A parte che il topic (bello vecchiotto

) recita "Visualisti in estinzione"

A parte il parere di qualcuno che crede di avere la verità in tasca.
Sul mio aggiornatissimo sito ho una sezione "Galleria" (ma solo perchè fa fico-fico avere la sezione "Galleria

).
Qui trovate da qualche anno una premessa che recità così:
Cita:
Benvenuti nella sezione che rivela un mio passato da astrofotografo.
E' da un bel po' di tempo che l'astrofilo tende a categorizzarsi. Vuole per forza dividersi in gruppi. E allora viene la smania di chiamarsi astrofotografo, e visualista. Neanche lo facesse per lavoro!
Personalmente amo il cielo nella sua interezza e, sebbene mi piaccia gustarmelo visualmente ripercorrendo le orme dei grandi visualisti del passato, riconosco la gioia che un "astrofotografo" prova quando vede spuntar fuori dalla sua attrezzatura le delicate strutture che appartengono allo spazio profondo.
E devo riconoscere anche quanto fotografare il cielo nella sua profondità sia un vero e proprio lavoro che porta via impegno, costanza e soprattutto soldi!
Le (modeste) foto che seguono sono realizzate anche grazie alla continua e stimolante crescita che gli amici del Forum Astrofili.org sono stati in grado di fomentare. Molte sono imperfette, altre di puro gusto reportistico, come per quanto riguarda la ripresa degli eventi astronomici. Ma tutte, nessuna esclusa, sono frutto di ore di sbattimento durante la notte e in post-produzione, che evidenzieranno un mio grande limite. Ma che mi hanno dato un gran gusto!
Qui dico e completo il mio pensiero, pensiero di astrofilo che non riesce più a passare una notte sotto le stelle senza l'oculare. Senza l'atlante. Senza io mio piano osservativo.
Il mio modo di praticare l'astronomia è cambiato un sacco di volte da quando sono astrofilo.
Ho avuto parentesi hi-res, parentesi di foto a pellicola, parentesi di osservazione e disegno planetario, parentesi di foto con reflex...ma per adesso e da qualche anno, se passano 40 giorni senza una nottata sotto le stelle ... non mi sento in pace.
Ogni volta che mi è capitato di stare sotto il cielo stellato e avere solo il treppiede e la macchina fotografica, mi sono sentito incompleto.
Questo è un parere personale.
Come chi, ai rumori notturni della foresta, si sente turbato di essere solo e chi, al contrario, trova lì la sua pace.
A corredo delle stelle che splendono vanitose.
Le categorie esistono perchè siamo noi che le vogliamo creare.
Poi ci sono quelle utili e quelle inutili.
Io appartengo a quella che sta bene sotto un cielo stellato. Al buio della mia torcetta rossa.