Piergiovanni Salimbeni ha scritto:
sono lieto che la mia recensione abbia suscitato interesse tra gli appassionati visualisti. Tuttavia, devo ammettere di avere qualche difficoltà a rispondere alle sue osservazioni, poiché dalle sue affermazioni ho l'impressione che non abbia avuto modo di leggere integralmente il mio articolo.
Se lo desidera, posso condividere le mie esperienze passate con i telescopi che ho posseduto e testato nel corso degli anni per riviste e aziende. Tuttavia, non credo sia il caso di elencare un’infinita serie di schemi ottici e diametri. Posso però dirle che osservo Giove sin dalla fine degli anni Ottanta e l’ho seguito attraverso strumenti di varia natura, tra cui Zeiss APQ, Takahashi FS, Intes Micro Mak Newton, Newton fino a 40 cm, i classici C9.25 e C11, rifrattori sino a 23 cm e molti altri. Ho anche avuto modo di utilizzare per un anno un Northek 230 e altro ancora.
Per sintetizzare, per chi non avesse letto la recensione, il mio parere sull’ esemplare di Askar 185 utilizzato è il seguente: lo star test evidenzia una evidente aberrazione sferica (ho pubblicato le foto nell’articolo) e il contrasto non è paragonabile a quello di un FS o di un TEC. Tuttavia, utilizzando un visore binoculare in una serata di seeing eccellente, ho potuto osservare Giove con un livello di dettaglio notevole, con un contrasto superiore rispetto a un classico C11, ma meno inciso rispetto a un doppietto alla fluorite da 6". L’immagine mi ha ricordato quella di un ottimo Maksutov Newton Alter MN 86, con la differenza che l’Askar 185 ha mostrato una maggiore facilità nel rivelare i micro-dettagli e una migliore resistenza alle variazioni di temperatura durante la notte.
Per questo motivo, come scritto nell’articolo, posso dire che è stato "uno dei miei migliori Giove", ma non necessariamente "il miglior Giove". Questo perché la definizione di un’osservazione ottimale può variare da persona a persona: per alcuni, il “miglior Giove” potrebbe essere un'immagine meno dettagliata ma più contrastata, tridimensionale e nitida, per altri una immagine un po' "morbida" ma con colori intensi e dettagli "che vanno cercati e attesi con pazienza":
Un’ulteriore riflessione: affermare di aver visto “tutta la rima nella Vallis Alpes” è un’espressione che può risultare ambigua per decretare la bontà di un telescopio, poiché la percezione della rima dipende da diversi fattori, tra cui la librazione e il perigeo. Quando la valle è più aperta verso di noi, può risultare visibile anche con strumenti più piccoli, mentre nella lunazione successiva, con una colongitudine lunare differente, potrebbe essere molto più difficile osservarla.
Nelle prossime settimane avro' la fortuna di testare l'Askar 160 ma anche un fuori classe prodotto in pezzi limitati, quindi spero vivamente di informare tutti gli appassionati sulle mie impressioni meramente personali che sono quindi soggettive e dettate da preferenze, modus observandi e viziate dall'imprinting delle strumentazioni avute in precedenza.
Piergiovanni
Buongiorno Piergiovanni. Figurati ti seguo da tempo,conosco le tue recensioni e sò perfettamente che sei uno che accetta critiche.So perfettamente che negli anni hai osservato con un sacco di telescopi,di tutti i tipi e schemi ottici.
I litigi dei forum,ero iscritto a quello di Coelum anni fa,me li hanno fatti abbandonare anni fa.Sono tornato da un po' di tempo su astrofili.org per condividere alcune mie esperienze,ancora in divenire,sul solare e planetario.Mi piacciono le discussioni basate sul confronto invece.
Mi sono andato a rileggere sia l'articolo e sia a rivedere i video dei test. Effettivamente ci sono delle differenti espressioni nel primo video del test,in cui affermi al minuto 8:15,cito testualmente, "adesso vi vorrei parlare del miglior Giove della mia vita,peccato non sia in grado di dimostrarvelo per come l'ho visto".
Poi nell'articolo l'espressione è più moderata. Comunque non sono certo qui a fare le pulci su quello che dici.
Nello strumento da te testato appare una nutrita aberrazione sferica la quale,lo sappiamo tutti,è la più perniciosa dei difetti di lavorazione per quanto riguarda l'osservazione ad alta risoluzione. Purtroppo difficilmente questa si puo' valutare a livello quantitativo con lo star test,piuttosto qualitativo. La cosa che mi ha incuriosito è che nel tuo strumento appare "invertita" rispetto ad altri star test che ho visto (compreso quello postato da Mark Ludes) e di sicuro un po' meno evidente del solito. Tuttavia mi sono sorpreso che hai osservato Giove con una pupilla d'uscita di solo 1mm,come se osservassi con il mio ap130 a 130x.Insomma un po' poco,anzi assai poco,anche considerando il seeing ottimo,anzi eccellente,da te descritto.Aumentare di ingradimento ti avrebbe scurito l'immagine ed evitato di usare filtri nd.Giove,lo sappiamo,e' un "faro" osservarlo ad ingrandimenti moderati brucia i dettagli.Mi sono ritrovato nel 2023 con il mio nuovo Mewlon 210 a doverlo osservare a 400x,complice un seeing almeno di II sulla scala Antoniadi,altrimenti perdevo una marea di dettagli.Con un rifrattore del genere 300x,almeno,sarebbero il minimo.Sospetto però che quella aberrazione sferica incidesse sulla capacità di salire con gli ingrandimenti. Questo indirettamente è detto nel video sull'osservazione della luna a casa di Federico Caro ("Fly to the moon:akar 185 a550x...),dove lo stesso afferma non essere univoco il punto di fuoco.Questo a causa della aberrazione sferica più che per il fatto che sia a F7.La minore lunghezza focale rispetto,ad esempio,ad un F10 sicuramente riduce la profondita di fuoco,ma con strumenti ben lavorati lo "snap test" dà un punto di fuoco univoco.
Insomma dove voglio andare a parare?Il problema di questa epoca è che certi produttori di strumenti stanno abbassando sempre più la qualità invogliando i potenziali interessati con prezzi allettanti,se tanto mi dà tanto non credo che i modelli più piccoli di questo produttore saranno migliori (vedremo nei tuoi test futuri).Questo porta ad abituare l'appassionato che questa è la qualità "normale",cioè un aberazione sferica di 1/2 lambda e uno strehl di 0,6-0,7. E se nessuno se ne accorge,l'abbasseranno ancora.Siamo partiti con le razze storte sui newton,che poi ti vendono il loro kit di "upgrade",e stiamo andando verso un declino qualitativo che lede le leggi dell'ottica. In questo caso sarebbe stato bello che un certo Dawes fosse potuto intervenire,purtroppo non ha potuto farlo. "Non è certo perfetto ma costa poco",come spesso sento dire,è una cosa che sta colpendo sempre di più l'astronomia amatoriale. Ci vuole rispetto da parte dei produttori per gli appassionati.
Questo calo qualitativo,vista una certa accettazione passiva,sta cominciando a invogliare anche marchi più blasonati. Il mio Mewlon 210 non è stato verniciato alla perfezione,il venditore mi ha invitato a mandargli le foto che ha girato a Takahashi,perche' non era la prima volta che capitava su alcuni strumenti un certo calo di controllo di qualità.