1° Forum di Astronomia Amatoriale Italiano

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Autore Messaggio
MessaggioInviato: sabato 3 giugno 2006, 15:07 
Ho ripescato, recentemente, un catalogo che mi fu inviato con un telescopio nel 1968 dalla ditta "Alinari" di Torino.

Credo l'unica azienda a pubblicizzare, su riviste varie, strumentazione fabbricata in Italia.

Avete altre notizie, in merito, o foto della vostra esperienza con Alinari?

Fateci sapere.

Intanto su http://www.aeritel.com/ADIA abbiamo inserito qualcosa.

Andate nelle "News" e trovate il link alla pagina con i primi appunti ed alcune foto.

Una piccola, bella e gradevole pagina di antichi ricordi.



Cieli e giorni sereni.



Riccardo Giuliani - Ik7FMO


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MessaggioInviato: sabato 3 giugno 2006, 19:24 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 20:11
Messaggi: 175
Ciao Riccardo.

Non ho esperienze in merito con i telescopi Alinari, ma ho letto non ricordo se su Nuovo Orione o altra rivista che erano pessimi telescopi, molto costosi in relazione al diametro, mostruosamente pesanti.

E' chiaro che potevano essere all'epoca un primo approccio all'Astronomia amatoriale, ma insomma il rapporto qualità-prezzo era veramente tremendo. Ricordo di aver letto che la vera rivoluzione arrivò con gli strumenti giapponesi Polarex-Unitron, tutta un'altra musica....

Mi dispiace per l'approssimazione della risposta, ti saluto cordialmente.

Roberto.


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MessaggioInviato: domenica 4 giugno 2006, 11:28 
Gent.mo Roberto,
Non so dire per i prezzi, non mi sembravano elevatissimi, certo all'epoca uno strumento del genere costava di certo. Anche apparati per radioamatori di classe bassa avevano un prezzo che tiravano via quasi uno stipendio.
Purtroppo vendetti quel telescopio perchè entrato in paranoia. Fui beffeggiato da un gruppo di conoscenti mentre osservavo dal balcone di casa. Per diversi anni non mi interessai più di astronomia. Poi ho ripreso.
Il modello che comprai (visibile sul sito ADIA) aveva la lente singola ed era diaframmato. Gli oculari erano composti da due lenti semplici in vetro, alloggiate in un supporto di gomma morbida. Sarebbe molto interessante poterne provare uno, dopo tanti anni. Non ho idea dei modelli "acromatici". Faccio una considerazione. Se quei modelli giungevano ad ingrandimenti "elevatissimi" dovevano, almeno avere lenti decenti. Altrimenti già a 100x l'immagine sarebbe stata pessima.
Chissà che non spunti fuori qualche possessore.

Cieli sereni.

Riccardo G.


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MessaggioInviato: domenica 4 giugno 2006, 12:07 
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Iscritto il: giovedì 9 febbraio 2006, 14:35
Messaggi: 4611
Località: Padova
ADIA ha scritto:
[...] Avete altre notizie, in merito, o foto della vostra esperienza con Alinari?

Cercando su Internet qualcosa si trova... Anche Ugo Ercolani ne ha (aveva?) uno.

Donato.


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MessaggioInviato: domenica 4 giugno 2006, 16:00 
Grazie Donato, infatti avevo tro vato ieri trovato il sito di Ugo e gli ho scritto.

Anche per sapere la reale qualità ottica di quei telescopi, probabilmente gli unici fabbricati e pubblicizzati in italia all'epoca.

Dovrei avere altre pubblicità. Vedrò di trovarle.

La ricerca continua. Ripeto, a me è rimasto solo il catalogo che mi fu inviato insieme al piccolo telescopio le cui caratteristiche sono sul sito ADIA. Quasi una reliquia :D



Cieli sereni.

Riccardo G.


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MessaggioInviato: lunedì 5 giugno 2006, 21:19 
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Iscritto il: giovedì 9 febbraio 2006, 16:10
Messaggi: 139
Località: Genova
Eccomi qui! Torno da Montezemolo e trovo questo post interessante, ed anche nella posta ho trovato la stessa domanda. Ti rispondo sul forum, Giuliano, e ti racconto...
Correva l'anno 1959 (ora che non sono più un giovanetto capisco perchè si dice "correva l'anno"...) quando sulle schedine del totocalcio, che non ho mai seguito, vedevo la "reclame" (allora si chiamava così) dei telescopi Alinari. Ottima casa di Torino che costruiva diverse ottiche. Satelliter, Jupiter, ed altri nomi che non ricordo. Lavoravo in officina dal lontano, si fa per dire, 1957 (cominciai il giorno dei morti di quell'anno!) e, guadagnando ben 2500 lire alla settimana, decisi di comprarmi un "satelliter", modica spesa lire 6000. Con obiettivo da 50mm (lente da occhiale) diaframmata però a, credo, circa 25mm. Focale un metro. Mi arrivò una bella scatola di cartone con all'interno l'atteso strumento. Un tubo di plastica grigia (spessore probabile 3mm), con, dal lato oculare, una struttura in gomma che conteneva lo specchio "ribaltabile" che permetteva di utilizzare sia un oculare con visione "raddrizzata" sia la visione telescopica.
Stupendi oculari in gomma permettevano diversi ingrandimenti. La lente di barlow, totalmente in gomma, permetteva di raddoppiare gli ingrandimenti...
Piccolo treppiedi da tavolo, in tondino cromato di acciaio del diametro di 5mm, naturalmente altazimutale, concludevano la fornitura.
Un piccolo foglio mi diceva che era a disposizione un doppietto acromatico del diametro reale di 50mm con una spesa di "soli" 5000 lire.
Non avevo idea di ciò che potevo osservare. Ma alla sera, dalla finestra di casa, lo puntai verso il cielo stellato. Quante stelle che si osservavano dalla città!
E la fortuna degli incapaci mi premiò poco dopo! Puntai una stella abbastanza luminosa e mi accorsi che era Saturno! Che bello! Mai potrò dimenticare il piacere di quella sera e di tante altre sere seguenti.
Non chiedetemi se ho visto la divisione di cassini o qualche altro particolare. Certamente non cercavo altro. Ero veramente soddisfatto.
L'obiettico acromatico pubblicizzato era molto allettante, e qualche mese dopo investii quella cifra per una così importante soluzione. E ne fui entusiasta!
Devo premettere che le lenti erano tutte, ma proprio tutte, in vetro! Non al lantanio, ma era vetro!
Che rispondere alla domanda "E' vero che gli obiettivi erano fondi di bottiglia?".
Il doppietto acromatico era saldato con il vecchio "balsamo del Canadà". Nessuna "spaziatura" in aria. La struttura che teneva l'obiettivo era un anello di alluminio che veniva forzato all'interno del tubo in plastica. Per carità, non pretendevo l'esistenza di viti di regolazione, ma almeno la possibilità di essere certi della giusta posizione dell'obiettivo.
Quindi le lenti potevano anche essere di grande qualità, ma i loro supporti erano veramente soluzioni molto precarie. Ma a quello strumento non chiesi mai di più di quello che mi poteva dare.
Ed ebbi da quello strumento enormi soddisfazioni.
Poi lo regalai a mio fratello e lo persi di vista...
Ma il mio rapporto con la Alinari di Torino non terminò quì, infatti nel 1999... Ma continuerò domani.
Intanto, se puoi darmi l'indirizzo preciso dello spazio che hai dedicato al Telescopio Alinari potrei prendere anche qualche suggerimento...

_________________
Anche un orologio fermo, due volte al giorno segna l'ora giusta - H. Hessie


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MessaggioInviato: lunedì 5 giugno 2006, 22:16 
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Iscritto il: sabato 4 marzo 2006, 23:04
Messaggi: 1623
Località: trivero
ADIA ha scritto:
Ho ripescato, recentemente, un catalogo che mi fu inviato con un telescopio nel 1968 dalla ditta "Alinari" di Torino.

Credo l'unica azienda a pubblicizzare, su riviste varie, strumentazione fabbricata in Italia.

Avete altre notizie, in merito, o foto della vostra esperienza con Alinari?

Fateci sapere.

Intanto su http://www.aeritel.com/ADIA abbiamo inserito qualcosa.

Andate nelle "News" e trovate il link alla pagina con i primi appunti ed alcune foto.

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Cieli e giorni sereni.



Riccardo Giuliani - Ik7FMO


Io non ho mai comperato un alinari, ma mi ricordo la pubblicità sui libri di fantascienza URANIA, di cui ho una sterminata collezione e che divoravo da bambino. Il prezzo di copertina era di....33 lire!!!
ciao

_________________
non basta sapere si deve anche applicare, non è abbastanza volere, si deve anche fare. (W. Goethe)
Quindi, non per il sapientone che pretende "applicare", non so bene cosa più delle chiacchiere, comunque......(Sergio)
Cassegrain coudè 450 mm f 15 OPS optics (1/16 pv - 1/43 rms sthrel 0,97) terminato.
SUINOX (r) 80/540 ed. - Acro 100/1300 "Old Style"
Acromatico folded 230 mm. f 18 in costruzione.
Dall Kirkham "Raptor" 277 mm. f 24,3 ostr. 18% in costruzione.


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MessaggioInviato: martedì 6 giugno 2006, 7:24 
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Iscritto il: giovedì 23 marzo 2006, 8:03
Messaggi: 353
Località: Rimini
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Non ho mai acquistato da Alinari ma ricordo le pubblicità che comparivano all'epoca un po' ovunque sulle riviste pseudo scientifiche, come autocostruttore e assiduo lettore di "Sistema Pratico" e "Sistema A" nel 56 ho creduto più conveniente costruirmene uno con una lente da occhiali (allora se ne trovavano anche di piane) con focale di circa 1m diaframmata a circa 1,5cm, per l'oculare utilizzai lenti smontate da contafili configurate in schema simile al Plossl secondo le istruzioni di una rivista.
Fu questo il mio primo "telescopio" che mi permise il primo sguardo ai pianeti, luna e sole. Per quest'ultimo utilizzavo l'osservazione in proiezione, ma non nel modo consueto in rilessione, bensì in rifrazione su uno schermo in plastica bianca e sottile che mi permetteva la visione di un disco solare di circa 6 cm e l'evoluzione delle macchie in modo "televisivo".
Qualche anno più tardi mi feci costruire, da altra ditta pubblicizzata, un doppietto acromatico spaziato in aria da 80mm e 1300mm di focale che mi costò 10.000 lire (qualche mese di risparmi sulla "paghetta" da studente), in tempo utile per poter osservare l'eclisse totale di sole del 60 (mi pare).

_________________
Newton 300/6 fotografico deep sky + guida 120/15 autocostruiti.


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MessaggioInviato: martedì 6 giugno 2006, 14:51 
Carissimi amici, in particolare Ugo,
con immenso piacere abbiamo letto le vostre note in merito a questa peculiare produzione.

Avevo già sbirciato il telescopio in parallelo sul Totem che avevo compreso essere un Alinari.

Chiedo ad Ugo: la qualità delle lenti. A parte le semplici, la qualità doveva essere abbastanza decente dato che le spiegazioni promettevano altissimi ingrandimenti che, anche se esagerati, facevano presupporre una certa lavorazione.

Altrimenti già a 100x l'immagine sarebbe stata pessima.

Ugo, le tue note mi hanno veramente commosso e catapultato in quegli anni, di grandi spazi e sovrumani pensieri.

Non pensavo di essere anch'io un piccolo pioniere.

Da leggere, con impazienza, la seconda parte...

Bellissime anche le esperienze ed i suggerimenti di Italo doduz, robercole, massimoboe. Attendiamo altri dati.

Il link >>> http://www.aeritel.com/ADIA/telescopio/ ... inari.html

Cieli sereni.

Riccardo Giuliani - Ik7FMO


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MessaggioInviato: martedì 6 giugno 2006, 21:53 
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Iscritto il: giovedì 9 febbraio 2006, 16:10
Messaggi: 139
Località: Genova
Come dicevo, nel 1999, vidi un annuncio sul giornale: vendo telescopio.
Telefono: era lo strumento di una persona che era mancata. Vado all'indirizzo indicatomi e un signore molto gentile mi apre una lunga valigia. Diametro 114 (credo) focale 1 metro, diversi oculari in gomma. Insomma, dopo 40anni avevo sottomano il telescopio che ho sognato nella mia gioventù. C'era scritto Alinari modello Jupiter! Tra me pensai al proprietario: stai tranquillo, il tuo telescopio tornerà ad essere puntato verso il cielo. Ne sarai orgoglioso!
Provai ad osservare non si vedeva niente. Ma lo comprai lo stesso (100mila), e lo portai a casa con lo stesso entusiasmo che avrei mostrato 40anni prima.
L'obiettivo mostrava segni di "scollamento". Una soluzione tecnica che ha fatto rabbrividire persino me (che sono facilmente dedito a costruzioni poco scientifiche ma molto "veloci")
Un po' di vernice tratteneva lo spesso obiettivo (circa 15mm) nella propria sede. Ho spinto il doppietto e si è sfilato con tranquillità. L'obiettivo era trattenuto da una serie di "giri" di spago, vicinissimi tra loro, che facevano da spessore. Naturalmente lo spago era marcio, l'obiettivo scollato. Ho pulito il tutto, ho riavvicinato tra loro le due lenti, ho sostituito lo spago con del nastro da elettricisti, ho inserito il doppietto nella sua sede e lo strumento era funzionante.
Io direi che sperare di fare una prova per vedere come avrebbe potuto funzionare all'origine sarebbe stato complicato.
E non era nelle mie intenzioni. Il suo lavoro lo fa con decenza. Mi mostra nel piccolo monitor televisivo l'oggetto che sta puntando lo strumento principale. Infatti ho installato una piccola telecamera (da citofoni, senza ottica) al fuoco diretto.
La "montatura" faceva veramente pena. Altazimutrale assolutamente non "bilanciabile".
Le promesse di ingrandimenti strepitosi era ciò che il compratore inesperto di allora desiderava.
E venivano pubblcizzate a dovere.
Questa, è stata forse la "cultura" popolare più difficile da contrastare.
Infatti quando ci troviamo in qualche manifestazione pubblica ci si sente dire: Bello sto telescopio! Quanti ingrandimenti ha? :lol:

Molto diverse sono invece le mie impressioni su altri due vecchi strumenti che tengo gelosamente: il Vixen 80x1200 e lo skymaster 60x900!
E tantissimi oculara da 24,5 che non ritengo molto al di sotto delle moderne produzioni dai prezzi "astronomici"...

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