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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Le montagne di Venere
MessaggioInviato: domenica 6 agosto 2023, 14:49 
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Iscritto il: giovedì 25 ottobre 2018, 8:56
Messaggi: 427
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
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Eratostene.jpg
Eratostene.jpg [ 86.2 KiB | Osservato 1126 volte ]


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Schroeter.jpg
Schroeter.jpg [ 22.8 KiB | Osservato 1126 volte ]



Cos'hanno in comune le due immagini sopra, ossia un disegno e una fotografia realizzate a distanza di due secoli e relative a corpi celesti diversi? Apparentemente nulla. In realtà non è così, e guardandole meglio si può scoprire una storia interessante che secondo me merita di essere più conosciuta, e che vorrei qui disseppellire dai polverosi annali dell'astronomia.

L'immagine sopra (che ho preso dai miei archivi) ritrae il cratere lunare Eratostene parzialmente immerso nell'ombra. Il seeing non era granché e infatti non la propongo per la risoluzione raggiunta. Osservandola bene, si nota più o meno al centro un puntino luminoso emergere dal buio - il responsabile è uno dei picchi centrali, che svettando molto al di sopra del fondo del cratere riesce ad intercettare la luce solare. Questo fenomeno è noto da secoli, e lo conosceva bene nel 18mo secolo anche Johann Hieronymous Schröter (proprio lui, quello dell'omonima Valle a forma di serpente, spesso ripresa dagli astrofili), autore di una monumentale topografia lunare che lo rendeva uno dei maggiori conoscitori del nostro satellite.
Molto diversa era la situazione per Venere, la cui spessa coltre di nubi impediva agli astronomi di vederne la superficie alimentando le ipotesi intorno alla natura fisica del pianeta più brillante. Se simili speculazioni non mancavano neppure per la Luna, dove si vedeva rigogliosa vegetazione nelle aree più scure, possiamo immaginare cosa riuscisse a creare su Venere la fantasia degli astronomi dell'epoca e di Schröter in particolare, i cui voli pindarici finirono per renderlo agli occhi della comunità astronomica poco credibile nelle sue congetture quanto accurato laddove si limitava "solo" ad osservare. Per dare un'idea di quanto Schröter fosse in buona compagnia, è bello ricordare la teoria del contemporaneo von Gruithuisen, il quale pensava che la luce cinerea di Venere fosse dovuta ai festeggiamenti per l'elezione di un nuovo imperatore sul pianeta. Faccio notare che Von Gruithuisen era serissimo, tanto da avere una cattedra di astronomia all'Università.
E qui veniamo al punto, o meglio al "ponte" di collegamento tra le due immagini sopra. La seconda è un disegno dello stesso Johann che mostra Venere alla dicotomia, dove si nota uno strano puntino luminoso nei pressi del polo Sud (in alto). La natura di questo puntino presso i posteri non è stata mai accertata: c'è chi dice fosse un'aberrazione del suo telescopio (un riflettore, costruito da William Herschel, che tra poco entrerà nella nostra storia), chi un effetto del seeing, chi ancora un puro prodotto dell'immaginifico Schröter, convinto pluralista e sostenitore della vita praticamente in tutto in Sistema Solare.
Schröter invece non ebbe dubbi nel supporre un meccanismo analogo a quello che ben conosceva e che ho illustrato all'inizio parlando di Eratostene, e concluse che si trattava di una montagna così alta da bucare le nubi di Venere e riuscire ad intercettare la luce del Sole. Presto ne fu calcolata anche l'enorme altezza (ben 23 miglia).
Dopo altre osservazioni simili a questa (Schröter era un osservatore costante ai limiti della manìa), il nostro si convinse a consegnare il suo lavoro ad una memoria che subito scatenò delle discussioni, a cominciare dallo stesso Herschel che in qualche modo si sentì chiamato in causa essendovi implicato uno dei suoi strumenti. Considerati, peraltro, tra i migliori dell'epoca.
Sir William, solo per il fatto di essere tra i pochi eletti ad aver allargato il Sistema Solare con la scoperta di Urano, poteva permettersi di guardare dall'alto in basso i risultati del collega con meno anni, meno esperienza e meno reputazione, ed infatti così fece, mostrando a dire il vero in questa occasione un'acredine piuttosto estranea al suo carattere. Si diede quindi ad osservare Venere per molti mesi, non rilevando nessuna montagna e concludendo che lo specchio di Schröter, pur essendo eccellente, si era appannato (ricordiamo che all'epoca erano fatti in lega metallica e non in vetro alluminato come oggi) e che in sostanza il collega aveva preso un granchio, grosso perlomeno 30 kilometri. Scrisse ad esempio:

"[...] vorrei sapere per quale strano caso io abbia mancato di osservare queste montagne, che vengono descritte più alte del Chimborazo [all'epoca si credeva la vetta più alta della Terra, NdA]"

oppure

posso spingermi a dire che nessun occhio, che non sia molto migliore del mio o aiutato da strumenti molto migliori, le vedrà mai [le montagne su Venere, NdA]"

e via di questo passo.
Schröter dall'altra parte, anche se probabilmente scosso dai sarcasmi di Herschel, non rispose a tono ma nemmeno ritrattò la sua idea. Si limitò a far notare che mancavano osservazioni contemporanee, e che l'illustre collega aveva osservato in un periodo di tempo eccessivamente limitato per trarre conclusioni, scrivendo riguardosamente

il suo audace spirito di investigazione principalmente [essendo] impegnato nel fare scoperte in remote regioni del cielo

cioè, diremmo oggi, essendo impegnato a fare deep sky piuttosto che planetario.
La disputa, a quanto sappiamo, ufficialmente finì qui, ma è difficile supporre che la considerazione che i due grandi astronomi avevano l'uno dell'altro non ne uscisse in qualche modo incrinata.
Per inciso, le montagne su Venere esistono davvero, anche se non sono relativamente molto alte a causa dell'enorme pressione atmosferica e non sono visibili otticamente da Terra.

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 Oggetto del messaggio: Re: Le montagne di Venere
MessaggioInviato: domenica 6 agosto 2023, 17:45 
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Iscritto il: venerdì 11 novembre 2011, 16:23
Messaggi: 4408
Località: Agropoli (SA)
Tipo di Astrofilo: Fotografo aspirante Visualista
Molto interessante ed affascinante la storia.
Di fatto comunque l’osservazione di Schroeter resta particolarmente strana.

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Daniele

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 Oggetto del messaggio: Re: Le montagne di Venere
MessaggioInviato: domenica 6 agosto 2023, 19:42 
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Iscritto il: giovedì 25 ottobre 2018, 8:56
Messaggi: 427
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Le cuspidi di Venere (i "corni") mostrano spesso irregolarità all'oculare, apparendo tronche o estese, e così il terminatore. Il seeing diurno non aiutava nemmeno allora, ma questi fenomeni sono considerati più o meno reali.
I punti brillanti nell' emisfero notturno sono più problematici da spiegare, anche perché le osservazioni di Schröter non sono le uniche a mostrarli e la sua accuratezza nel disegnare quello che ha visto non è in discussione. Comunemente li si considera illusori.

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 Oggetto del messaggio: Re: Le montagne di Venere
MessaggioInviato: domenica 6 agosto 2023, 20:40 

Iscritto il: lunedì 22 marzo 2010, 16:39
Messaggi: 606
Bella storia!
E a distanza di secoli le dispute non mancano mai... :mrgreen:

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Mascalzon. Di Gran Croc.! :mrgreen:


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