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Autore Messaggio
MessaggioInviato: mercoledì 13 novembre 2019, 19:04 
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Iscritto il: giovedì 25 ottobre 2018, 8:56
Messaggi: 427
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Il tanto atteso transito di Mercurio dello scorso 11 novembre è stato purtroppo, per noi italiani, un evento deludente, che ha visto la maggior parte della penisola coperta da nuvole e pioggia. E’ del tutto lecita la frustrazione di chi ha preso ferie e preparato meticolosamente la strumentazione restando con un palmo di naso; ma credo che leggere la storia di Guillaume de Gentil, oltre che per cultura personale, possa servire anche ad attribuire le giuste proporzioni al concetto di "sfortuna" in astronomia. Restiamo in tema perché, anche in questo caso, il protagonista è un transito, non di Mercurio ma di Venere.
Racconto la vicenda di seguito, così come l'ho ricostruita dalla consultazione di diverse fonti, e auguro buona lettura.


Correva l’anno 1760, e Guillaume Joseph Hyacinthe Jean-Baptiste Le Gentil de la Galaisière (questo il suo nome completo) era uno dei migliori astronomi di cui la Francia disponesse. Tanto che l’Académie Royale des Sciences lo incaricò di andare a Pondicherry, sulla costa orientale dell’India, per studiare il transito di Venere previsto per il 6 giugno del 1761. L’incarico era importante, perché dalle misurazioni della traiettoria del pianeta sul Sole si poteva dedurre -secondo un metodo suggerito poco tempo prima da Halley- la distanza Terra-Sole, ossia l'unità astronomica. L’esito positivo della missione significava sicura fama, un sentimento molto terreno ma capace di lusingare anche l’anima di un astronomo.
Il buon esito dell’impresa richiedeva che il transito fosse osservato da punti il più distanti possibile sul globo terrestre, rendendo inevitabili lunghi viaggi per mare. La traversata, per Le Gentil, si rivelò purtroppo da subito ardua. Francia ed Inghilterra erano di nuovo in guerra, e Le Gentil rimase bloccato ad île de France, la Mauritius odierna, per più di 6 mesi. Navigare ulteriormente verso Est poteva voler dire, infatti, essere cannoneggiati dai velieri britannici. Quando finalmente la nave poté riprendere il mare, a metà strada si apprese che Pondicherry era caduta in mano agli Inglesi, cosicché il capitano non poté far altro che ordinare il ritorno a île de France. Intanto il 6 giugno era arrivato, e con esso i monsoni tipici di quella stagione. Le Gentil fu costretto ad osservare il transito sul traballante ponte di coperta della nave, che scarrocciava in preda ai venti capricciosi, e le misurazioni che ottenne risultarono inutilizzabili.
Il successivo transito di Venere sul Sole era previsto dopo 8 anni, il 4 giugno del 1769, e sarebbe stato l’ultimo a cui Le Gentil avrebbe potuto assistere. I transiti di questo pianeta infatti avvengono in coppie a distanza di 8 anni, ma tra una coppia e l’altra intercorrono più di 100 anni. Ben lo sanno gli astrofili di vecchia data che hanno assistito al passaggio di Venere nel 2004 e nel 2012, mentre il prossimo ci sarà nel 2117.
Il tenace astronomo era ben conscio di tutto ciò, e decise di non ritornare in patria ma di restare in Oceano Indiano, dove condusse studi su molteplici discipline come la geografia, la storia naturale, i venti e le maree, che affiancarono quelli astronomici. Le sue ricerche lo portarono alla conclusione che era Manila, più che Pondicherry, il sito d’elezione per l’osservazione del transito, e partì dunque alla volta della città giungendovi nell'agosto del 1766. Purtroppo però sull' isola trovò un’atteggiamento poco amichevole da parte del governatore spagnolo, che lo aveva scambiato per una spia. Confortato anche dalla notizia che nel frattempo, con il trattato di Parigi (1763) Pondicherry era tornata in mani francesi, si convinse a fuggire per tornare, finalmente, alla sua meta iniziale: Pondicherry, appunto. Mancava più di un anno al transito, e Le Gentil impiegò in modo proficuo questo tempo, costruendo un osservatorio e studiando l’antica astronomia indiana.
Le premesse erano buone, anzi ottime: il clima di Pondicherry si rivelò anche migliore del previsto. Le Gentil annotò sul suo diario che il cielo si mantenne praticamente sempre sereno per 3 mesi, fino alla vigilia dell’evento. La notte del 3 la trascorse mostrando al governatore i satelliti medicei al suo telescopio. Possiamo solo immaginare l’ansia che doveva attanagliare l’astronomo francese, giunto ormai faccia a faccia con l'evento che inseguiva da quasi 10 anni, e per il quale aveva percorso mezzo mondo. Non riuscì a chiudere occhio, e affacciandosi nervosamente alla finestra, non poté fare a meno di constatare l’amara verità: il cielo, incredibilmente, si era coperto!
Così, un destino beffardo materializzò letteralmente dal nulla uno spesso banco di nuvole, e lo spinse sul Sole proprio tra le 7 e le 7 e 30, in diabolica corrispondenza con il transito di Venere. Poco dopo, le nuvole sparirono, e il cielo ritornò chiaro come prima. Per colmo di sfortuna, Le Gentil venne più tardi a sapere che quel giorno il cielo di Manila era stato sempre sereno.
Assalito da comprensibile disperazione, così scrisse sul suo diario:

"Questo è il destino che spesso attende gli astronomi. Avevo percorso più di diecimila leghe; sembrava che avessi attraversato una così grande distesa di mari, esiliandomi dalla mia terra natia, solo per essere spettatore di una nuvola fatale che è venuta a posizionarsi davanti al Sole nel preciso momento della mia osservazione, per privarmi dei frutti delle mie pene e delle mie fatiche ..."

Era ormai tempo di abbandonare il suo progetto, che era diventato per lui ormai una sorta di ossessione. Ritornò non senza tribolazioni in Francia, l’8 ottobre 1771, dopo essere scampato ad un naufragio e ad un attacco di dissenteria: erano trascorsi esattamente 11 anni, 6 mesi e 13 giorni dalla partenza carica di speranze dal porto di Lorient, nella verde Bretagna.
A casa apprese che i suoi eredi, credendolo ormai disperso, se ne stavano contendendo le sostanze, la moglie si era risposata, e perfino l’Académie des Sciences, credendolo scomparso, lo aveva rimpiazzato. Riuscì comunque a recuperare, grazie all’intervento del Re, la sua posizione presso l’Accademia; si risposò ed ebbe una figlia, trascorrendo i venti anni che gli restavano da vivere all’Observatoire Royal.

E' davvero il caso di rammaricarsi più di tanto per un mancato transito di Mercurio, avvenuto peraltro in uno dei mesi più piovosi dell'anno? :wink:

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Ultima modifica di Vincenzo della Vecchia il giovedì 14 novembre 2019, 9:25, modificato 3 volte in totale.

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MessaggioInviato: mercoledì 13 novembre 2019, 19:37 
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MessaggioInviato: mercoledì 13 novembre 2019, 22:10 

Iscritto il: domenica 21 giugno 2009, 14:33
Messaggi: 1883
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Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Bella storia.
Lunedì a me è capitato di inziare a riprendere in circostanze non dico ottimali, ma a parte qualche nuvola e banchi di nebbia, il sole si vedeva.
Poi alle 14,20 il cielo si è coperto completamente.
Ho atteso di più di un'ora che schiarisse, e poi ho rimesso tutto a posto.
Poco dopo che avevo riposto gli strumenti, riecco che il sole fa di nuovo capolino e splende più di prima.
Però ormai mi ero scocciato e l'ho mandato a quel paese, sembrava una presa in giro..
Devo dire che a parte ciò non mi posso lamentare, ho visto bene, bello grande, per qualche minuto col C8 il transito, mentre col Telementor riprendevo le foto e Mercurio si vedeva come un piccolo punto nero.
Melo ricorderò così, come mi ricordo il transito di Venere nel 2004, in macchina con un rifrattorino e un filtro da saldatore, poi nel 2012, tutto attrezzato, all'alba e l'altro di Mercurio nel 2016 se non erro.
Quello è stato il mio primo Mercurio in assoluto, perchè non ho visibilità verso ovest.
Ho letto un pò di notizie contrastanti su Mercurio, il prossimo transito sarà il prossimo secolo o ci sarà un altro tra qualche anno?


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MessaggioInviato: giovedì 14 novembre 2019, 11:19 
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Iscritto il: sabato 11 febbraio 2006, 12:43
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Tipo di Astrofilo: Visualista
Il prossimo sarà il 13 novembre 2032, il primo contatto (da Milano) sarà circa alle 7:40 (Sole appena sorto a 2,5° d'altezza) e l'uscita sarà circa alle 12:07.

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Il Cielo a domicilio
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Newton: Barile 400/1830 mm; Obice 200/1650 mm; Bidoncino 114/1300 mm solarizzato. •• Rifrattori: Nano apo 80/480 mm; Milo acro 76/1400 mm; 60ino acro 60/700 mm. •• Catadiottrici: C8 xlt. •• Binocoli: Docter Aspectem 40x80 ED, William Optics 22x70 ED, Vixen Ultima 8x56, Nikon Action EX 16x50, Canon 10x30 IS II, Vortex Vanquish 8x26, Ibis Horus 5x25, Pentax Papilio 6,5x21, Orion 2x54.


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MessaggioInviato: giovedì 14 novembre 2019, 14:18 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 15:08
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Tipo di Astrofilo: Fotografo
Ciao Vincenzo,

hai ripreso un bel tratto dell'Astronomia, quella dell'era romantica, dove i ricercatori erano spesso equiparati agli esploratori.

La storia di Jean-Baptiste Le Gentil l'avevo letta diversi anni fa e per sommi capi, in qualche articolo della vecchia rivista de L'Astronomia probabilmente in concomitanza con qualche altro evento del passato relativo al transito o di Mercurio, o di Venere stesso, dato che all'attivo ormai ne ho diversi.

Ogni volta però che lessi di questa storia, oltre all'amarezza per la sconfitta del nostro protagonista, ne trassi, come conclusione, una riflessione sulla spietata sfortuna che gli fu da cornice. Oggi si potrebbe pensare che fu perseguitato... dalla jella (per chi ci dovesse credere!), ma ben sappiamo che non è così.

Per quello che ricordo e per quanto abbia letto sulla storia dell'Astronomia ci sono stati nel passato diversi episodi di questo tipo, legati soprattutto ai transiti dei pianeti interni e alle eclissi totali di Sole, dove la ricerca di alcuni intrepidi si è scontrata mal volentieri con le fatalità degli eventi meteorologici, ma anche con guerre, pestilenze e quant'altro.

Ti ringrazio per averci illustrato con dovizia di dettagli sulla sfortunata missione di Jean-Baptiste Le Gentil: leggere sulle vicende di questi personaggi storici aiuta ad accrescere le proprie conoscenze sul passato di questa meravigliosa Scienza.
Cari saluti,

Danilo Pivato

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MessaggioInviato: giovedì 14 novembre 2019, 19:39 
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Iscritto il: giovedì 25 ottobre 2018, 8:56
Messaggi: 427
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Grazie a tutti, in particolare a Danilo per il commento nel merito. :wave:

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MessaggioInviato: giovedì 14 novembre 2019, 21:26 
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non so come commentarlo... è una storia incredibile e tristissima, senza un solo colpevole se non la casualità e l'imprevedibilità del tempo atmosferico ( e delle vicende umane... se si pensa al primo tentativo frustrato da una guerra)

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dovrete espellere anche me


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MessaggioInviato: venerdì 15 novembre 2019, 10:22 
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Le Gentil, dopo queste vicende pare sia diventato Le Volgar

:mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

Grazie a Vincenzo per avermi fatto conoscere questa vicenda. Mi fa tenere a mente di essere in buona compagnia.
(E mi fa ricordare che abbiamo scelto una disciplina che a volte si può dire che abbia dei risvolti de merde)

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volpetta.com


Da dove osservo? - Dobson 60cm f/4 - Dobson 30cm f/5 - Vixen VMC260L - Skywatcher 120ED - Borg 76ED - Lunt LS50THa PT600


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