Volevo chiedere a voi esperti dei lumi riguardo il trattamento antiriflesso dei telescopi rifrattori e degli oculari.
Il mio ragionamento nasce leggendo un articolo in cui si rendeva noto che i graffi che vengono arrecati alle lenti non sono danni al vetro, bensì al trattamento antiriflesso.
L'autore continuava distinguendo due tipi di antiriflesso, uno "morbido" e quindi molto delicato ed un altro "duro" più attuale e più resistente.
Non ho avuto gran che di esperienza, però ho avuto l'occasione di possedere oculari con un trattamento antiriflesso azzurro, e antiriflesso verde.
Nel primo caso, un Plossl Orbinar, presentava un antiriflesso azzurro, poco coprente come trattamento (visto dal "di fuori"); ad ogni pulizia per quanta attenzione ci mettessi questo veniva irrimediabilmente scalfito anche dai panni in microfibra e dai tessuti più morbidi come il cotone.
Viceversa, un grandangolare sempre Orbinar, ma con un trattamento verde, coprente e ben presente alla vista, presentava una superficie sempre perfetta e priva di incisioni per quanto la pulizia fosse precisa, a volte alla veloce con un fazzolettino.
A tutto ciò aggiungo il doppietto acromatico del mio Meade 90/600, con antiriflesso azzurrino come il Plossl Orbinar, alquanto delicato e pericoloso da pulire, ed anche a quello Celestron 90/1000, sempre azzurrino, di un amico che non ha mancato di graffiarsi durante l'inevitabile pulizia annuale
Dunque, la mia conclusione è: un antiriflesso azzurro poco coprente è solitamente più delicato ed economico di un antiriflesso verde, che si tratti inoltre di quell'antiriflesso morbido di cui parlava l'autore nell'articolo?
Secondo la vostra esperienza un affermazione del genere è troppo generale oppure ha un minimo di fondatezza?
Sarebbe molto utile capirlo per più di un motivo, sia per valutare un acquisto ma anche per sapere come trattare la lente.
Attendo la vostra opinione in merito
