A completamento della analisi, facciamo invece il caso di un fuori asse pari a 1 mm (che dovrebbe coprire ogni ragionevole errore di assemblaggio).
Nella figura il fronte d'onda e alcuni dati complessivi per il telescopio perfettamente collimato. PV 0.0025, RMS 0.0007 e Strehl 1 (si tratta delle prestazioni nel caso in cui le superfici ottiche fossero perfette).
http://i50.tinypic.com/10mkjuw.jpgInvece, nel caso di un errore di collimazione di 0.038° (1 mm di fuori asse sul piano focale) la situazione diventa: PV 0.0030, RMS 0.0008 e Strehl sempre 1.
http://i45.tinypic.com/mc6ey9.jpgQuesti dati vanno ovviamente confrontati con il limite di diffrazione (PV 0.25 e RMS 0.07 per una esecuzione al limite di Rayleigh). Se anche pensiamo a una esecuzione molto buona delle superfici ottiche, con un errore di figura metà (PV 0.125 lambda/8 e RMS 0.035 lambda/28) constatiamo che l'effetto dell'errore di collimazione (la differenza fra il telescopio collimato e scollimato) essendo pari a PV 0.0005 RMS 0.0001 conta solo una parte su 250-350. In altre parole la qualità superficiale conta centinaia di volte di più che un eventuale errore di collimazione di 1 mm sul piano focale. A questa conclusione si potava anche giungere considerando il semplice fatto che il diametro corretto entro i limiti di diffrazione è di 1.2°, ovvero 30 mm, motivo per cui anche se si sposta di 1 mm non cambia quasi nulla al centro del campo
Non convinti di ciò, possiamo anche calcolare la figura di diffrazione in asse per il telescopio scollimato di 1 mm, che risulta essere indistinguibile dalla perfezione.
http://i47.tinypic.com/205r11u.jpgOvviamente se uno non vede questa figura vuol dire che c'è un problema, che sarà ovviamente di altra natura (per esempio le due lenti del doppietto non sono incollate correttamente, come vedremo analizzando il prossimo rifrattore di tipo spaziato in aria ED).