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Autore Messaggio
MessaggioInviato: venerdì 10 agosto 2012, 13:54 
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Iscritto il: lunedì 19 gennaio 2009, 21:32
Messaggi: 2882
Località: LV426/Acheron
fabio_bocci ha scritto:
Il difficile è "sapere" cosa è che si flette. C'è qualcuno che prima di riuscire a capirlo a trasformato il suo Newton in una versione moderna della Corazzata Potemkin...


Sicuramente. Se non si sa che cosa può funzionare in maniera imprevista si usa il metodo cosiddetto "overkill to be sure", anche noto come prendere abbondanti margini di sicurezza ovunque. Ma non è il top della efficienza. Non è nemmeno sicuro perché il margine di sicurezza potrebbe non bastare se non si sa "quanto" serve e si potrebbe comunque dimenticare proprio la cosa che va male. Io per esempio non avrei pensato a quello stupido pannello sul fondo del rocker box, eppure è l'elemento debole (relativamente). A leggere bene il Kriege viene menzionato, ma come al solito quando non si sa non si capisce "quanto" sia importante. Io ho la fortuna di poter fare delle analisi e trovare rapidamente la soluzione ottimizzata, una volta che so che cosa indagare. Molti astrofili devono andare per tentativi. Chi costruisce i telescopi, però, dovrebbe essere nella mia stessa situazione (per esempio i calcoli che avevo fatto tempo indietro sulla culatta del C14 e la somiglianza fra la mia soluzione ottimizzzata e le realizzazioni di Celestron fanno pensare che sapessero che cosa stavano facendo).


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MessaggioInviato: domenica 12 agosto 2012, 14:37 
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Iscritto il: lunedì 19 gennaio 2009, 21:32
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Località: LV426/Acheron
A completamento della analisi, facciamo invece il caso di un fuori asse pari a 1 mm (che dovrebbe coprire ogni ragionevole errore di assemblaggio).

Nella figura il fronte d'onda e alcuni dati complessivi per il telescopio perfettamente collimato. PV 0.0025, RMS 0.0007 e Strehl 1 (si tratta delle prestazioni nel caso in cui le superfici ottiche fossero perfette).
http://i50.tinypic.com/10mkjuw.jpg

Invece, nel caso di un errore di collimazione di 0.038° (1 mm di fuori asse sul piano focale) la situazione diventa: PV 0.0030, RMS 0.0008 e Strehl sempre 1.
http://i45.tinypic.com/mc6ey9.jpg

Questi dati vanno ovviamente confrontati con il limite di diffrazione (PV 0.25 e RMS 0.07 per una esecuzione al limite di Rayleigh). Se anche pensiamo a una esecuzione molto buona delle superfici ottiche, con un errore di figura metà (PV 0.125 lambda/8 e RMS 0.035 lambda/28) constatiamo che l'effetto dell'errore di collimazione (la differenza fra il telescopio collimato e scollimato) essendo pari a PV 0.0005 RMS 0.0001 conta solo una parte su 250-350. In altre parole la qualità superficiale conta centinaia di volte di più che un eventuale errore di collimazione di 1 mm sul piano focale. A questa conclusione si potava anche giungere considerando il semplice fatto che il diametro corretto entro i limiti di diffrazione è di 1.2°, ovvero 30 mm, motivo per cui anche se si sposta di 1 mm non cambia quasi nulla al centro del campo

Non convinti di ciò, possiamo anche calcolare la figura di diffrazione in asse per il telescopio scollimato di 1 mm, che risulta essere indistinguibile dalla perfezione.
http://i47.tinypic.com/205r11u.jpg

Ovviamente se uno non vede questa figura vuol dire che c'è un problema, che sarà ovviamente di altra natura (per esempio le due lenti del doppietto non sono incollate correttamente, come vedremo analizzando il prossimo rifrattore di tipo spaziato in aria ED).


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MessaggioInviato: sabato 1 settembre 2012, 9:35 
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Iscritto il: lunedì 19 gennaio 2009, 21:32
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Località: LV426/Acheron
Mi ha scritto Massimo Riccardi, l'autore di ATMOS. Lo conoscevo già perché a suo tempo mi aveva fatto un test interefrometrico sul vecchio 16".

Abbiamo discusso di qualche aspetto di questo thread, e in particolare della questione del ritorno alle coordinate di precedenti superfici, cosa che avevo spiegato all'inizio ma che è alquanto difficile. Mi ha detto come avrei potuto spiegare meglio la cosa, ma vista la complessità della questione meglio lasciare stare. Già si fatica a spiegare che le coordinate sono relative (con tutte le conseguenza del caso). Alcuni software hanno l'opzione per ritornare al sistema di coordinate di qualche superficie precedente, ma in genere sono macchinose. Anche lui aveva pensato di includerla.
In alcuni casi sono ritornato alle coordinate precedenti in maniera approssimativa (ho fatto infatti a occhio, dove l'ho detto) e se l'opzione fosse stata dispoinibile sarebbe stato tutto più chiaro e preciso.

Abbiamo poi discusso del tema del "progetto robusto" degli schemi ottici, cioè di ottimizzare lo schema in modo tale da minimizzare la sensibilità agli errori costruttivi (che per altro è pratica inventata in Giappone negli anni 70 e che ha fatto gran parte della fortuna della "qualità" giapponese).

Mi dice che ora si occupa a tempo pieno di ottica e si sente come quel pasticciere che sforna torte buonissime ma non ha tempo di assaggiarle! (*)

Per chi non lo sapesse (ma c'è qualcuno che non lo sa?). Massimo è l'inventore di alcuni schemi ottici molto innovativi, come il Riccardi-Honders e il RILA.

(*) Mi sa che lo inviterò a una delle prossime uscite.


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MessaggioInviato: sabato 1 settembre 2012, 11:54 
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Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Eh si, tra l'altro il R.H. Veloce, di 200mm di diametro costa, è vero, ma non cifre stratosferiche, non di più di un rifrattore blasonato. Non capisco come sia poco utilizzato dagli astroimagers. Io sono un astroimageer ancora da... nascere e comunque non me lo potrei permettere, però è uno strumento che mi attrae molto. Magari qualche associazione di astrofili lo potrebbe prendere in considerazione.

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Ciò che non ha termine non ha figura alcunaLeonardo da Vinci


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MessaggioInviato: sabato 1 settembre 2012, 13:19 
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Iscritto il: lunedì 19 gennaio 2009, 21:32
Messaggi: 2882
Località: LV426/Acheron
Da quanto ho capito il "passaggio a tempo pieno all'ottica" è legato al fatto che (in un mercato mondiale) evidentemente c'è abbastanza successo per strumenti con schemi ottici innovativi.
Lo schema RH (sono pronto a scommettere che sia stato progettato ed ottimizzato con ATMOS :-) unisce un rapporto focale molto veloce a un campo corretto molto grande.


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