Ieri sera in presenza della Luna crescente al 5° giorno ho condotto un'osservazione lunare abbastanza impegnata, al fine anche di provare 3 nuovo oculari ES LER 52 comprati 1 mese fa' ma mai veramente ne testati a fondo né confrontati con elementi
reference (o cavaocchi che dir si voglia...

) che conosco molto bene.
Seeing tutto sommato buono che nel corso della serata e passato da II a III per poi assestarsi a II.
In definitiva questi ES sono molto buoni anche se con qualche pecca; il 6.5 è una macchina da guerra che se non fosse per un pelo di distorsione (il famigerato effetto scodella) sarebbe da 10 e lode: neutro, nitido e comodissimo al punto da far dimenticare altri oculari in configurazione classica di pari focale... Insomma un must in ogni corredo, se non siete dei patiti dei campi
ultra-wide. Passando al 4.5 la distorsione è maggiore e la perdita di luce rispetto a un OR4 è avvertibile ma l'elevata nitidezza tiene botta mentre il 3mm è quello più sofferente dei 3: ha ancora più distorsione, al punto che il campo utile è lo stesso di un Ramsden... senza contare che la luminosità della Luna innesca un fastidioso fenomeno di ghosting rendendo l'immagine finale un po' lattiginosa. Un difetto analogo traspariva anche con un Artesky Planetary 4 avuto 2 anni fa' che però si comportava molto bene nell'osservazione planetaria; rimane da vedere se l'ES 3 se la caverà altrettanto bene con Giove e Saturno.
Inizio le ostilità con il
Mare Nectaris e le formazioni attigue più appariscenti, gli immancabili
Theophilus, Cyrillus e Catharina a caccia di micro dettagli nei terrazzamenti ma sono dettagli troppo facili, alla portata di tutti gli oculari in gioco (oltre ai 3 "nuovi" uso un Fujiyama OR4, un Meade PL5 3000, Meade SP6.4 4000 e un Baader GO7).
Passando a
Fracastorius i numerosi microcrateri al suo interno fanno spesso selezione ma anche in questo caso emergevano con discreta facilità; il 7mm è chiaramente handicappato dal basso ingrandimento (solo 128x contro i 300 del 3mm e i 225 di un 4...) che ha ne reso l'osservazione più faticosa; non parliamo poi dei microcrateri all'interno di
Beaumont e dello stesso Mare Nectaris in prossimità del muro esterno di Theophilus, contandoli ci si annoia! Stufo dei microcrateri passo alle
rimae che al 5 giorno cene sono di belle:
Janssen all'interno dell'omonimo cratere è fantastica un po' a tutti gli ingrandimenti (anche se devo ammettere che sia l''OR4 che l'ES4.5 mi son piaciuti di più),
Hypatia - nota soprattutto per l'elevata vicinanza al sito di atterraggio del LEM della missione Apollo 11 - è illuminate da luce molto radente e con le ombre lunghe spicca in qualsiasi configurazione.
Rime Burg all'interno del
Mortis Lacus è una spaccatura che agli alti ingrandimenti sembra disegnata col pennino ma la compagna che sbuca a O è più fine e impegnativa al punto da scomparire nel 3mm a causa del calo di contrasto accennato in precedenza mentre nel 4 OR è un'opera d'arte e anche nel 4.5 si osserva bene.
Dopo le rimae passo al fondo parzialmente illuminato di
Torricelli che spesso esibisce dettagli più o meno impegnativi, contrastati e comunque molto esosi di ingrandimenti, comodamente alla portata delle focali corte.
Termino il test con
Arago, non tanto osservando il cratere ma i
2 domi alfa e beta che, illuminati da luce favorevole, offrono una visione mozzafiato con tanto di porosità sui versanti illuminati e cratere centrale osservabile su alfa a 225x con l'OR4, mentre è leggermente meno evidente con altri oculari che offrono simile ingrandimento