Da quando ho preso il pentax 105 edhf avevo in mente di pulirlo perché sembrava davvero lurido. Pur non notando difetti durante l’osservazione visuale, l’idea di avere una lente molto sporca non mi faceva stare tranquillo, memore di quel che mi successe qualche anno fa con un toa130.
Questo è come si presenta la lente frontale:
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Sembra davvero unta: anche provando a “strofinare” con l’ovatta imbevuta di liquido baader, lo sporco sembra non andare via: sarà mica l’antiriflesso che si sta lamando?
Così, prendo tazza, tovagliolo ed estraggo il doppietto frontale dalla sua cella. Pulisco tutte e quattro le superfici che diventano trasparenti come se fossero appena uscite dal laboratorio ottico:
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Qui però nasce l’inghippo: rimontandole in cella, ricompare lo sporco, che è come a macchia di leopardo. E che mi pija per il culo?
Poi guardo l’interno della cella e intuisco l’arcano:
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E’ tutta zozza! Evidentemente quello sporco viene rifratto dal bordo delle lenti non perfettamente annerito.
Provo a pulire con: sgrassatore, niente! alcool, niente! acetone, niente! Ci manca solo l’acido solforico…
Allora decido di ricolorare di nero l’interno della cella con un pennarello indelebile:
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Rimonto il doppietto nella cella e…
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Vualà: lindo e il brigadiere!
I piccoli schifoidi che si vedono ai bordi sono pezzetti di ovatta.
Te capì? Per un ignorante come me, scoprire che i bordi delle lenti contribuiscono a quello che si vede sulla lente è stata una... bella scoperta! Poi a livello visuale non mi pare sia cambiato niente, però ora son tranquillo!
Cieli sereni,
Kapp