6032
Località: Truccazzano (MI)
Tipo di Astrofilo: Fotografo
eheh...non te ne pentirai :)

quale refuso? così correggo

Sempre se la lista non fosse troppo lunga per inserirla in un singolo post! :)

V

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MessaggioInviato: mercoledì 17 ottobre 2007, 11:23 
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Il Pentax: lo vidi, lo desiderai, costava troppo e mi orientai verso altri lidi (tubi) simili ma più economici. Continuavo a sognarlo. Alla fine l'ho comprato nuovo e di soddisfazioni me ne ha date, e me ne da tutt'ora, tante.

Ha i suoi peccatucci veniali come li definisce Valerio, e io ci aggiungerei che ogni accessorio è costoso e a parte, a cominciare dal cercatore che come me vedo anche Severino si è ingegnato per adattarne uno qualsiasi.

Il fuocheggiatore è molto preciso e la leva per variazione di resistenza meccanica alla sua estrazione è un toccasana per ogni attività visu/fotografica.

Confermo l'impeccabile campo spianato su tutto il frame APS-C delle DSLR.

La cosa bella è che, montato sulla sua culatta, lo posiziono su un cavalletto fotografico e lo uso come tele mordi e fuggi.

Peccato che i fratelli maggiori costino un ... dèsfo.

Grazie Valerio per la prova.

_________________
Manuele

C9.25 Edge HD, TS 130 OWL
Oberwerk 20x80, Bresser 10x50
ASI2600MM Pro, QHY5III-178M, Player1 Mars-C II
Ioptron CEM120, SW EQ6pro

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Quando sarò vecchio, dai boschi mi verranno incontro i ricordi dell'infanzia, e il cerchio si chiuderà.


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