Un saluto a tutti, è una interessante discussione e come grattavetro ho piacere di intervenire.
La materia è molto vasta e a volte può sembrare contraddittoria:
andreaconsole ha scritto:
"Per diametri maggiori l’ottica dimostra che anziché avere un fuoco si ha una caustica nella quale i raggi periferici vanno a fuoco a minor distanza dallo specchio, mentre quelli centrali vanno a fuoco più avanti. [...] Si ricorre perciò alla parabolizzazione della curvatura che consiste nell’approfondire il centro dello specchio di circa 2 o 3 milionesimi di centimetro (ovviamente dopo aver portato a buon fine la lucidatura e dopo i soliti controlli con il reticolo di Ronchi). Ciò si ottiene levigando maggiormente il centro per un periodo di 3 – 5 minuti."
Dal disegno sembrava il contrario

Tutti gli specchi sferici convergono le riflessioni di una sorgente puntiforme all'infinito in una figura chiamata "caustica di riflessione", dove i raggi centrali convergono in un punto più distante rispetto a quelli marginali, proprio come diceva Andrea. Lo specchio sferico infatti, converge in un unico punto le riflessioni solo se la sorgente è posta nel suo centro di curvatura.
Il paraboloide si comporta in modo opposto e viene costruito proprio per convergere in un unico punto la sorgente all'infinito e in una caustica ( simile a quella della sfera di origine ) le riflessioni dai suoi centri di curvatura, tutto questo elimina l'aberrazione sferica.
Per parabolizzare tuttavia, possiamo procedere in diversi modi , in teoria abbiamo infinite possibili parabole per una determinata sfera. Ogni parabola avrà in comune con la sfera i punti di tangenza i quali possono essere scelti arbitrariamente. In pratica ci sono tre metodi più utilizzati a seconda del tipo di specchio/diametro/focale:
A – “Allunghiamo” le riflessioni periferiche; equivale a dire che lasciamo il centro così com'è e spostandoci verso la periferia diminuiremo gradualmente la curvatura dello specchio per fare in modo che le riflessioni convergano più lontano, quel tanto che basta per farle coincidere con quelle centrali.
B – “Accorciamo” le riflessioni centrali: equivale a dire che partendo dal bordo e spostandoci verso il centro aumenteremo gradatamente la curvatura dello specchio in modo che le riflessioni delle zone centrali convergano più vicino, quel tanto che basta per farle coincidere con quelle periferiche.
C – “Accorciamo” le riflessioni centrali e “allunghiamo” le riflessioni periferiche prendendo come riferimento un punto mediano sull'asse ottico all'interno della caustica dove far coincidere tutte le riflessioni.
http://www.grattavetro.it/wp-content/up ... rabola.jpgIl disegno di Giulio è in realtà corretto e si riferisce al metodo "A", anche se il metodo "C" con punto di tangenza al 70% del diametro specchio, è quello più comunemente utilizzato perché richiede una minore asportazione di materiale, mentre Andrea si riferiva al metodo "B" che è quello che preferisco utilizzare anche io, in quanto anche se richiede una lavorazione più lunga, fornisce migliori garanzie per il bordo specchio, il quale notoriamente è la parte meno tollerante ad errori di lavorazione.