mi sono perso le ultime 5 pagine.... permettetemi di non leggerle tutte perché impiegherei un'ora..
Ho comunque saltellato di riga in riga per comprendere il senso generale che la discussione ha preso dopo il mio ultimo intervento.
Vorrei darvi una piccola relazione riguardo l'utilizzo di rifrattori di diversa fattura e focale nell'osservazione deep sky.
Ho trascorso due notti a quasi 1900 metri, nel luogo dove normalmente compio osservazioni degli oggetti del cielo profondo.
Ho testato due rifrattori molto diversi: un Vixen 100/1300 e uno Jaeger 130/650 (entrambi ottiche degli anni '70).
Orbene...
Chi mi conosce sa quanto ami il mio Jaeger "d'epoca".
Il verdetto è molto interessante.
Escludendo gli oggetti a larghissimo campo (lo Jaeger regge poteri prossimi ai 16x con un campo di 4° e passa...) ho centrato la mia attenzione su alcune galassie e ammassi aperti non troppo estesi.
In ogni osservazione (e considerando un seeing terribile ma una trasparenza fantastica, mag. visuale prossima a 6,5), il rifrattore a lungo fuoco ha sempre vinto nonostante i suoi 3 cm. in meno di apertura.
M81 e M82 erano chiaramente più dettagliate, o meglio: i dettagli visibili erano più facili e contrastati anche a discapito del minore guadagno luminoso.
Lo stesso dicasi per il terzetto M96/96/105 nel leone. "puffetti" in ambedue gli strumenti ma il contrasto deto dall' F13 li rendeva un po' più nitidi.
Stessa cosa dicasi per i due ammassi M47 e M46 (con la planetaria più netta nel 100 che nel 130mm.) nel Cane Maggiore
Di nuovo: meglio definito M35 nei Gemelli nel 100 F13 che non nel 130 F5
Giudizio simile su M108 e la OWL nebula=M97 (meglio definite entrambe nel 102/1300 che nel 130 F5 anche se risultavano più luminose in quest'ultimo).
Certamente, e questo è innegabile, gli stessi oggetti visti a 16/20 x. nel 130 F5 erano semplicemente incantevoli grazie all'enorme campo inquadrato.
Ma se proprio vogliamo parlare di particolari... beh....
Interessante, no?
Paolo