Riporto qui le due reply che ho fatto nell'altro topic, altrimenti le ho scritte per niente:
1-
Non ho idea di come funzioni questo sistema innovativo geoptik, bisognerebbe averlo e verificarlo. Probabilmente esisterà qualche forma di ricircolo e non dovrebbe nemmeno essere così importante preoccuparsi di buttare fuori solo aria "calda" dato che buttiamo dentro sempre e comunque aria "fredda".
Non confonderti con la storia dello strato limite, è vero che si forma a causa del non adattamento termico del primario ma mentre sui newton il sistema di estrazione dello strato limite serve per l'appunto ad eliminare lo strato e velocizzare l'acclimatamento, sugli SC questo astrocooler serve solo a raggiungere l'equilibrio termico e per CONSEGUENZA ridurre lo strato limite.
Infatti facendo un ricircolo dell'aria interna di un SC con un astrocooler non elimini direttamente lo strato limite (che è poi un controsenso visto che non potresti comunque osservare ed andrebbe eliminato attraverso un flusso laminare) ma porti più rapidamente il telescopio in temperatura e raggiunta questa condizione si spera che la mantenga e che non si riformi lo strato.
Il vantaggio per i newton è che con il sistema dello strato limite non solo si raggiunge l'equilibrio termico più in fretta e si elimina lo strato, ma il primario riesce anche meglio a seguire l'andamento della temperatura durante la notte proprio per l'afflusso continuo e non turbolento di aria che il sistema di ventilazione genera.
Nell'SC invece una volta raggiunto l'adattamento termico tramite un astrocooler si spera che si mantenga in modo da non generare dello strato turbolento e purtroppo l'SC non ha la stessa facilità del newton nel seguire l'andamento della temperatura nel corso della notte, motivo per cui potrebbe servire durante la stessa nottata usare l'astrocooler più volte.
Per non appesantire questa reply parlo dopo della cella di Peltier.
ciao
2-
Esistono molti sistemi, diffusi soprattutto oltreoceano, per il monitoraggio della temperatura dello specchio primario e secondario di un newton, ho visto anche dei sistemi automatici per evitare la formazione di condensa sul secondario che attaccavano e staccavano la corrente ad una fascia anticondensa.
Non ho visto però ancora nulla che riguardi l'applicazione di dissipatori vari o celle di peltier con lo scopo di far raggiungere e mantenere l'adattamento termico del proprio specchio.
Oltre alle difficoltà tecniche (bisognerebbe ponderare bene ad esempio la scelta di una pasta termoconduttiva ed verificare le eventuali deformazioni di tale sistema sulla superficie dello specchio) esistono anche quelle pratiche: una cella di peltier grande costa parecchio e consuma parecchio, non puoi nemmeno pensare di metterne una piccola semplicemente al centro dello specchio poichè lo deformeresti.
Quindi sinceramente non ti so dire se in qualche modo tutto questo possa essere realizzabile e a che prezzo, so solo che non è semplice e ci sono molte difficoltà.
ciao
_________________ Dobson RP Astro Phoenix 16" equipaggiato con TS SWA 38mm 70°, ES 24mm 82°, ES 14mm 82°, Televue Ethos 8mm 100°, Astronomik 2" UHC, torretta Baader Maxbright con correttore di coma+tiraggio da 1.7x e coppia di Vixen NPL 30mm.
Binocolo Nikon EDG 8x42, Canon 10x30 IS
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