Quando si trovano due fonti attendibili che sembrano affermare due cose opposte in campo scientifico, è più probabile che non sia chiaro il fenomeno, più che una delle due fonti stia sbagliando.
Con questo spirito io, che non ho una specifica preparazione sull'argomento "polarizzazione della luce" (sono un ingegnere elettronico con specializzazione in elettro-ottica non praticante, non un fisico), ma che devo quel poco che so ad esperienze sul campo, ho iniziato a studiare l'argomento.
Le formule implicate non sono semplici, soprattutto quando ci sono di mezzo i metalli, visto che l'indice di rifrazione diventa un numero complesso, ma per fortuna ci sono grafici già belli e pronti che chiariscono la questione in maniera rigorosa.
In sostanza, la questione si riassume così:
Luce incidente non polarizzata:
- una superficie dielettrica polarizza la luce per riflessione. L'angolo di incidenza determina l'entità della polarizzazione. Quando si raggiunge l'angolo di Brewster, la polarizzazione è totale.
- una superficie metallica
non polarizza la luce in maniera apprezzabile (
http://www.fisica.uniud.it/URDF/secif/o ... less_a.htm)
Luce incidente polarizzata:
- quando della luce polarizzata incide su una superficie dielettrica, la porzione riflessa dipende dall'angolo di incidenza e dalla direzione di polarizzazione. Se la luce è polarizzata ortogonalmente alla superficie, la percentuale di luce riflessa cresce al crescere dell'angolo. Se è parallela, la curva è simile ma c'è un nullo in corrispondenza dell'angolo di Brewster. Vedasi fig. 2C
http://images.treccani.it/enc/media/sha ... one_02.jpg- quando la luce polarizzata incide su una superficie metallica, il risultato dipende dalla conducibilità della superficie. Ecco un paio di curve di esempio:
http://images.treccani.it/enc/media/sha ... one_04.jpgIn ogni caso c'è una sensibile variazione di intensità del raggio riflesso in base alla direzione di polarizzazione, variazione che è anche funzione dell'angolo di incidenza.
Da tutto questo si deduce che una superficie metallica non è idonea per polarizzare la luce (non lavora come polarizzatore), ma è idonea a rilevare la luce polarizzata (lavora come analizzatore). Ecco perché è contemporaneamente vero che l'accessorio ottico come descritto nelle ultime due pagine postate funziona e che i metalli non sono efficaci polarizzatori.
Vorrei aggiungere che mi sono anche preso la briga di sperimentare personalmente tutto quanto sopra descritto e l'esperienza, per quanto controintuitiva (invertendo l'ordine di superficie metallica e lamina polarizzatrice il risultato cambia!), collima ovviamente perfettamente con quanto ho trovato in letteratura.
Quanto sopra (sperando di non aver commesso errori) al fine di chiudere la parte tecnica della discussione e ad esclusivo beneficio di chi, come me, ha come primario interesse quello di capire. Agli altri chiedo cortesemente di ignorare questo post senza commentarlo, grazie.