1° Forum di Astronomia Amatoriale Italiano

Il primo forum di astrofili per astrofili, nato nel 2000!
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MessaggioInviato: sabato 14 ottobre 2006, 13:18 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 16:41
Messaggi: 23667
ho riletto con attenzione i vari post, volevo solo chiarire un concetto, la prima volta che ho visto saturno al fuoco del piccolo konus che traballava al solo pensiero che io potessi respirare ho pensato che raramnte avrei potuto provare in futuro un'emozione così forte e "piena".
quindi non metto assolutamente in discussione il lato "sentimentale/contemplativo" che si nasconde dietro e dentro ad una nottata passata con l'occhio incollato all'oculare.
quello che invece non comprendo è l'assenza (o la scarsissima presenza) di una componente scientifica nella maggior parte delle risposte.
non so quale sia la reale differenza tra un astrofilo e un astronomo (tranne il fatto che uno dei due ha reso la nostra passione il modo con cui portarsi a casa il pane!) ma sono assolutamente certo del fatto che l'astrofilo "deve"
sentirsi più vicino all'astronomo che non al poeta!
o forse qualcuno di voi pensa che le foto di franco (tanto per fare un nome) vengano fuori solo dalla sua gentilezza d'animo? o forse qualcuno di voi pensa che renzo (tanto per farne un altro di nome) non si sia fatto un cu** così tra studi, ricerche, semplici letture scientifiche prima di poter rispondere a chi chiede come si calcola il campo inquadrato da un sensore?
allora, e qui concludo questo pallosissimo post, l'astrofilo nasce nella stragrande maggioranza dei casi grazie ad una fulminazione, ad una grande emozione... ma difficilmente sopravvive se alle emozioni non affianza lo studio e l'impegno e l'amore per la conoscenza.


p.s. non capisco il timore della e-rissa, mi pare si stia discutendo in maniera pacata e civile, ci sono 3D molto più "a rischio" di questo nei quali davvero evito di entrare ;)

p.s.2 e che sfizio c'è a discutere con chi la pensa sempre come te? la discussione si fa bella e interessante quando ci sono diversi punti di vista e opinioni discordanti.

qa'plà!

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MessaggioInviato: sabato 14 ottobre 2006, 13:24 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 15:35
Messaggi: 16955
Località: Dove mi portano le stelle
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Probabilmente perché il post è stato interpretato alla lettera e il termine "passione" ha poco a che vedere con il razionale.
Se la domanda fosse stata "cosa ti aspetti di vedere quando prendi il telescopio o quali sono i tuoi pensieri durante tale osservazione" sicuramente la parte scientifica sarebbe venuta più a galla.
Personalmente, dopo tanti anni di astrofilia, dopo quasi un quarto di secolo di divulgazione, sto riscoprendo la "passione". Non mi sto più a interrogare del perché le stelle stanno ferme in cielo e non cadano.
Come mai bruciano senza mai consumarsi,
Perché qualcuna si muove e qualcuna no.
Perché la luna ci mostra sempre la stessa faccia e ogni volta ci appare diversa.
Forse perché a tali domande mi sono già dato risposta?
Può darsi. Però star fuori a naso all'insù mi fa star bene.
E mi accontento.
:wink: :roll: :wink:

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MessaggioInviato: sabato 14 ottobre 2006, 13:30 
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Iscritto il: mercoledì 12 luglio 2006, 19:26
Messaggi: 883
Località: Saccolongo (PD)
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
tuvok ha scritto:
p.s. non capisco il timore della e-rissa, mi pare si stia discutendo in maniera pacata e civile, ci sono 3D molto più "a rischio" di questo nei quali davvero evito di entrare ;)

p.s.2 e che sfizio c'è a discutere con chi la pensa sempre come te? la discussione si fa bella e interessante quando ci sono diversi punti di vista e opinioni discordanti.

Concordo!! :wink:

Sono daccordo con Renzo,
per passione io intendo qualcosa che ha a che fare con le emozioni... che ti fa sentire realizzato...:wink:
...quello che dici tu Tuvok, forse si avvicina di più ad un termine tipo "Pratica astronomica"...
...è un discorso di terminologia... basta mettersi d'accordo!! :wink: :D

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MessaggioInviato: sabato 14 ottobre 2006, 13:53 
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Iscritto il: martedì 24 gennaio 2006, 18:25
Messaggi: 1050
Località: Como
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
ariel ha scritto:
ma una volta che la realtà mentale è formata, o meglio, una volta che è avvenuta la "trasformazione" dal biologico allo psichico (per mezzo della luce) allora ho di fronte una novità che non posso più ricondurre solo alla biologia (che permane beninteso) perchè la realtà mentale è una realtà e non un epifenomeno.
Es: se uno mi dice che l'eccitazione amorosa è solo per movimenti chimici nel cervello e non perchè ho visto una bella ragazza, allora dovrei rispondergli che se procuro quei movimenti chimici quando sono solo poi la ragazza dovrebbe apparire...i



Perchè dovrebbe apparire ? Non confondiamo la percezione che noi abbiamo dei nostri processi mentali con quello che è la "mera" realtà. Quando noi sogniamo di notte non riusciamo a capire di essere all'interno di una realtà fittizia.. il nostro cervello pensa/agisce/sente come se tutto fosse reale, eppure sognando noi non creiamo nessun mondo parallelo materiale (o perlomeno, non penso!)

Prendendo ancora il tuo esempio sull'eccitazione amorosa posso dirti che personalmente credo che se fossimo in grado di stimolare esattamente il tuo cervello nell'apposita maniera tu potresti provare la stessa cosa che proveresti innamorandoti di quella ragazza. Certo temo proprio che da questo punto di vista replicare la natura sia quasi impossibile.
Eppure le droghe non fanno più o meno questo, enfatizzando ciò che naturalmente possiamo sperimentare in situazioni particolari?

Lo so che è davvero poco romantico pensare che i sentimenti siano un qualcosa di puramente "meccanico"/chimico, anche perchè additandoli come tali ci sembra di far perdere loro molta della bellezza che essi stessi contengono.
Estremizzando il mio discorso si potrebbe dire che non esiste nemmeno il libero arbitrio, o almeno non dal punto di vista chimico. Quando noi facciamo una scelta allora la facciamo perchè non potevamo fare diversamente: Il nostro cervello era in uno stato che ha portato inevitabilmente a quella decisione.
E noi pensiamo magari che tutto ciò sia frutto della nostra volontà, e che possiamo decidere in ogni istante quello che vogliamo fare, mentre così non è. Forse il nostro potere decisionale è una pura illusione.

Capitemi, non è una teoria felice e gioiosa, ne tantomeno rasserenante, ma è da molto che temo che in realtà stiano solo così le cose. Qualcuno mi smentisca vi prego, con argomentazioni convincenti.

Sono anche disposto ad accettare ipotesi secondo le quali l'imprevedibilità delle nostre scelte sia dovuta a fluttuazioni quantistiche delle particelle che costituiscono il nostro sistema nervoso.

Bene. Anzi, mica tanto. Sono andato paurosamente OT ma l'argomento è troppo interessante.

Saluti
Marco

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"Nascentes morimur, finisque ab origine pendet"


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MessaggioInviato: sabato 14 ottobre 2006, 14:49 
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Iscritto il: lunedì 28 agosto 2006, 20:07
Messaggi: 2017
Località: Roma - Montefano (MC)
Tipo di Astrofilo: Visualista
tuvok ha scritto:
ma sono assolutamente certo del fatto che l'astrofilo "deve"
sentirsi più vicino all'astronomo che non al poeta!
o forse qualcuno di voi pensa che le foto di franco (tanto per fare un nome) vengano fuori solo dalla sua gentilezza d'animo? o forse qualcuno di voi pensa che renzo (tanto per farne un altro di nome) non si sia fatto un cu** così tra studi, ricerche, semplici letture scientifiche prima di poter rispondere a chi chiede come si calcola il campo inquadrato da un sensore?


:) Sono d'accordo su alcuni concetti, quelli legati alla voglia di capire e di studiare per alimentare la propria passione, non sono d'accordo su altri concetti un pò estremizzati, secondo te quanti in questo forum sanno fare le foto che fa Franco?
E chi non sa farle non è comunque un astrofilo?
E quanti sanno calcolare il campo inquadrato da un sensore? Pochi....e gli altri quindi non sono astrofili?
C'è un modo scientifico di osservare il cielo e c'è un modo "intimo" , nell'astrofilo queste due componenti si coniugano, a mio parere.
Ogni passione ha più di una strada. Basti pensare ad es. alla pittura che ha tanti stili e sottostili o alla stessa fotografia o alla musica con tutte le sue sfumature...(mi fermo perchè potrei elencarne decine). Quindi nessuno "deve" sentirsi più vicino ad un astronomo piuttosto che ad un poeta, come scrivi.
Anche se capisco dove vuoi arrivare il concetto però è sbagliato.


tuvok ha scritto:
p.s.2 e che sfizio c'è a discutere con chi la pensa sempre come te? la discussione si fa bella e interessante quando ci sono diversi punti di vista e opinioni discordanti.
qa'plà!


Se era riferito a me mi spiace di averti dato quest'impressione :( perchè sono assolutamente a favore del confronto e del dialogo, solo che non mi piace quando qualcuno professa la "propria verità" come universale perchè proprio così si interrompe il dialogo.
Alla prossima.......

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MessaggioInviato: sabato 14 ottobre 2006, 15:18 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 16:41
Messaggi: 23667
Astrocurioso ha scritto:
secondo te quanti in questo forum sanno fare le foto che fa Franco?
E chi non sa farle non è comunque un astrofilo?
E quanti sanno calcolare il campo inquadrato da un sensore? Pochi....e gli altri quindi non sono astrofili?



perfetto:D:D:D centrato in pieno il concetto!
secondo me in pochi (volendo essere buoni) sanno fare le foto di franco, un bel po' di più sanno invece calcolare il campo inquadrato da un sensore... bene ma se vogliono provare a farlo difficilmente ci riusciranno senza studiare e restandosene a contemplare la bellezza dell'univeso e di chi lo ha creato, era proprio questo il concetto che volevo manifestare.
ho paura che l'astrofilo che non cerca di dare una solida base scientifica alla sua passione abbia vita breve, che possa pensare che quelle foto siano solo il risultato di una pozione magica e che il campo inquadrato da un sensore dipenda dal fatto che plutone sia o meno un pianeta (sto volutamente estremizzando:D)....

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MessaggioInviato: sabato 14 ottobre 2006, 16:03 
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Oggi facevo qualche considerazione in canale.. in effetti l'astronomia amatoriale può contenere due aspetti, uno emozionale ed irrazionale ed un'altro scientifico e razionale.

Penso che nella maggior parte dei casi i primi approcci a questa disciplina avvengano dal punto di vista emozionale, quindi all'inizio l'astrofilo è "poeta e sognatore", però col tempo esso poi comincia a farsi un bagaglio culturale sempre maggiore. Tale bagaglio permette di dare solidità e durata alla propria passione.

Se tutti dovessimo rimanere allo stadio "poeta & sognatore" allora temo saremmo ancora a guardare le stelle dalle caverne.. però con tante belle poesie in testa :)

Insomma trovo che il lato poetico di questa disciplina sia un fattore cooperante alla formazione dell'astrofilo, ma non l'unico essenziale, altrimenti è facile, come diceva un astrofilo, stancarsi in fretta.

Saluti
Marco

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MessaggioInviato: sabato 14 ottobre 2006, 16:58 
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Iscritto il: venerdì 23 giugno 2006, 16:47
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StarEnd ha scritto:
ariel ha scritto:
ma una volta che la realtà mentale è formata, o meglio, una volta che è avvenuta la "trasformazione" dal biologico allo psichico (per mezzo della luce) allora ho di fronte una novità che non posso più ricondurre solo alla biologia (che permane beninteso) perchè la realtà mentale è una realtà e non un epifenomeno.
Es: se uno mi dice che l'eccitazione amorosa è solo per movimenti chimici nel cervello e non perchè ho visto una bella ragazza, allora dovrei rispondergli che se procuro quei movimenti chimici quando sono solo poi la ragazza dovrebbe apparire...i



Perchè dovrebbe apparire ? Non confondiamo la percezione che noi abbiamo dei nostri processi mentali con quello che è la "mera" realtà. Quando noi sogniamo di notte non riusciamo a capire di essere all'interno di una realtà fittizia.. il nostro cervello pensa/agisce/sente come se tutto fosse reale, eppure sognando noi non creiamo nessun mondo parallelo materiale (o perlomeno, non penso!)

Prendendo ancora il tuo esempio sull'eccitazione amorosa posso dirti che personalmente credo che se fossimo in grado di stimolare esattamente il tuo cervello nell'apposita maniera tu potresti provare la stessa cosa che proveresti innamorandoti di quella ragazza. Certo temo proprio che da questo punto di vista replicare la natura sia quasi impossibile.
Eppure le droghe non fanno più o meno questo, enfatizzando ciò che naturalmente possiamo sperimentare in situazioni particolari?

Lo so che è davvero poco romantico pensare che i sentimenti siano un qualcosa di puramente "meccanico"/chimico, anche perchè additandoli come tali ci sembra di far perdere loro molta della bellezza che essi stessi contengono.
Estremizzando il mio discorso si potrebbe dire che non esiste nemmeno il libero arbitrio, o almeno non dal punto di vista chimico. Quando noi facciamo una scelta allora la facciamo perchè non potevamo fare diversamente: Il nostro cervello era in uno stato che ha portato inevitabilmente a quella decisione.
E noi pensiamo magari che tutto ciò sia frutto della nostra volontà, e che possiamo decidere in ogni istante quello che vogliamo fare, mentre così non è. Forse il nostro potere decisionale è una pura illusione.

Capitemi, non è una teoria felice e gioiosa, ne tantomeno rasserenante, ma è da molto che temo che in realtà stiano solo così le cose. Qualcuno mi smentisca vi prego, con argomentazioni convincenti.

Sono anche disposto ad accettare ipotesi secondo le quali l'imprevedibilità delle nostre scelte sia dovuta a fluttuazioni quantistiche delle particelle che costituiscono il nostro sistema nervoso.

Bene. Anzi, mica tanto. Sono andato paurosamente OT ma l'argomento è troppo interessante.

Saluti
Marco

L'esempio scherzoso che portavo si riferiva ai rapporti umani e alle continue trasformazioni a cui ci conducono nel corso della nostra vita, nel bene e nel male. Lungi da me l'idea di anima, sono un ateo totale, e convinto dell'origine biologica del pensiero umano che ha caratteristiche molto particolari, ma una in special modo: è invisibile. Quello che tentavo di dire, cercherò di farlo meglio, è che se considero solo il lato chimico fisico che sta alla base della "struttura" umana , finisco per annullare una realtà che è quella della mente umana e di quello che scaturisce dal suo agire nel mondo, finirei quasi per dire che un'emozione vissuta osservando M17 in una splendida serata sarebbe uguale se introiettassi sostanze chimiche che mi danno quell'emozione. Ovvero se ne considera solo il lato "fisico" e non il vissuto psichico. Ad esempio, visto che hai parlato di sogni, questi risulterebbero essere delle allucinazioni, assimilabili ad una qualsiasi intossicazione invece che pensiero per immagini, perchè il nostro cervello,finchè siamo vivi, non smette mai di funzionare e proprio nei sogni ci propone un pensiero assolutamente diverso da quello verbale-razionale, ma è sempre pensiero. L'annullamento di questa peculiarità ci porta ad una "ottusita" positivistica che rimane muta di fronte a un qualcosa che però esiste e molti, non sapendola spiegare, la liquidano come irrazionale, inconoscibile,irreale, mandata da dio e via dicendo. Ma il primo pensiero dell'uomo è immagine. Per lo stimolo luminoso sulla retina, che è l'unica parte del nostro cervello in contatto con l'esterno e per questo stimolabile solo dalla luce, che non è materia altrimenti ci sarebbe una lesione.Da lì parte il nostro pensiero, quella è la trasformazione dal biologico allo psichico, ne consegue che il pensiero e gli affetti che ne derivano vanno riconsiderati in un'ottica diversa e nuova rispetto al positivismo di stampo ottocentesco. Circa 5 anni fa un'equipe di biologi americani ha fatto una scoperta notevole nell'evoluzione del feto, cioè che alla 24° settimana si forma la retina, non prima. Coincide col fatto che prima di quel periodo il feto non ha nessuna possibilità di vita, quello è un elemento fondamentale per la possibilità di nascita.
....sempre più palloso, ma il discorso è troppo affascinante :D

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Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi.


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MessaggioInviato: sabato 14 ottobre 2006, 19:30 
Alzate gli occhi al cielo a metà mattina un giorno di questi.
- Ma che bella Luna! - direte a voce alta.
Ed ecco, all'improvviso, chi vi sta accanto si ferma, vi guarda sbigottito, poi alza gli occhi e la vede, quasi incredulo.
Eppure è li da sempre, alternandosi al giorno e alla notte...
...ma nessun'altro la nota più, nessun'altro si entusiasma per lo spettacolo, nessun'altro se non un astrofilo.
Credo che ognuno di noi sia un romantico, un poeta, un bambino.
E questo modo di essere, di vivere, di gioire, porta inevitabilmente ad amare il firmamento.
E' questo che ci accomuna, è questo che ci rende diversi dal resto degli uomini che grigiamente corrono incontro alla notte solo per trovare un po' di sollievo alle fatiche del giorno, inventandosi nuovi giochi per scacciare la noia della quotidianità.
Forse è per questo che guardo le stelle, perchè sono un bimbo felice.


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MessaggioInviato: domenica 15 ottobre 2006, 1:30 
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Iscritto il: martedì 24 gennaio 2006, 18:25
Messaggi: 1050
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Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Quello che affermavo io dunque.. guardi le stelle perchè la cosa ti rende felice :)

Saluti
Marco

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