tuvok ha scritto:
ok, l'arte dell'arrangiarsi è usare una pietra al posto del contrappeso quando ti dimentichi di portartelo in trasferta.
qua non è arte dell'arrangiarsi, è sapere cosa si sta facendo ed utilizzare gli strumenti giusto per farlo anzichè andare in negozio e comprarsi uno strumento bello e fatto (che, magari, in questo caso non esiste nemmeno) ed usarlo senza sapere bene cosa e perchè ce lo sta mostrando.
io credo che sia una realizzazione molto complessa da pensare (ok, c'è stato l'input di S&T, ma non credo che chiunque partendo da quell'input potesse realizzare qualcosa che funziona) e da realizzare.
Chapeau!
Due cose però:
1 le foto sono quelle originali dell'epoca? perchè non infilarci, a questo punto, un economico sensore CMOS?
2 e però... bello lo strumento, belle le foto, ma vuoi spendere due parole sulla "teoria"? sul progetto?
Ciao Antonio,
fa sempre piacere leggerti... molti della mia generazione sono cresciuti a pane (poco) e libri (troppi ormai)
Se non potevi permetterti una cosa dovevi per forza
inventare, sviluppare ed applicare percorsi alternativi che, almeno in parte, andavano a compensare la mancanza di pecunia.
Lo stimolo maggiore per realizzare lo strumento che vedi ed altre cose, a parte S&T, mi è arrivato da un testo di spettroscopia del Lockyer (1878) trovato nei banchetti di piazzale dei Cinquecento a Roma, acquistato grazie alla paga di "tuttofare", alle terme di una città nel basso Lazio, nel 1970 durante le vacanze estive...in casa avevo già il Sole dell'Abetti (oggi sono tre
).
Le foto dello spettro sono originale dell'epoca (riversate poi su di un'unica pellicola diapositiva nel 1984,
grazie alla pazienza di un mio amico fotografo ed alla sua macchina da stampa semi-automatica, oggi mi dicono, che con le super macchine automatizzate e computerizzate, non è più possibile farlo...)
Se vi interessa vi faccio vedere il rullino (esteso) che conservo come una reliquia...
La teoria che sta dietro allo Spettroelioscopio è semplice; si rifà al principio del cinematografo, ovvero alla persistenza dell'immagine sulla retina che consente di vedere un'immagine completa da una sequenza di "fettine" (nel cinema fotogrammi) facendo passare velocemente (nel cinema tipicamente 25 fotogrammi al secondo) l'immagine del sole davanti alla prima fenditura (slit), grazie al "Sintetizzatore"
la luce, integrale in origine, monocromatica dopo essere passata nello spettroscopio (tipo Arcetri nel mio caso) torna indietro e "colpisce" l'occhio dell'osservatore...il cervello la interpreta come una immagine intera, ecco perché è uno strumento puramente visuale, per registrare l'immagine solare intera occorre un altro strumento; lo Spetroeliografo, oggi facilmente realizzabile grazie alle moderne tecniche CCD ed al computer...
Esistono moltissimi tutorial sull'argomento, in particolar modo americani...
Antonio, secondo me le condizioni attuali del reticolo, al massimo consentono di sfruttare lo strumento come semplice spettrografo, cosa che farò per togliermi lo sfizio per vedere cosa rende la mia camerina ZWO 120 o la Canon 550 D... Ciao.