andreaconsole ha scritto:
ok, ma devi sempre applicare il metodo scientifico prima di fare un'affermazione di valore scientifico:
osservi un fenomeno, ipotizzi una causa, testi le controprove.
Se riesci ad effettuare il test su due strumenti veramente uguali e veramente nelle stesse condizioni puo' avere un senso, ma dubito sia fattibile: bisognerebbe cancellare una per una le altre possibili cause prima di accusare la profondita' di fuoco.
Credo che sarebbe piu' semplice e sbrigativo trovare l'errore nell'analisi matematica fatta, in almeno uno dei due procedimenti, visto che ti dimostra che la strada che propugni e' sbagliata. Che poi parliamo di un articolo di 15 anni fa...
Ad esempio, potresti obiettare il fatto che analizza solo gli effetti del seeing atmosferico, magari una diversa analisi potrebbe dimostrare che uno strumento piu' aperto e' piu' sensibile alle turbolenze interne
Io non disprezzo i metodi scientifici per analizzare uno strumento e/o le sue condizioni d'uso ma nel mio passato ho visto troppe volte telescopi "benedetti" dalla matematica mostrare prestazioni inferiori alle aspettative, nel mentre gli schemi più bistrattati esibivano risultati di rilievo. Sarà anche che io non ho i numeri per un'accurata analisi scientifica ma sai com'è, preferisco fare la parte del calabrone che vola nonostante le leggi dell'aerodinamica facciano presagire il contrario!
Tornando al dunque, si vuole minimizzare l'impatto che una maggiore profondità di fuoco avrebbe sulla percezione del seeing? A me può stare anche ben (anche se non sono convinto, sia ben chiaro) purchè non si attribuiscano miracoli ad altri fattori che anche se analizzati minuziosamente nono non meno infinitesimali della profondità di fuoco; l turbolenza interna è uno di questi in quanto a tubo acclimatato vengono a cessare anche i moti convettivi all'interno del tubo. Anni fa' sono stato coinvolto (mio malgrado) in una discussione piuttosto feroce riguardante proprio la turbolenza interna; un "professorone" sosteneva che fosse minima in un Mak-Newton in quanto il cammino ottico percorre il tubo 2 volte mentre un altro "professorone" sosteneva fosse meglio un Mak-Cassegrain anche se il cammino ottico corre lungo il tubo una volta in più ma con tubo più corto.
A fatto compiuto e nonostante la geometria delle ottiche premi indiscutibilmente il MN chiunque preferiva usare l'MC perchè:
- l'oculare è sempre comodo
- il tubo è più leggero, meno ingombrante e più trasportabile
- si faceva (molta) meno fatica a mettere a fuoco
- aveva una focale più vantaggiosa al fine di poter non utilizzare ocularini spaccaocchi
Insomma le motivazioni scientifiche hanno dovuto soccombere al cospetto di quelle pratiche. E non è stata neanche l'unica volta. Se poi si preferisce comunque dare i numeri piuttosto che passare tempo dietro all'oculare non è mia intenzione mettere in discussione i gusti altrui...

...io continuo a preferire i "calabroni", almeno fino a quando non mi pungono!
