ForMa55 ha scritto:
Certo l’FPL53 è garanzia di un prodotto superiore, non vuol dire però che l’FPL51 non faccia la sua parte.
L’unica differenza è che con il primo puoi spingere di più nel rapporto focale.
Questo è dovuto alla caratteristica stessa del vetro (FPL53 abbe 94,49, FPL51 abbe 81,14), per cui con il secondo devi accentuare molto di più le curvature delle lenti, e quindi aumentano le difficoltà costruttive.
La diaframmatura ha la sua importanza, ma quello che conta non è il numero dei diaframmi, ma come dici tu la sua buona disposizione.
Per esempio se il diametro interno del tubo ottico è ben superiore al diametro dell’obiettivo, sono necessari 2 o 3 diaframmi al massimo.
Con il tubo ottico dello stesso diametro dell’obiettivo necessitano sicuramente più di 3 diaframmi.
Io nei miei rifrattori ho optato per la prima soluzione, perché non avendo a disposizione un’attrezzata officina a controllo numerico, mi risulta parecchio impegnativo la produzione dei diaframmi.
Poi c’è il discorso del fuocheggiatore che fa lievitare il prezzo finale dello strumento.
Questo perché oggi è di moda (ma sono anche belli da vedere) avere dei fuocheggiatori eseguiti a controllo numerico e con doppia velocità.
Secondo me sono degli optional che si pagano parecchio.
Alla fine di tutto però è solo il vetro che c’è davanti e la sua buona lavorazione che fà la differenza.
Maurizio F.
Sicuramente anche io penso che la tipologia di vetro utilizzato annesso ad un'ottima lavorazione ottica possa fare la differenza ; tornando al discorso vetri in effetti è abbastanza strano che la Ohara abbia accantonato l'FPL 52 , visto che aveva caratteristiche "intermedie" ....mah
