...............splendido, eh, l'ammasso stellare M13: chi, pur avendolo osservato una diecina di volte, evita di osservarlo ancora, quando compare in cielo? nessuno, credo e nemmeno io. il suo centro compatto fatto di milioni di stelle multicolori, lontano 25 mila anni luce, va, per effetto ottico, progressivamente allargandosi, come per una spinta centrifuga, mantenendo pur sempre, una struttura sferica. Esso è talmente luminoso da poter essere visto anche ad occhio nudo. Non da meno, però, è il compagno M92, che, anche se più piccolo, è più concentrato, esprimendo un'intensa luminosità. E le costellazioni? nell'antichità gli astrologi, guardando ad occhio nudo, immaginarono figure mitologiche, dalla cui presenza in cielo, dipendevano le stagioni e la garanzia dei raccolti. Del resto come non immaginare un Leone, osservando l'omonima costellazione, nella quale le stelle che la formano possono essere unite da linee secche ed essenziali adatte a formare la figura di un simile animale? E quale meraviglia è, per esempio, Auriga, quando ti passa sopra la testa, dispiegando le sue ali come un aquilone e gareggiando in ciò con Bootes? Tutti questi sono oggetti ben noti e, al di là della meraviglia che sempre destano, non è il caso di soffermarsi più di tanto. Ma, tra gli ammassi stellari, ce ne è uno che mi intrigava in modo particolare: è NGC 7510 in Ophiuchus, distante quasi 12000 a.l., che molti conosceranno. Si tratta di un oggetto non particolarmente interessante: povero di stelle, quasi nascosto nel cuore della costellazione, ma che, per me, aveva qualche cosa di insolito. Sottolineo che si tratta di un'opinione personale, che semmai andrebbe verificata da chi dispone di un adeguato strumento. Nell'osservarlo a me succedeva questo: alla fine di una notte di osservazioni, quando lontano appariva il debole chiarore dell'alba di un nuovo giorno, soprattutto se intorno c'era il silenzio assoluto e forse la stanchezza si faceva sentire, osservando il centro dell'ammasso, anche se per un breve istante, intravedevo una macchia biancastra che subito scompariva: una nebulosa lontanissima? un ulteriore ammasso stellare situato a milioni di anni luce? non saprei dire, se non che forse la realtà si confondeva con l'immaginazione che mi convinceva di vedere quello che non c'era. Ma poco importava, perché comunque era l'attimo magico che mi faceva sentire piccolo piccolo e serenamente mi abbandonavo all'Infinito.
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