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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: martedì 11 ottobre 2016, 14:09 
Mah, caro Andrea, mi sa che esista anche lo "psycho limited", quando uno riesce a tirare un sessantino ad un numero di ingrandimenti superiore a quella del migliore microscopio ... :wink:


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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: martedì 11 ottobre 2016, 14:26 
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Per definizione, un'ottica diffraction limited consente di raggiungere, al netto dei problemi "esterni", la risoluzione massima teorica per il suo diametro (e schema ottico). Ovviamente, maggiore e' il diametro e quindi la risoluzione ottenibile, piu' difficile sara' sia raggiungere la correzione richiesta sia trovarsi in condizioni idonee. In ogni caso, in condizioni perfette, un'ottica "diffraction limited" non puo' mai risolvere meno dettagli di un'altra di pari diametro e configurazione, a meno che quel "diffraction limited" non sia una indicazione commerciale appiccicata come ormai si fa con il termine "apocromatico". Anche in condizioni reali, a parita' di seeing, se uno strumento, sempre a parita' di diametro, performa meglio di un "diffraction limited", vuol dire che il "diffraction limited" necessita di una messa a punto, ma proprio per definizione.
https://en.wikipedia.org/wiki/Diffracti ... lution.svg

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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: martedì 11 ottobre 2016, 14:53 
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fabio_bocci ha scritto:
cristiano c. ha scritto:
Gasparri consiglia di non andare oltre ai tre diametri per i pianeti,
Cit.
In ogni caso oltre un ingrandimento pari a tre volte il diametro dell obiettivo espresso in mm non si ha più alcun guadagno, anzi l immagine comincia a perdere qualità.

Non ho capito. Voi dire che col mio Meade 10" per i pianeti non dovrei andare oltre 750 ingrandimenti? e che oltre 750 ingrandimenti non avrei nessun guadagno per la visione planetaria? Magari! Nella realtà è già difficile arrivare a 300 ingrandimenti, al massimo con quello strumento sono arrivato a 250.

Magari non hai un ottica DL oppure non sei in temperatura, non sei collimato , o anche hai un seeing medio schifoso
Adesso perché tu non riesci a fare una Cina nessuno dovrebbe?

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e ho visto i raggi b balenare nel buio


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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: martedì 11 ottobre 2016, 15:02 
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bardix ha scritto:
Mah, caro Andrea, mi sa che esista anche lo "psycho limited", quando uno riesce a tirare un sessantino ad un numero di ingrandimenti superiore a quella del migliore microscopio ... :wink:

Questo è fuor di dubbio! Tuttavia mi sembra palese che formula valga per un sistema comprensivo del seeing e non sia valida per il solo telescopio in sé, e spiega anche perché nella pratica si riscontri spesso che le due formule del Ferreri siano più aderenti alla realtà che non la singola formula per entrambi gli schemi.

andreaconsole ha scritto:
Per definizione, un'ottica diffraction limited consente di raggiungere, al netto dei problemi "esterni", la risoluzione massima teorica per il suo diametro (e schema ottico). Ovviamente, maggiore e' il diametro e quindi la risoluzione ottenibile, piu' difficile sara' sia raggiungere la correzione richiesta sia trovarsi in condizioni idonee. In ogni caso, in condizioni perfette, un'ottica "diffraction limited" non puo' mai risolvere meno dettagli di un'altra di pari diametro e configurazione, a meno che quel "diffraction limited" non sia una indicazione commerciale appiccicata come ormai si fa con il termine "apocromatico".

Sono assolutamente daccordo

andreaconsole ha scritto:
in condizioni reali, a parita' di seeing, se uno strumento, sempre a parita' di diametro, performa meglio di un "diffraction limited", vuol dire che il "diffraction limited" necessita di una messa a punto, ma proprio per definizione.
https://en.wikipedia.org/wiki/Diffracti ... lution.svg

In condizioni reali non sei anche in condizioni perfette. In uno strumento diffraction limited l'errore introdotto dal seeing lo porta di fatto al di sotto del limite di diffrazione.
Definire un'ottica come diffraction limited solamente in condizioni perfette è un bel giochetto.

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Strehl number for my Tec is engraved on the internal rim of the first diffraction ring

Osservo con:

Rifrattore TEC140 APO su T-REX e treppiede Zeiss / EQ6-R
Zeiss Silvarem 6x30, Konus Japan 10x42, Fujinon 16x70
Lunt sl35hsa
ES 18mm 82°, Baader GO 5mm, Ortho UO 4mm, Ethos SX 4,7mm 110°, Swarovski zoom 7.7-23.1mm, Vixen LVW 3,5, Meade #140 barlow lens


Ultima modifica di Angelo Cutolo il martedì 11 ottobre 2016, 19:39, modificato 1 volta in totale.
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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: martedì 11 ottobre 2016, 15:15 
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Non e' un giochetto, perche' e' una proprieta' intrinseca del telescopio che fa esplicito riferimento alla lavorazione delle ottiche e al loro allineamento. La velocita' di punta di un'auto mica la misuri su uno sterrato? Se il seeing non consente di raggiungere una certa risoluzione, puoi avere l'obiettivo lavorato a lambda/1000 ma non cambia nulla.

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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: martedì 11 ottobre 2016, 15:20 
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cristiano c. ha scritto:
Adesso perché tu non riesci a fare una Cina nessuno dovrebbe?

Continuo a non capore ciò che dici, in una cosa però hai ragione, riesco poco a fare Cina, infatti ho quasi tutti strumenti americani, giapponesi e di altre parti del mondo, di cinese non ho molto.

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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: martedì 11 ottobre 2016, 15:27 
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andreaconsole ha scritto:
Non e' un giochetto, perche' e' una proprieta' intrinseca del telescopio che fa esplicito riferimento alla lavorazione delle ottiche e al loro allineamento. La velocita' di punta di un'auto mica la misuri su uno sterrato? Se il seeing non consente di raggiungere una certa risoluzione, puoi avere l'obiettivo lavorato a lambda/1000 ma non cambia nulla.


Vero per carità, ma che non cambi nulla non è vero. E' vero solamente che non raggiungerai mai la perfezione perché il seeing non te lo consente ma di fatto la correzione maggiore di 0.8 riduce l'errore globale introdotto dal seeing. Altrimenti non sarebbe vero che due ottiche identiche, in diametro ed in configurazione, performino differentemente a seconda della loro correzione da 0.8 in su.

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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: martedì 11 ottobre 2016, 15:27 
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Scusa Cina sta per cosa
Se tu non riesci ad andare oltre un tot di ingrandimenti è evidentemente un tuo problema
fabio_bocci ha scritto:
cristiano c. ha scritto:
Adesso perché tu non riesci a fare una Cina nessuno dovrebbe?

Continuo a non capore ciò che dici, in una cosa però hai ragione, riesco poco a fare Cina, infatti ho quasi tutti strumenti americani, giapponesi e di altre parti del mondo, di cinese non ho molto.


Anche io non capore cosa scrivi

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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: martedì 11 ottobre 2016, 15:39 
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Insomma, alla fine chi se ne frega. Il fatto è semplicemente che la formula dovrebbe tenere conto della correzione dello strumento. Poiché la cosa non è fattibile, come non è fattibile inserire nella formula anche il seeing ecco che le due formule separate del Ferreri sono più aderenti alla realtà osservativa di quella singola o di quella semplicistica del 2D. Tutto qua.

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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: martedì 11 ottobre 2016, 15:40 
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dedo ha scritto:
Vero per carità, ma che non cambi nulla non è vero. E' vero solamente che non raggiungerai mai la perfezione perché il seeing non te lo consente ma di fatto la correzione maggiore di 0.8 riduce l'errore globale introdotto dal seeing. Altrimenti non sarebbe vero che due ottiche identiche, in diametro ed in configurazione, performino differentemente a seconda della loro correzione da 0.8 in su.

Intanto bisogna fare una distinzione fra precisione di lavorazione e strehl ratio. Il primo e' una delle cause, il secondo e' l'effetto. A rigore, solo uno strumento con SR pari a 1 si puo' dire "diffraction limited", perche' lo strehl ratio e' proprio il rapporto fra lo strumento reale e uno strumento ideale limitato solo dalla diffrazione (si potrebbe discutere dell'utilita' di questo parametro puntuale invece della curva MTF, ma lasciamo perdere).
Quindi e' sensato che uno strumento con SR maggiore performi meglio (ma, ribadisco, la differenza la noti solo quando il seeing lo consente e le condizioni al contorno sono sufficienti), ma in generale non e' detto che uno strumento lavorato a lambda/1000 abbia SR maggiore di uno lavorato a lambda/4. Per il resto, si tratta di una questione di lana caprina, visto che dire che uno strumento con SR>0.8 e' diffraction limited e' una semplificazione dal sapore commerciale.

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Ultima modifica di andreaconsole il martedì 11 ottobre 2016, 15:44, modificato 1 volta in totale.

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