Ciao a tutti, una nottata intera a disposizione per provare il mio nuovo (preso usato) tubino.
Si tratta del Dobson Ariete a traliccio, con specchio primario da 350mm f/4,5 (F=1575mm) acquistato un mese fa e non ancora provato per bene... fino alla notte di Venerdì 27 Ottobre al Pian dell'Armà.
Alle 19 arrivo sul posto già popolato da una decina di appassionati (alcuni a voi noti) e monto in cinque minuti il bestione, è relativamente pesante, 33Kg circa, e la maggior parte del peso, 25Kg, risiede ovviamente nella sezione inferiore dalle dimensioni di mezzo metro, quadrata e alta 60cm.
Si può prendere comodamente grazie alle due maniglie laterali ed "appoggiare" nel baule dell'auto con molta facilità, le quattro stecche di legno (così come la base e la sezione superiore) sono lunghe poco più di un metro e quando il tutto è montato l'altezza massima dell'oculare, puntando lo zenit, risulta di 1560mm, altezza naturale dell'occhio per una persona di media altezza.
Le quattro stecche hanno sezione ad L e sono fissate molto semplicemente e solidamente sfruttando i 4 angoli interni della base e della sezione superiore, in tutto otto manopole con vite filettata che, passando per lo chassis, fanno presa sui corrispondenti buchi delle stecche bloccandole fortemente.
A questo punto si rimuove il semplice ma efficace pannello (sempre in legno) che copre lo specchio primario ed il panno sottostante copri specchio, si leva il panno a sacchetto copri secondario e si monta il cercatore (un 9x50 Orion raddrizzato a 90° + Telrad) : pronti all'osservazione.
Lo specchio secondario è di 74/75mm (abbondantino rispetto al minimo necessario) per un'ostruzione in diametro del 21,5% circa ed è sostenuto da 4 lamine sottilissime, sul retro del blocco del secondario ci sono le manopoline di collimazione (ancora inusate, l'ottica sembra reggere la collimazione in maniera egregia).
Il "tubo" è imperniato alla base per il movimento in altezza (non ha i classici cerchi o archi su teflon o simili con relativi incavi di appoggio), si tratta di una soluzione semplice e solida ed offre il vantaggio della regolazione incorporata della fluidità del movimento, utile quando si punta sotto i 45°, basta stringere le due comode manopolone incorporate nei perni di aggancio. Una di esse è addirittura predisposta per il montaggio di encoder, cosa valida anche per il perno di rotazione in azimut posto al centro della base.
Come dicevo questa è la prima prova seria, avevo avuto modo di testarlo in Val Vigezzo un mese fa incappando in una serata "mista", nel senso che le condizioni del cielo erano troppo variabili con nubi in continuo passaggio ed umidità da affettare col coltello : meno male che la verniciatura (blu elettrico nel mio caso) ruvida tiene l'umidità alla larga dalla struttura.
Bene, mangio minestra e piadina ancora calde portate da casa ed ecco che dopo le 19:30 dò una occhiata alla collimazione... sembra a posto anche se lo specchio non è ancora del tutto tranquillo.
Primo target la cometa C/2006 Swan che oggi sta tre gradi e mezzo sotto (gergo da Dobson) ad M13 e col buio che sta calando la si vedrà anche ad occhio nudo. Ma essa non mi dice nulla di particolare, non avendo paragoni tecnici, dice molto invece M13, alla fine de crepuscolo astronomico (ma c'è ancora la Luna dietro la montagna che si appresta a tramontare) è ben risolto e luminoso col Nagler 13, e ancora più profondo col Meade UWA 8,8 a circa 180x.
Le stelle però non sono ferme, il seeing rimarrà scarsotto tutta la notte ed il buio rimarrà passabile ma non eccezionale.
Aspetti positivi invece sono la temperatura costante di 12° con lievi e frequenti folate calde ed umidità sotto il 50% !!!
La cosa che mi colpisce di più di questo telescopio è la facilità d'uso, veramente ben realizzato e fluido. Il focheggiatore è un William Optics Cryford da 2" e non ha alcun gioco, più che buono anche se non ha la demoltiplica.
Innumerevoli gli oggetti puntati, anche se buio e trasparenza, come già detto, non erano eccellenti, sono riuscito ad andare "in profondità" :
- Velo spettacolare e facilitato dalla corta focale del tele, col Panoptic 24 mostrava già moltissime strutture, ancor più accentuate da oculari più corti.
- NGC 281 (Pacman) sempre con OIII inquadrata per intero con ampio margine nel Pan 24, non pensavo fosse così facile vederla.
- M42 immensa e con UHC Astronomic e Pan 24 si "chiudeva il cerchio", o meglio la si inquadrava totalmente fin nelle sue propaggini inferiori che si richiudono appunto.
- Testa di cavallo... era evidente con l' H-beta da 2" in un vicino Dobson da 50cm con Pentax 40mm , nel mio l'ho potuta cogliere usando il semplice UHC, anche se la visione era estremamente elusiva, quasi non ci volevo credere !!!
- Galassie facili facili, contate tre o quattro nel quintetto vicino ad NGC 7331 ; sempre bella M82 (la preferisco ad M81), enorme NGC253.
M 33 mostrava appena accennata la struttura a spirale con alcuni dettagli (nebulosità?) all'estremità di un braccio, Le satelliti di M31 erano luminosissime e la sua Banda scura principale ben visibile.
- Planetarie : NGC6543 troppo luminosa anche ad oltre 200x, bella NGC 40, si coglievano i ghirigori attorno alla zona centrale, Helix troppo vicina alla montagna e alle basse velature, mostrava poco contrasto... ma non parliamo di M27 ed M57 !
Il Panoptic 24mm, anche se comincia a mostrare un poco di coma ai bordi, è un vero winner su questo telescopio, riesce ad inquadrare oltre 1° di campo mantenendo la pupilla di uscita sui 5mm o poco più e resta comunque un oculare comodo e leggerissimo da 1,25"... ci vuole !!!
E' bello soprattutto da utilizzare con oggetti vasti : Velo, Doppio di Perseo, M42, M81/82, grandi ammassi aperti e nebulose, ecc. ed è comodissimo per cercare.
L'uso del Telrad è proficuo, se si conosce la esatta posizione degli oggetti rispetto alle stelle è realmente un attimo inquadrarli, se non c'è questa precisione, allora ecco che viene in aiuto il 9x50.
Ma veniamo ora al pezzo forte... e come potevate scamparla ?!?... la torretta binoculare abbinata al Dobson.
Faccio subito una considerazione : come oggetto in sè, la bino ha come campo preferenziale l'alta risoluzione e questa viene naturale se la si abbina ad Dobson. Infatti con gli oculari da 19mm/70° Antares raggiungo un ingrandimento minimo di ben 280x !!!, questo perchè i Newton hanno un fuoco molto interno e per poterlo estrarre ed andare a fuoco con la bino occorre introdurre un moltiplicatore di focale, ho usato la Barlow GSO 2x (da 2", per ovviare a problemi di vignettatura) che applicata all torretta viene "tirata" e restituisce circa 3,5x con un campo reale inquadrato di 15' d'arco.
Saturno saliva a tarda notte ed ecco che allora ho impiegato questa configurazione su vari oggetti di varie tipologie :
M42 nella parte del Trapezio mostrava un dettaglio ed una tridimensionalità profondissimi (relativamente al seeing scarso), M82 veniva addirittura esaltata nella strutturata parte centrale, il doppio di Perseo (mezzo alla volta, doppio non ci sta) offriva l'effetto immersione più di altre immagini, le stelle sembravano contornare gli occhi ed il fondo cielo risultava di un nero impressionante.
Queste le impressioni su alcuni oggetti deep luminosi, ma valide anche per magnitudini più basse.
Saturno purtroppo era fortemente disturbato, ma in momenti relativamente calmi si intuiva la potenzialità dell'accoppiata Dobson/bino, quando poi sarà in opposizione... !!!
Sarebbe interessante avere un ingrandimento minore e la cosa si può realizzare (previa verifica del backfocus necessario) con il correttore 1,7x da 2" della Baader, che agisce anche come correttore di coma, in tal caso si potrebbe inquadrare mezzo grado di campo a 140x, ottimale per parecchi oggetti deep.
Sarebbe interessantissimo anche andare a fuoco senza correttore alcuno, e lo strumento si presta all'impresa proprio per la sua particolare realizzazione, ad esempio avendo quattro stecche più corte di 5/6cm il fuoco uscirebbe del tratto necessario, però passando dalle stecche normali a quelle corte bisognerebbe rifare la collimazione ?
Oppure si potrebbero incassare nella base le stecche attuali praticando in essa quattro fori 5/6cm più in basso, oppure si potrebbe comprare un dispendioso "cappello" (la sezione secondario/focheggiatore) aggiuntivo più basso, ecc... sono in fase di meditazione e la fretta, si sa, è cattiva consigliera !
Queste soluzioni comporterebbero tutte quante uno sbilanciamento del tele verso il primario, che però sarebbe riequilibrato dal maggior peso della torretta binoculare.
Effettivamente nella configurazione attuale bisogna stringere assai il movimento in altezza per non far sì che il tubo cada quando punta sotto i 45°.
Che dire dunque, sono soddisfattissimo dello strumento anche se l'alluminatura è da rifare (ma è più un effetto psicologico) perchè presenta parecchie piccole fioriture : visualmente non si nota infatti alcun difetto !!!
Alle 04:30 smonto e saluto chi ha resistito, fa ancora caldo e quando giungerò in pianura trovo un grado in meno di temperatura ed ecco la nebbia, che mi accompagna da Voghera fino ad Abbiategrasso, ci sono abituato vivendo in Val Padana, ma così spessa capita raramente, una vera impresa raggiungere Magenta !
Spero che questa testimonianza sul "piccolo pozzo di luce" serva ad illuminare qualcuno di voi, finalmente ho cominciato a VEDERE e non semplicemente ad intuire !
Cieli sereni !
Alessandro Re
_________________ Sono socio del GAR http://www.astrofilirozzano.it2 Dobson ARIETE: 14" +16"exmdl f/4,5 Celestron C8 , Newton 8" SW e Vixen 120S-NA su Vixen Sphinx SXW ; Tecnosky Apo 65, Celestron C80ED/OmniXLT100ED e C5 su CG5-GT/Vixen Porta Torrette Baader Maxbright + Denkmeier DualArm PxS NPack + 2Antares 19mm 70°, Televue Nagler zoom 3-6mm, 7mm T1, 13mm T2 e T6, Pan 24mm. Binocolo Steiner Rallye 20x80 e 28x110 su pantografo G. Fiorini normale e Maxi
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