Io credo che bisognerebbe cercare di essere un minimo critici nella valutazione delle osservazioni
soggettive che vengono riportate, anche perchè è noto che la visione è processo molto complesso che mescola conoscenze a priori e aspettative con stimoli sensoriali incerti (certamente molto incerti in queste situazioni limite). Inoltre le affermazioni riportate vanno valutate anche in relazione alle motivazioni più o meno inconsce delle persone che le fanno (come possiamo per esempio dar credito a una persona che dice di non essere soggetta al fenomeno delle bande di Mach?).
Allora cerchiamo di ricapitolare.
Dal lato della supposta visibilità della Encke in 14-15 cm abbiamo:
A) un solo disegno di Dawes, fatto con 16 cm di apertura e dopo averla vista in una apertura maggiore.
B) tre persone (anzi due perchè una è dubbiosa) che invece pare la vedano senza ombra di dubbio (e rigettando qualsiasi elemento che dovrebbe quantomeno invitare alla cautela).
Dal lato della non visibilità della Encke abbiamo:
a) Dawes pare che l'abbia vista una sola volta (a riprova di quanto difficile sia e in contrasto con il fatto che pare essere invece facile per le due persone di cui al punto B).
b) Nessun altro ha prodotto disegni della Encke con aperture di 14-15-16 cm.
c) Una di queste persone di cui al punto B è immune al fenomeno delle bande di Mach.
d) I telescopi con cui queste visioni sarebbero possibili avrebbero il numero di strehl inciso sul bordo interno del primo anello di diffrazione (elemento che quantomeno fa supporre un bias cognitivo).
e) Una simulazione della diffrazione della Encke, calcolata in condizioni ideali di contrasto infinito, indica che, sebbene il minimo di diffrazione sarebbe visibile a sé stante, questo è letteralmente assorbito dalla diffrazione del bordo dell'anello distante appena 0.5", al punto che non esiste alcun minimo di luce.
f) Analoghe simulazioni con aberrator confermano questa cosa.
g) non c'è un solo esempio di immagine ripresa con un CCD sul piano focale di telescopi in questione che mostri la divisione di Encke. Questo è in accordo con il punto e, ma si risponde che in visuale si vede quello che il CCD non raccoglie perchè "il telescopio non sarebbe fatto per fare fotografia".
h) I disegni portati a prova hanno dettagli che corrispondono alla realtà , ma hanno anche dettagli che non corrispondono o mancano.
Nella valutazione di una prova sperimentale si commette spesso l'errore di dare importanza agli elementi che confermano la tesi e ignorare (più o meno inconsciamente) quelli che potrebbero contraddirla.
Vediamo qualche esempio:
Questo disegno è stato indicato come la prova che la Encke dovrebbe essere ben visibile in un telescopio di 60 cm.
download/file.php?id=68364&mode=viewIl disegno però mostra anche che il tratto più esterno dell'anello è il più brillante di tutto l'anello. Questo è in contrasto con il profilo fotometrico dell'anello come riportato da Raf. E allora? Come è possibile che in ben 60 cm di apertura la brillanza di un dettaglio più grande della Encke sia grossolanamente sbagliata? E se fosse giusta, perché viene percepita così causa contrasto con il cielo esterno, allora però diventerebbe la prova che il fenomeno delle bande di Mach ha operato e quindi, a maggior ragione la percezione delle Encke, che è più piccola, potrebbe dipendere da questo stesso fenomeno.
Poi ci sono anche foto nelle quali il segmento esterno dell'anello, dopo la Encke, è più luminoso, in contrasto con il profilo fotometrico.
download/file.php?id=68478&mode=view download/file.php?id=68449&mode=viewDisegni che mostrano il minimo di Encke, con il bordo esterno brillante tanto quanto quello interno ce ne sono altri, in aperto contrasto con i profili fotometrici. Questa discrepanza non viene rigettata (nemmeno notata) ma si insiste sulla significatività di una dettaglio ancora minore.
http://ejamison.net/encke.htmlPrendiamo il disegno di Encke del maggio 1837 con rifrattore di 240 mm (100 in più di quelli in discussione). C'è un minimo di luce con il bordo esterno brillante quanto quello interno dell'anello A.
http://ejamison.net/encke2.jpg Ma così non dovrebbe essere ( e per inciso io personalmente nel mio 60 cm non vedo il minimo di Encke perchè vedo il bordo esterno dell'anello meno luminoso di quello interno anche se più luminoso della parte centrale).
Keeler, ma con un telescopio di 36" nel 1888 fa un disegno diverso:
http://ejamison.net/encke_keeler4.jpg Si intuisce la divisione di Encke ma il segmento esterno dell'anella A è ancora luminoso quanto quello a ridosso della Cassini. Il profilo di luce del minimo di Encke è però diverso (uniformemente degradante) e molto più realistico.
Katter, biel 1825 fa questo disegno con 155 mm (riflettore):
http://ejamison.net/encke_kater.jpg A prima vista si potrebbe dire che ha visto la divisione di Encke insieme ad altre cose. Però a ben guardare questa è una interpretazione forzata. Come ha fatto a vedere la divisione di Encke e non vedere quasi nulla sul globo? Ha disegnato solo l'anello A? E se ci ha messo tanta cura a disegnare l'anello A, come è che ci sono tre divisioni nell'anello A di cui quella in mezzo è grande tanto quanto la Cassini? Certamente non possiamo le due che non quadrano sono rappresentazioni simboliche e quella che ci comoda dire che è la Encke sia una rappresentazione realistica.
Nel 1850 Lassel (precisamente il 21 Novembre) fa questo disegno
http://ejamison.net/saturn_lassell.jpg in cui c'è la Encke con 24" di apertura. Il problema è come mai non c'è una rappresentazione fedele dei toni degradanti nell'anello A, come quella fatta da Keeler con il 36"? Parole di Lassel:
"I several times suspected a second division of the outer ring at both ansa, but could not absolutely verify it. The appearance I saw, or suspected, was a line one-third of the breath of the outer ring from its outer edge."Nel 1850 il 23 novembre (due giorni dopo) Dawes avrebbe visto la divisione con soli 160 mm (un terzo di Lassel che non era certo di vederla).
"Sometimes suspected that the outer ring had a short and narrow line upon it near its extremity."Decide di scrivere a Lassel
He wondered if perhaps the division in the outer ring was becoming visible again, and made a note to ask William Lassell to look for it.Il giorno dopo riceve una lettera da Lassel che dice di averla vista di nuovo. Il 25 novembre Dawes scrive
"I was satisfied that, in the finest moments, a very narrow and short line was visible on the outer ring near its extremities; which was confirmed with power 425x." (il tutto a 282x!). Sarebbe interessante avere un disegno di questa seconda osservazione.
Il 29 dichiara di averla vista di nuovo.
Coolidge nel 1855, con 380 mm di apertura, fa questo disegno:
http://ejamison.net/encke_coolidge2.jpg Ora possiamo dire che ha visto la Encke, ma a ben guardare ciò sono tre divisioni e valgono le stesse considerazioni fatte sopra per Kater.
Dunque a me pare che l'unico caso in cui la Encke sarebbe stata vista con 160 mm è Dawes, che però la vede dopo di Lassel con 24" e diventa sicuro di vederla solo dopo che riceve conferma da Lassel. Nel disegno di Dawes mancano poi dettagli (come il degradare della intensità dell'anello A e dettagli sul globo), che pure avrebbero dovuto essere visibili.
Osservatori esperti, con telescopi anche maggiori, hanno fatto disegni che sono pieni di incongruenze. Solo il disegno di Keeler pare essere realistico (ma anche in quel caso non si può escludere l'effetto bande di Mach).
Mi pare che di elementi che dovrebbero indurre una certa cautela quando si afferma di aver visto la Encke con 14-15 cm ce ne siano in abbondanza. Ognuno tiri le sue conclusioni. Per me la spiegazione è semplice e sta in quella frase che si legge talvolta in firma "il numero di strehl del mio telescopio è inciso nel bordo interno dell'anello di diffrazione".