kappotto ha scritto:
Allego uno studio di De Mottoni sul potere risolutivo quando si parla di Pianeti.
E' interessante il principio secondo cui, il potere risolutivo non dipenda solo dal diametro dell'obiettivo, ma anche dalla luminosità dell'oggetto osservato. Più l'oggetto è luminoso e più il potere risolutivo si esprime con la formula di Dawes, più la luminosità diminuisce, più aumenta il potere risolutivo ( a causa del gradiente del "falso" disco di Airy che è più luminoso al centro e meno ai bordi).
Penso di non avere le necessarie competenze per illustrare meglio quello che c'è scritto, perciò invito gli astrofili più esperti a provare a commentarlo.
Kapp
kapp, ho finito di leggere lo scritto, dal punto di vista teorico funziona, in pratica de mottoni parla sostanzialmente del falso disco della figura di diffrazione (il primo anello) dalla cui estensione deriva la regola di dawes,
se ho capito bene (e riassumendo riducendo all'osso il concetto), ingrandendo molto si riduce sempre di piu la luminosità fino a rendere il falso disco (il primo anello) di fatto invisibile, quindi questo non contribuendo piu ad "allargare" la figura di diffrazione, lascia solo il contributo del disco di diffrazione centrale, di fatto riducendo detta figura e di fatto aumentando la risoluzione nominale dello strumento, fa anche degli assunti (se ho capito empirici) sui diversi pianeti e sui diversi dettagli superficiali di questi, ordinandoli per contrasto a cui assegna un indice correttivo diverso a completamento della formula base di dawes.
Il problema secondo me (e premetto, senza voler mettere in dubbio le parole di un mito come de mottoni) è che sono empiriche, e come diceva xeno, qui centra moltissimo la sensibilirà personale al contrasto di ogni osservatore, infatti de mottoni parla di ingrandimenti che vanno da 4 a 18 volte il diametro dello strumento in mm, personalmente anche sulla Luna piena o sulle doppie "facili" (bilanciate, non troppo strette ed intorno alla seconda grandezza), superati ingrandimenti di 4D (esperimenti che ho fatto per sfizio sul Barile portandolo a 1903x con zoom 2-4 + barlow 2x, e con il Nano a 499x stessa configurazione), nei miei strumenti si è praticamente spenta la luce, oltre al fatto che a tali ingrandimenti non basterebbe nemmeno il seeing del mauna kea per non spappolare tutto; quindi teoricamente il discorso del de mottoni fila perfettamente, ma dal punto di vista pratico, raggiungere gli ingrandimenti necessari per "spegnere" il falso disco è tecnicamente possibile, ma praticamente non utile.
Ripeso, SE ho compreso bene lo scritto del de mottoni.
Ps.: In merito a questo, se volete fare delle prove empiriche in diurno od anche in serale con meno luce (magari quando il meteo non collabora

), stampatevi le griglie Argentieri (gentilmente messe a disposizione da Maurizio Forghieri, noto studioso e realizzatore di ottiche), servono a misurare il contrasto percepito dal "pacchetto" strumento/oculare/occhio (o strumento/oculare/sensore), è una cosa molto interessante da fare ve lo assicuro.
Il file si trova su un interessante discussione sulle mire ottiche sul forum binomania:
- discussione ►
http://www.binomania.it/phpBB3/viewtopi ... =36&t=4600- post di Forghieri ►
http://www.binomania.it/phpBB3/viewtopi ... 1fb#p46544- link diretto alla mira ►
http://s18.postimg.org/6lytz75zb/grigli ... _x_MTF.pngSeguite le istruzioni nel post e per il calcolo, seguite quelle sulla mira.
Pps.: Ieri discreta serata per le osservazioni (Antoniadi III stabile, con rare punte di II), osservato Saturno con l'Obice a 275x alle 23:00 ora locale, anelli apertissimi cassini visibile comodamente per tutto il perimetro (tranne la parte che si eclissa dietro al disco), ben visibili le bande ed anche la encke...
... il minimo però.
