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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: martedì 11 ottobre 2016, 9:12 
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Iscritto il: mercoledì 15 ottobre 2008, 17:01
Messaggi: 20265
Località: Firenze
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Chiarisco che ho parlato sempre di ingrandimenti utilizzati per osservare i pianeti o la Luna, quindi oggetti estesi. Diverso è il caso dell'osservazione delle stelle doppie, dove si osserva non un oggetto esteso ma una figura di diffrazione. In questo caso le regole e le formule non valgono più, come ben sanno coloro che osservano le stelle doppie. Ad es. col mio Meade 10" sono arrivato anche a 1000 ingrandimenti, osservando qualche doppia. Questo è ben diverso dal dire che ho osservato a 1000 ingrandimenti.

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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: martedì 11 ottobre 2016, 10:23 
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Iscritto il: lunedì 6 luglio 2009, 19:38
Messaggi: 3766
Località: via stella Anzio
Gasparri consiglia di non andare oltre ai tre diametri per i pianeti,
Cit.
In ogni caso oltre un ingrandimento pari a tre volte il diametro dell obiettivo espresso in mm non si ha più alcun guadagno, anzi l immagine comincia a perdere qualità.

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e ho visto i raggi b balenare nel buio


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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: martedì 11 ottobre 2016, 10:33 
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Iscritto il: sabato 11 febbraio 2006, 12:43
Messaggi: 16143
Località: Milano
Tipo di Astrofilo: Visualista
Se cerchi per il web "ingrandimento di roll-off" è spiegato abbastanza bene dal punto di vista fisico-ottico e biologico il perché del (mediamente) "I = 2D" da punto di vista del pacchetto occhio-strumento, dico mediamente perché si riferisce a strumenti "diffraction limited" ed a occhi "normodotati"; andare oltre il 2D serve quindi solo a chi ha una vista men che perfetta (come me ad esempio), oppure per rendere il dettaglio piu comodo da osservare (2D infatti è il limite inferiore), ovviamente il tutto in condizioni eccellenti (o perfette), infatti se le condizioni al contorno non sono ottimali (IL, seeing, trasparenza, turbolenze locali, acclimatamento e collimazione strumento, ecc) il limite del 2D ovviamente non potrebbe essere raggiunto.

bardix ha scritto:
Di sette curve che hai tracciato, l'unica di cui non conosco la formula è quella che hai chiamato "ingrandimanto ottimale (Argentieri)": potresti esplicitarla, giusto per curiosità di "accademia" ?

Iopt = 13,8 • RADQ[D] con D in mm.

Anche questa è una formula empirica, presente sul libro "Ottica industriale" di Domenico Argentieri, ed. Ulrico Hoepli 1954 2ª ed, l'autore la definisce come la migliore approssimazione (ovviamente a suo giudizio, n.d.s.) relativamente ai vari strumenti da lui provati (da 4 cm fino a 82 cm) in visuale riguardo all'ingrandimento ottimale (non quello massimo), come vedi da grafico infatti questa si pone nel range di ingrandimenti della regola I = D (in mm) ovvero della P.U. di 1 mm, considerato normalmente il miglior compromesso tra luminosità, resa dell'occhio e comodità.

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Newton: Barile 400/1830 mm; Obice 200/1650 mm; Bidoncino 114/1300 mm solarizzato. •• Rifrattori: Nano apo 80/480 mm; Milo acro 76/1400 mm; 60ino acro 60/700 mm. •• Catadiottrici: C8 xlt. •• Binocoli: Docter Aspectem 40x80 ED, William Optics 22x70 ED, Vixen Ultima 8x56, Nikon Action EX 16x50, Canon 10x30 IS II, Vortex Vanquish 8x26, Ibis Horus 5x25, Pentax Papilio 6,5x21, Orion 2x54.


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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: martedì 11 ottobre 2016, 11:26 
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Iscritto il: martedì 3 gennaio 2012, 5:56
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Angelo, cosa vuol dire che si riferisce a strumenti "diffraction limited"?
Come ben sai uno strumento diffraction limited è ben lungi dal mostrare i dettagli planetari di uno strumento con correzione maggiore
Nella teoria oltre al "diffraction limited" non si potrebbe andare ma nella pratica non è affatto così. Questa è un'altra approssimazione della formula.

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Zeiss Silvarem 6x30, Konus Japan 10x42, Fujinon 16x70
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ES 18mm 82°, Baader GO 5mm, Ortho UO 4mm, Ethos SX 4,7mm 110°, Swarovski zoom 7.7-23.1mm, Vixen LVW 3,5, Meade #140 barlow lens


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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: martedì 11 ottobre 2016, 11:28 
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Iscritto il: lunedì 13 febbraio 2006, 9:53
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dedo ha scritto:
Nella teoria oltre al "diffraction limited" non si potrebbe andare ma nella pratica non è affatto così.
?

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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: martedì 11 ottobre 2016, 11:42 
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Iscritto il: sabato 11 febbraio 2006, 12:43
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Concordo col Console, puoi spiegarti meglio?

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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: martedì 11 ottobre 2016, 12:59 
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cristiano c. ha scritto:
Gasparri consiglia di non andare oltre ai tre diametri per i pianeti,
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Non ho capito. Voi dire che col mio Meade 10" per i pianeti non dovrei andare oltre 750 ingrandimenti? e che oltre 750 ingrandimenti non avrei nessun guadagno per la visione planetaria? Magari! Nella realtà è già difficile arrivare a 300 ingrandimenti, al massimo con quello strumento sono arrivato a 250.

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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: martedì 11 ottobre 2016, 13:30 
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Un'ottica è generalmente considerata diffraction limited ad 1/4 lambda strehl 0.8

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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: martedì 11 ottobre 2016, 13:44 
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Diffraction limited ha un significato fisico ben preciso. Se trovi un ottica che funziona meglio di una diffraction limited a parita' di condizioni, la precedente semplicemente non lo era. Considera poi anche tutte le condizioni al contorno, perche' generalmente uno strumento e' seeing limited o turbolenze varie limited, o collimazione limited :mrgreen:

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 Oggetto del messaggio: Re: Una formula che non conoscevo
MessaggioInviato: martedì 11 ottobre 2016, 14:07 
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Andrea, sai bene che un'ottica da 0.80 non fa vedere le stesse cose di una da 0.95
Naturalmente la spiegazione è che l'atmosfera è da considerarsi parte integrante sel sistema ottico e quindi il seeing abbassa la correzione globale e dove magari una da 0.95 con il seeing diviene 0.8 quella che nasce da 0.8 non è più diffraction limited.

Ma questo significa anche che quelle formule valgono per UN SISTEMA diffraction limited, NON per un telescopio diffraction limited. In pratica valgono per un telescopio perfetto. E' per questo che l'esperienza si discosta così tanto.

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