domanda esistenziale di un astrofilo romantico

kappotto

Se domani acquistate uno strumento vecchio, tendete ad aggiornarlo con modifiche per farvelo rendere al meglio, oppure preferite utilizzarlo com'è stato concepito?

La domanda sembra banale, ma la risposta, anzi le risposte possono essere diversissime: si o no. Ma dipende comunque da tante cose.

In generale noi astrofili siamo un po' maneggioni: ci piace mettere insieme, rielaborare, mischiare e ottimizzare. Penso soprattutto ai dobsonari e ai fotografi, che qualcosa in comune forse hanno, a questo punto.

Personalmente sono combattuto tra le due risposte e alla fine penso vadano bene entrambe.

Da un lato, mi piace usare gli strumenti vecchi come sono stati concepiti all'epoca. Quindi ad un vecchio rifrattore non cambio il focheggiatore, non cambio il cercatore, possibilmente lo uso su una montatura simile a quello con cui veniva venduto.
Dall'altro lato, sul dobson ho cambiato 10 cercatori, cambiato 3 volte i cuscinetti del movimento in azimut, cambiato focheggiatore, al cinesone 150/1200 ho cambiato focheggiatore, cercatore, aggiunto una barra ecc.

Voi come la vivete la cosa?

Kapp

davidem27

A te piaceva giocare col Meccano, poco ma sicuro :mrgreen:

Io non ho strumenti d'epoca nati per funzionare nel modo con cui sono stati concepiti, quindi non mi pongo il problema e pastrugno con quello che ho a seconda di quello che mi serve fare.
Però il cercatore al dobson l'ho cambiato una volta in 13 anni. E soltanto per un capriccio

tuvok

dipende dallo scopo per cui compri lo strumento "vintage".
se lo compri "perchè è vintage", allora hai ragione a lasciarlo così com'è, magari anche con la sua montatura ed accessori, e magari soffrire un po' per qualche tremolio o qualche oculare che ha perso le sue prestazioni. Osserverai peggio di quanto potresti, ma lo scopo, appunto, non erano le prestazioni quanto "la nostalgia".

Se invece lo compri perchè è un gran pezzo di vetro con performance eccezionali che oggi fai fatica a trovare, allora vorrai sfruttarle quelle performances e gli sostituisci tutto il sostituibile.

E, comunque, credo che fossero passati molti anni dall'ultima volta che avevo scritto cose così ovvie :mrgreen:

.

Renzo

Io sono sempre stato un grande smanettone, non lo nascondo.
Però la risposta al tuo questio a mio avviso è particolarmente ostica.
Infatti se prendi un vecchio telescopio con l'idea già in partenza di "smanettarci" allora c'è poco da fare.
Se invece, come mi è capitato in passato, prendi un telescopio solo per il gusto di averlo e per "sapere" cosa si vedeva in uno strumento di una volta, allora questo strumento va solo tenuto in buono stato, un po' di manutenzione e basta.
Ovviamente specie in ambito fotografico, è anacronistico prendere uno strumento "vecchio" se non vuoi metterci mano e renderlo più performante. Stesso discorso a mio avviso con un dobson. Ma se ti capita un bel Fraunhofer di 100 anni fa e decidi ti modificarlo (non di fargli una corretta manutenzione che sarebbe doverosa) vengo costì e ti taglio i ditini. :look:

kappotto

Personalmente ho sempre apprezzato il pensiero che c'è dietro un progetto e il progetto che c'è dietro un telescopio.
Non nego di essere molto affascinato da quei set-up, tipo gli unitron, che si trovano in vendita, completi di colonna, montatura, oculari ecc. Pensate che bello un takahashi fs128 sulla sua em200.
Mentre osservo, oltre al piacere di godere della visione, secondo me è bello poter ricalcare quello che hanno fatto gli astrofili del passato, i nostri padri o addirittura i nostri nonni.

Mi ritrovo a leggere magari pezzi del Flammarion e a cercare quello che descrive. Che gusto ci sarebbe con un goto? No, l'ideale è mettersi in una mite serata primaverile, a leggere i passi del Camille, gustarsi un buon whisky scotch o un rum, e assaporare la visione della tal doppia o l'incrinatura della banda gioviana, nel silenzio assoluto del buio della notte.

Dall'altra parte capisco anche quanto sia divertente smontare, aggiustare e modificare quello che ti capita tra le mani per farlo rendere al meglio.

Ecco Renzo, hai centrato il bersaglio!

astronomo pazzo

Con un buon rum o wisky giusto le doppie... :twisted:

almeno io eh!
Scherzi a parte, sono d'accordo con chi mi ha preceduto, un bel setup vintage dovrebbe restare com'è.
A volte vedo il sito di cherubino e mi perdo a leggere dei suoi mirati restauri.

davidem27

astronomo pazzo ha scritto:

Con un buon rum o wisky giusto le doppie...

Ho pensato esattamente la stessa cosa :look:

kappotto

Davide, da un grande bevitore come te non mi aspetto che ci vedi doppio dopo un dito di rum

B&W

Aggiungo anche io la mia banalità: dipende anche dalle condizioni in cui versa lo strumento, dal tipo d’intervento che c’è da fare e la reperibilità e costi dei componenti (originali) di cui ci sarebbe bisogno. Ecco che poi arriva il bivio.
Dietro ciò ci può essere il pensiero sia di “assaporare la visione di un tempo” e sia, dico per dire, “se un tempo avessero avuto un ethos (o una reflex) accoppiato a questo strumento, cosa avrebbero potuto vedere o fare?”.
Ultimamente ho trovato un vecchio 80M polaris in condizioni estetiche pessime, fuocheggiatore manomesso ma con doppietto e cella in ottimo stato. Sto cercando e riuscendo di ripristinarlo com’era prima (vernice a parte per ora) ma questo perchè era economicamente e, abbastanza facilmente, fattibile. Non sono un amatore del vintage, pertanto mi è balenata anche l’idea di sostituire il fuocheggiatore con uno da 2” se ne fosse valsa la pena e soprattutto se il suo non fosse recuperabile…però sono felice di non averlo fatto. :lol:

tuvok

davidem27 ha scritto:

astronomo pazzo ha scritto:

Con un buon rum o wisky giusto le doppie...

Ho pensato esattamente la stessa cosa :look:

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