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 Oggetto del messaggio: Re: askar 185mm
MessaggioInviato: venerdì 14 febbraio 2025, 20:56 
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Iscritto il: giovedì 31 marzo 2022, 13:50
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mario de caro ha scritto:
Ciao Alessandro
Eh sì ,pare che abbiamo gli stessi gusti ! :thumbup:
Leggo che utilizzi un tec160fl !
Riguardo il DK250 :anche a me é capitato un esemplare fortemente manomesso ....coincidenze?
Vedo che anche tu sottolinei l'ovvio ovvero che il TEC non teme affatto il confronto con il Northek : quali ,secondo te,gli ingrandimenti ottimali su luna e pianeti? O meglio, quali utilizzi di solito?
Ciao

Purtroppo certi strumenti magari finiscono nelle mani di persone che non li sanno usare,poi succede che finiscono per essere mezzi rovinati.Il mio aveva una razza storta,ora dimmi tu come puoi storcere le razze su uno strumento del genere.Il paraluce del primario era messo storto,con dell'inutile vellutino interno,fermato con il nastro frena filetti degli idraulici...
Visto che dovevo traslocare lo misi anche in vendita,nessuno si è fatto seriamente vivo,me lo sono tenuto.
Il Tec lo avevo più paragonato al mio Mak,verso il quale in certe serate può essere inferiore come prestazioni. Ma stiamo parlando di uno strumento il cui progettista ne realizzo' 22,me ne sono accertato,fatto con specchi in astrositall lavorati a 1/50 di lambda rms probabilmente lucidato con cannoni a ioni di industrie aerospaziali sovietiche dismesse,che già quasi 15 anni fa aveva un trattamento dielettrico (vero) al 98%,sempre dalle industrie menzionate. Credo che oggi costruirlo sia meno costoso solo dell'attuale costo del maksutov di Astrophysics.Per dire il termine di paragone.Attualmente Sankowich,spero si scriva così,lavora solo su progetti professionali.
Sul Tec ho usato sulla luna dai 300 ai circa 460 di un vixen 2,4mm hr. Presi d'occasione un ethos 3,7mm proprio per la luna,qualche volta l'ho usato con ottimi risultati. Un campo enorme unito ad un consistente ingrandimento. Tutta la valle delle alpi,rima visibile inclusa,con plato e il circondario.Veramente una visione fantastica,ci puoi stare delle ore.In una serata ottima osservando Copernico con il vixen 2,4mm hr pareva di caderci dentro.
Per Giove e Saturno vado più o meno sugli stessi ingrandimenti.Diciamo un range di 300-400x a seconda dei casi. Marte,confesso di averlo osservato molto meno di quanto meritasse,sui 400-500x.Sempre che la serata lo permetta.


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 Oggetto del messaggio: Re: askar 185mm
MessaggioInviato: venerdì 14 febbraio 2025, 21:02 
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nicopol ha scritto:
Comunque, anche se l’argomento è ritrito, escono fuori sempre nuovi confronti sugli strumenti che tutto sommato sono interessanti.
Avendo rifrattori non enormi , la mia voglia di diametro, per la mia postazione cittadina (patio lato casa), mi fa pendolare tra rifrattorone, dk diciamo 25 cm o un bel dobson per alta risoluzione visuale e perché no ripresa con cmos.
Ognuno ha il suo perché è una volta scelto me lo godrò, senza pensare di aver sbagliato scelta: già fatto troppi cambi e non voglio rientrare nella spirale infernale anche perché nel passato li ho posseduti già.

Per ora i miei problemi sono tempo per usarli e seeing collaborativo

P.s. Anche io ho il piccolo Takahashi fc 100 dl e nel suo piccolo fa il suo lavoro egregiamente!


L'aumento di diametro è sempre una cosa che stuzzica gli astrofili. Mi capitò anni fa di poter comprare,per un prezzo oggi ridicolo,un Maksutov-Rumak fatto fare da Zen per un noto negoziante e astrofilo italiano. 12" F30...più dedicato ai pianeti di così.Lo andai anche a vedere come amante di ottiche che come compratore,ma era troppo pesante.
Eravamo sui 35kg buoni,il venditore mi disse in tutta onestà che se lo avessi fatto reintubare sarebbe stato migliore,a causa della scarsa propensione ad entrare in temperatura. La montatura che lo portava l'avevo pure,ma quante volte lo avrei usato?Alla fine ho desistito. Per cui,spesso,enormi tubi sono enormi problemi.


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 Oggetto del messaggio: Re: askar 185mm
MessaggioInviato: venerdì 14 febbraio 2025, 21:05 
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davidem27 ha scritto:
kappotto ha scritto:
sservare una planetaria a 600x, non è alta risoluzione anche quella?

Allegato:
cP2Js2Q9w42B_16536x16536_pTHPFh73.png


610x, 1mm di pupilla d'uscita.
60cm. Quelle ansette a nord e sud della planetaria c'erano tutte.
Che fica la Jonckheere 320!


Sembra la ncg7009 di primo acchito .Un po' più piccola...


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 Oggetto del messaggio: Re: askar 185mm
MessaggioInviato: sabato 15 febbraio 2025, 0:21 
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Alessandro76 ha scritto:
wide ha scritto:
ma quanto è bello e pare buono sto cinese apo o semi apo che sia, con la doppia corsa di messa a fuoco per le torrette merita il best buy del decennio, se fossi possessore di un tec 180 fl magari in fase calante con l'hobby lo metterei in vendita subito e metterei il ricavato al netto dell'acquisto per l'askar in fonti di protezione capitale più redditizie


Faresti un bel affare a scambiare un capolavoro di ottica con un fondo di bottiglia. Perchè in effetti quello è. Si tratta di una ottica lavorata con uno strehl di 0,6 nel verde,che da prove al banco ha dato mezzo lambda nel rosso e nel verde e uno nel blu. Definirlo uno strumento ottico ce ne vuole. Mark Ludes ha pubblicato un intra ed extra abbastanza orribile,eppure li vende. Il fatto che lo abbia pubblicato è probabilmente perchè non vuole rogne con gli acquirenti e non vuole sputtanarsi dopo decenni di onorata presenza nel mondo dell'astronomia amatoriale. Esistono strumenti molto ben fatti,senza andare su Tec o Takahashi,come lo Skywatcher esprit 150ed ad esempio. Ma a quel livello di lavorazione scarsissima,qualunque produttore farà di meglio. Anche se alcuni "recensori" hanno visto nel askar 185 "il miglior giove della loro vita",osservando con una pupilla di uscita 1mm. C'è da pensare che razza di immagini di giove abbiano visto fino ad allora...
Generalmente non mi piace mettere bocca,sopratutto nelle strumentazioni degli altri,ma questo strumento lo stanno usando come cavallo di troia per abituare i futuri appassionati a livelli scarsissimi di qualità. Ci siamo spesi in interminabili discussioni su uno strehl di 0,85 piuttosto 0,90,oppure di una piccola quantità di abberrazione cromatica nel blu,poi accettiamo un "coso" che a malapena riesce a mettere a fuoco una stella?


Buonasera Alessandro,

sono lieto che la mia recensione abbia suscitato interesse tra gli appassionati visualisti. Tuttavia, devo ammettere di avere qualche difficoltà a rispondere alle sue osservazioni, poiché dalle sue affermazioni ho l'impressione che non abbia avuto modo di leggere integralmente il mio articolo.

Se lo desidera, posso condividere le mie esperienze passate con i telescopi che ho posseduto e testato nel corso degli anni per riviste e aziende. Tuttavia, non credo sia il caso di elencare un’infinita serie di schemi ottici e diametri. Posso però dirle che osservo Giove sin dalla fine degli anni Ottanta e l’ho seguito attraverso strumenti di varia natura, tra cui Zeiss APQ, Takahashi FS, Intes Micro Mak Newton, Newton fino a 40 cm, i classici C9.25 e C11, rifrattori sino a 23 cm e molti altri. Ho anche avuto modo di utilizzare per un anno un Northek 230 e altro ancora.

Per sintetizzare, per chi non avesse letto la recensione, il mio parere sull’ esemplare di Askar 185 utilizzato è il seguente: lo star test evidenzia una evidente aberrazione sferica (ho pubblicato le foto nell’articolo) e il contrasto non è paragonabile a quello di un FS o di un TEC. Tuttavia, utilizzando un visore binoculare in una serata di seeing eccellente, ho potuto osservare Giove con un livello di dettaglio notevole, con un contrasto superiore rispetto a un classico C11, ma meno inciso rispetto a un doppietto alla fluorite da 6". L’immagine mi ha ricordato quella di un ottimo Maksutov Newton Alter MN 86, con la differenza che l’Askar 185 ha mostrato una maggiore facilità nel rivelare i micro-dettagli e una migliore resistenza alle variazioni di temperatura durante la notte.

Per questo motivo, come scritto nell’articolo, posso dire che è stato "uno dei miei migliori Giove", ma non necessariamente "il miglior Giove". Questo perché la definizione di un’osservazione ottimale può variare da persona a persona: per alcuni, il “miglior Giove” potrebbe essere un'immagine meno dettagliata ma più contrastata, tridimensionale e nitida, per altri una immagine un po' "morbida" ma con colori intensi e dettagli "che vanno cercati e attesi con pazienza":

Un’ulteriore riflessione: affermare di aver visto “tutta la rima nella Vallis Alpes” è un’espressione che può risultare ambigua per decretare la bontà di un telescopio, poiché la percezione della rima dipende da diversi fattori, tra cui la librazione e il perigeo. Quando la valle è più aperta verso di noi, può risultare visibile anche con strumenti più piccoli, mentre nella lunazione successiva, con una colongitudine lunare differente, potrebbe essere molto più difficile osservarla.

Nelle prossime settimane avro' la fortuna di testare l'Askar 160 ma anche un fuori classe prodotto in pezzi limitati, quindi spero vivamente di informare tutti gli appassionati sulle mie impressioni meramente personali che sono quindi soggettive e dettate da preferenze, modus observandi e viziate dall'imprinting delle strumentazioni avute in precedenza.

Cieli sereni a tutti e buon fine settimana!
Piergiovanni

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Piergiovanni Salimbeni
https://www.binomania.it - Recensioni di binocoli, telescopi, fototrappole, cannocchiali
Guardate le mie recensioni sul canale Youtube! https://www.youtube.com/c/binomania


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 Oggetto del messaggio: Re: askar 185mm
MessaggioInviato: sabato 15 febbraio 2025, 15:41 
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Piergiovanni Salimbeni ha scritto:
sono lieto che la mia recensione abbia suscitato interesse tra gli appassionati visualisti. Tuttavia, devo ammettere di avere qualche difficoltà a rispondere alle sue osservazioni, poiché dalle sue affermazioni ho l'impressione che non abbia avuto modo di leggere integralmente il mio articolo.

Se lo desidera, posso condividere le mie esperienze passate con i telescopi che ho posseduto e testato nel corso degli anni per riviste e aziende. Tuttavia, non credo sia il caso di elencare un’infinita serie di schemi ottici e diametri. Posso però dirle che osservo Giove sin dalla fine degli anni Ottanta e l’ho seguito attraverso strumenti di varia natura, tra cui Zeiss APQ, Takahashi FS, Intes Micro Mak Newton, Newton fino a 40 cm, i classici C9.25 e C11, rifrattori sino a 23 cm e molti altri. Ho anche avuto modo di utilizzare per un anno un Northek 230 e altro ancora.

Per sintetizzare, per chi non avesse letto la recensione, il mio parere sull’ esemplare di Askar 185 utilizzato è il seguente: lo star test evidenzia una evidente aberrazione sferica (ho pubblicato le foto nell’articolo) e il contrasto non è paragonabile a quello di un FS o di un TEC. Tuttavia, utilizzando un visore binoculare in una serata di seeing eccellente, ho potuto osservare Giove con un livello di dettaglio notevole, con un contrasto superiore rispetto a un classico C11, ma meno inciso rispetto a un doppietto alla fluorite da 6". L’immagine mi ha ricordato quella di un ottimo Maksutov Newton Alter MN 86, con la differenza che l’Askar 185 ha mostrato una maggiore facilità nel rivelare i micro-dettagli e una migliore resistenza alle variazioni di temperatura durante la notte.

Per questo motivo, come scritto nell’articolo, posso dire che è stato "uno dei miei migliori Giove", ma non necessariamente "il miglior Giove". Questo perché la definizione di un’osservazione ottimale può variare da persona a persona: per alcuni, il “miglior Giove” potrebbe essere un'immagine meno dettagliata ma più contrastata, tridimensionale e nitida, per altri una immagine un po' "morbida" ma con colori intensi e dettagli "che vanno cercati e attesi con pazienza":

Un’ulteriore riflessione: affermare di aver visto “tutta la rima nella Vallis Alpes” è un’espressione che può risultare ambigua per decretare la bontà di un telescopio, poiché la percezione della rima dipende da diversi fattori, tra cui la librazione e il perigeo. Quando la valle è più aperta verso di noi, può risultare visibile anche con strumenti più piccoli, mentre nella lunazione successiva, con una colongitudine lunare differente, potrebbe essere molto più difficile osservarla.

Nelle prossime settimane avro' la fortuna di testare l'Askar 160 ma anche un fuori classe prodotto in pezzi limitati, quindi spero vivamente di informare tutti gli appassionati sulle mie impressioni meramente personali che sono quindi soggettive e dettate da preferenze, modus observandi e viziate dall'imprinting delle strumentazioni avute in precedenza.
Piergiovanni


Buongiorno Piergiovanni. Figurati ti seguo da tempo,conosco le tue recensioni e sò perfettamente che sei uno che accetta critiche.So perfettamente che negli anni hai osservato con un sacco di telescopi,di tutti i tipi e schemi ottici.
I litigi dei forum,ero iscritto a quello di Coelum anni fa,me li hanno fatti abbandonare anni fa.Sono tornato da un po' di tempo su astrofili.org per condividere alcune mie esperienze,ancora in divenire,sul solare e planetario.Mi piacciono le discussioni basate sul confronto invece.
Mi sono andato a rileggere sia l'articolo e sia a rivedere i video dei test. Effettivamente ci sono delle differenti espressioni nel primo video del test,in cui affermi al minuto 8:15,cito testualmente, "adesso vi vorrei parlare del miglior Giove della mia vita,peccato non sia in grado di dimostrarvelo per come l'ho visto".
Poi nell'articolo l'espressione è più moderata. Comunque non sono certo qui a fare le pulci su quello che dici.
Nello strumento da te testato appare una nutrita aberrazione sferica la quale,lo sappiamo tutti,è la più perniciosa dei difetti di lavorazione per quanto riguarda l'osservazione ad alta risoluzione. Purtroppo difficilmente questa si puo' valutare a livello quantitativo con lo star test,piuttosto qualitativo. La cosa che mi ha incuriosito è che nel tuo strumento appare "invertita" rispetto ad altri star test che ho visto (compreso quello postato da Mark Ludes) e di sicuro un po' meno evidente del solito. Tuttavia mi sono sorpreso che hai osservato Giove con una pupilla d'uscita di solo 1mm,come se osservassi con il mio ap130 a 130x.Insomma un po' poco,anzi assai poco,anche considerando il seeing ottimo,anzi eccellente,da te descritto.Aumentare di ingradimento ti avrebbe scurito l'immagine ed evitato di usare filtri nd.Giove,lo sappiamo,e' un "faro" osservarlo ad ingrandimenti moderati brucia i dettagli.Mi sono ritrovato nel 2023 con il mio nuovo Mewlon 210 a doverlo osservare a 400x,complice un seeing almeno di II sulla scala Antoniadi,altrimenti perdevo una marea di dettagli.Con un rifrattore del genere 300x,almeno,sarebbero il minimo.Sospetto però che quella aberrazione sferica incidesse sulla capacità di salire con gli ingrandimenti. Questo indirettamente è detto nel video sull'osservazione della luna a casa di Federico Caro ("Fly to the moon:akar 185 a550x...),dove lo stesso afferma non essere univoco il punto di fuoco.Questo a causa della aberrazione sferica più che per il fatto che sia a F7.La minore lunghezza focale rispetto,ad esempio,ad un F10 sicuramente riduce la profondita di fuoco,ma con strumenti ben lavorati lo "snap test" dà un punto di fuoco univoco.
Insomma dove voglio andare a parare?Il problema di questa epoca è che certi produttori di strumenti stanno abbassando sempre più la qualità invogliando i potenziali interessati con prezzi allettanti,se tanto mi dà tanto non credo che i modelli più piccoli di questo produttore saranno migliori (vedremo nei tuoi test futuri).Questo porta ad abituare l'appassionato che questa è la qualità "normale",cioè un aberazione sferica di 1/2 lambda e uno strehl di 0,6-0,7. E se nessuno se ne accorge,l'abbasseranno ancora.Siamo partiti con le razze storte sui newton,che poi ti vendono il loro kit di "upgrade",e stiamo andando verso un declino qualitativo che lede le leggi dell'ottica. In questo caso sarebbe stato bello che un certo Dawes fosse potuto intervenire,purtroppo non ha potuto farlo. "Non è certo perfetto ma costa poco",come spesso sento dire,è una cosa che sta colpendo sempre di più l'astronomia amatoriale. Ci vuole rispetto da parte dei produttori per gli appassionati.
Questo calo qualitativo,vista una certa accettazione passiva,sta cominciando a invogliare anche marchi più blasonati. Il mio Mewlon 210 non è stato verniciato alla perfezione,il venditore mi ha invitato a mandargli le foto che ha girato a Takahashi,perche' non era la prima volta che capitava su alcuni strumenti un certo calo di controllo di qualità.


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 Oggetto del messaggio: Re: askar 185mm
MessaggioInviato: sabato 15 febbraio 2025, 17:29 
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Però se si osserva Giove con una pupilla di uscita di 1mm e lo si vede bello nitido tanto da poter affermare di essere " uno dei più bei Giove..." sicuramente la correzione ottica è superiore a 1/2 lambda anzi credo proprio che siamo in tolleranza ottica (quindi almeno 1/4).

Se fosse corretto a solo 1/2 lambda (ovviamente si intende sul piano focale, da picco a valle .... ovviamente sarebbe meglio considerare l'errore RMS o lo Strehl etc. etc. ma semplifichiamo pure) Giove apparirebbe "nebbioso" a molto meno di 180x , idem la Luna.

Su CN hanno messo star test e Ronchi di 5 esemplari : 2 di questi sembrano effettivamente usciti male ma l'esemplare testato da Salimbeni , dalle prestazioni descritte e dallo star-test pubblicato (ok , bisognava stare più vicini al fuoco ma dà lo stesso una certa indicazione ), sicuramente è almeno in tolleranza ottica

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 Oggetto del messaggio: Re: askar 185mm
MessaggioInviato: sabato 15 febbraio 2025, 20:57 
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...una cosa è certa
Nessuno sa realmente come va sto 185....
Aspetteremo che qualcuno si sacrifichi :D
Ciao

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 Oggetto del messaggio: Re: askar 185mm
MessaggioInviato: domenica 16 febbraio 2025, 17:47 
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Più che abbassare "scientemente" la qualità ottica, il problema dei cinesi a basso costo (si, un 185 mm a lenti a 6.000 € lo considero a basso costo) è il controllo qualità, che (secondo me) di fatto non fanno (tranne scartare quelli con lenti rotte o palesemente storte, ecc), loro intanto distribuiscono, poi quello che gli torna indietro (dal distributore o dal cliente) glie lo sostituiscono, che fanno prima che pagare un tecnico che controlli e sistemi l'aggeggio uscito male.

Sti "cosi" escono con qualità di assemblaggio molto variabile (i "pezzi" come le "lenti" sono fatte a macchina, quindi escono tutte più che dignitose) e ti trovi quello con uno strehl policromatico globale che magari varia da 0,4 a 0,8 e come sempre il tutto va a cuBo.

Il pippotto qua sopra solo per dire che concordo totalmente con dob, molto probabilmente l'esemplare provato da Pier e Mario è uno di quelli nati bene, anche considerato che l'esemplare gli è stato consegnato da Artesky e che Luca è un discreto "cagnaccio" e se i cinesi non gli consegnano roba buona, poi li fa "correre".

Ora come diceva il caro Rick Deckard quando parlava dei taka FS 102 e 128, ci vuole il giusto mix tra qualità ottica e "forza bruta" e onestamente, osservare i pianeti con una bella pupillona d'uscita rimanendo su discreti ingrandimenti, quindi con visione "comoda" immagine luminosa e colori saturi e meglio che stare agli stessi ingrandimenti con una P.U. da fachiro, immagine scura, miodesopsie che girano dappertutto con uno strumento da strehl 0,999.

Poi ovvio, le ottiche (a rifrazione o riflessione che siano) dello strumento non devono essere lavorate a scalpello e mazzetta e montate a 45° nel tubo, altrimenti nemmeno il Palomar ti fa vedere nulla, ma una bella lentona o specchione perdona qualche percento di strehl in meno rispetto a un "pigmeo" ultraperfetto.

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 Oggetto del messaggio: Re: askar 185mm
MessaggioInviato: lunedì 17 febbraio 2025, 19:43 
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Angelo Cutolo ha scritto:
Più che abbassare "scientemente" la qualità ottica, il problema dei cinesi a basso costo (si, un 185 mm a lenti a 6.000 € lo considero a basso costo) è il controllo qualità, che (secondo me) di fatto non fanno (tranne scartare quelli con lenti rotte o palesemente storte, ecc), loro intanto distribuiscono, poi quello che gli torna indietro (dal distributore o dal cliente) glie lo sostituiscono, che fanno prima che pagare un tecnico che controlli e sistemi l'aggeggio uscito male.

Sti "cosi" escono con qualità di assemblaggio molto variabile (i "pezzi" come le "lenti" sono fatte a macchina, quindi escono tutte più che dignitose) e ti trovi quello con uno strehl policromatico globale che magari varia da 0,4 a 0,8 e come sempre il tutto va a cuBo.

Il pippotto qua sopra solo per dire che concordo totalmente con dob, molto probabilmente l'esemplare provato da Pier e Mario è uno di quelli nati bene, anche considerato che l'esemplare gli è stato consegnato da Artesky e che Luca è un discreto "cagnaccio" e se i cinesi non gli consegnano roba buona, poi li fa "correre".

Ora come diceva il caro Rick Deckard quando parlava dei taka FS 102 e 128, ci vuole il giusto mix tra qualità ottica e "forza bruta" e onestamente, osservare i pianeti con una bella pupillona d'uscita rimanendo su discreti ingrandimenti, quindi con visione "comoda" immagine luminosa e colori saturi e meglio che stare agli stessi ingrandimenti con una P.U. da fachiro, immagine scura, miodesopsie che girano dappertutto con uno strumento da strehl 0,999.

Poi ovvio, le ottiche (a rifrazione o riflessione che siano) dello strumento non devono essere lavorate a scalpello e mazzetta e montate a 45° nel tubo, altrimenti nemmeno il Palomar ti fa vedere nulla, ma una bella lentona o specchione perdona qualche percento di strehl in meno rispetto a un "pigmeo" ultraperfetto.


Se parliamo di apocromatico, possiamo citare la definizione del compianto Thomas Back. Uno strumento corretto entro tre lunghezze d'onda per l'aberrazione cromatica e due per quella sferica. Non è che sia tanto facile raggiungere questo risultato. Diciamo che esistono bei strumento che apocromatici non lo sono, ma sono validi lo stesso e danno belle visioni. Dipende ciò che ci si prefigge.
Lavorare un tripletto significa lavorare sei superfici e lucidarle. Non è affatto facile, sopratutto una lucidatura fatta bene incide sul risultato finale e sui costi. Sono caratteristiche costruttive i cui costi non abbatti con economie di scala:se voglio fare uno strumento ben fatto e aumento di dieci volte le vendite, devo assumere altri ottici che sappiano rifinire e controllare le lenti. Qui non si parla di voler avere la massima qualità possibile, ma almeno non dare un bidone. Perché è vero che più grande è meglio è, ma la luce bisogna focalizzata bene.
Quello che voglio dire è che se vendi uno strumento del genere, lo definisci "apo", ne lodi le capacità, minimo mi aspetto che sia corretto entro i limiti di difrazione. Se mi dai uno strumento che ha uno strehl policromarico di 0,6...insomma.
A questo punto se un tripletto così non lo sai fare, o non lo vuoi fare, fammi un doppietto ben fatto. Chi se ne frega se c'è un pó di cromatismo.
Se poi questo tipo di strumenti risultano insoddisfacenti, alternative ce ne sono.
Esprit 150ed,che viene da un ottimo progetto tedesco. Anche il 155 F8 tripletto potrebbe essere interessante, non ho visto però star test o altro.
Si ci balla un pollice in meno, ma siamo sicuri che quel pollice in piu compensi l'eventuale deficit ottico del più grande?
Sul forum Tec ogni tanto c'è qualcuno che vorrebbe cambiare il suo 160 per il 180 o è indeciso su quale dei due scegliere.
Yuri Petrunin ha risposto una volta sulla più grande differenza del 180 sul 160:"diecimila dollari".


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 Oggetto del messaggio: Re: askar 185mm
MessaggioInviato: martedì 18 febbraio 2025, 10:12 
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Ma da dove si evincerebbe che il 185 oggetto del test di Piergiovanni sia sotto al limite di diffrazione? A me non sembra affatto che lo sia. Ovviamente non si può pretendere un 0.99 di Strehl ma credo, con tutta la sferica evidenziata, sia comunque ben lontano, in eccesso, dallo 0.80 che rappresenta il limite di diffrazione. A mio parere è facile che stia almeno intorno a 0.90.
Chiaramente se escono esemplari con una correzione inferiore a 0.80 credo che chi acquisti un rifrattore di quella portata non fatichi ad accorgersese ed ovviamente il limite di diffrazione è sempre garantito per cui lo si rimanda indietro e basta. Se uno vuole una garanzia diversa le cifre sono ben altre, e del resto è quello che è sempre accaduto con gli Schmidt Cassegrain commerciali (ci sono stati persino tubi tagliati a "fetta di salame" con lastre non parallele al primario).
Per il resto la differenza di un pollice tra due rigffrattori è ben avvertibile al di là della differenza di costo. Ricordo perfettamente di aver avuto in parallelo il mio TEC140 con un doppietto APM 152 f7 oltre che con il 152LZOS di Mario in più occasioni e la differenza era netta. Rispetto al 152 di APM la differenza era visibile solamente sulla Luna e dopo un lunghissimo acclimatamento di 2 ore del doppietto. Il 152 di Mario invece mostrava certamente più incisione anche su Giove.
La stessa differenza non la ho mai riscontrata Tra il TEC140 e gli SC fino ad 11". Il 140 è sempre stato superiore su Giove mentre sulla Luna emergevano dettagli sul C11 invisibili al 140 ed altri dettagli, sempre sulla Luna e nella stessa serata, che invece erano visibili nel 140 e non nel C11.
Occhio anche quando si parla di seeing, perchè se è vero che con un seeing da 0.9" vedrai sempre dettagli da 0.9" io quel seeing lo percepisco come perfetto mentre chi ha un C11 lo percepirà come un seeing schifoso e dettagli da 0.9" potrebbero ben essergli invisibili.
Infine, è una benemerita stupidaggine affermare che in un acromatico da x pollici, ad eccezione ovviamente di quelli a lungo fuoco dove però per lungo fuoco si intende che gli faccia raggiongere l'apocromaticità..., ci siano gli stessi dettagli di un apocromatico della stessa apertura. In un apocromatico da 140 f7 sono visibili dettagli da 0.9", in un acromatico da 140 ad f9 ad esempio sarà comunque presente uno spettro secondario che eccederà quei 0,9" ed andrà a sovrapporsi con il dettaglio più fine adiacente. E nulla pò un eventuale filtro se non cancellare visivamente lo spettro secondario (questo però sarà sempre presente anche se non visibile ed il microdettaglio comunque impastato, l'informazione mancante non può essere ricostruita dal fltro.
Comprerei il 185 Askar da possessore di TEC? Non so, ma certamente lo valuterei.

_________________
Strehl number for my Tec is engraved on the internal rim of the first diffraction ring

Osservo con:

Rifrattore TEC140 APO su T-REX e treppiede Zeiss / EQ6-R
Zeiss Silvarem 6x30, Konus Japan 10x42, Fujinon 16x70
Lunt sl35hsa
ES 18mm 82°, Baader GO 5mm, Ortho UO 4mm, Ethos SX 4,7mm 110°, Swarovski zoom 7.7-23.1mm, Vixen LVW 3,5, Meade #140 barlow lens


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