1° Forum di Astronomia Amatoriale Italiano

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Autore Messaggio
MessaggioInviato: domenica 6 maggio 2012, 23:24 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 15:35
Messaggi: 16961
Località: Dove mi portano le stelle
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Fare magazzino comporta immobilizzare soldi. Richiede una gestione dello stesso (che costa). E spesso negozi "familiari" cioè dove vi è solo il titolare magari aiutato dalla moglie non si possono permettere di investire in tutto ciò.
E' vero che se non si investe non si cresce ma ogni commerciante sa bene se, come, quanto e quando investire (specie se questo commerciante sa come operare)
Purtroppo le grandi case preferiscono avere a che fare con un unico distributore il quale poi, a sua volta, vende i prodotti ai vario negozianti.
Ma anche in questo caso, visto che molto spesso si cambia solo il colore del prodotto dando un nuovo nome e si fa credere che sia un prodotto aggiornato, fare magazzino diventa un rischio. E cosa si fa?
Si ordina una volta al mese. Si fa spedizione via mare invece di quella aerea per risparmiare. E se poi il cliente deve aspettare ... aspetterà.
Giuliano ha esposto in modo molto sintetico come sia la gestione di un acquisto dall'estero se si importa direttamente in piccole quantità.
In grosse quantità il problema è anche maggiore perché si deve sapere se un prodotto andrà o meno? Altrimenti il piccolo margine che c'è se lo prendono le banche per gli interessi visto che devi anticipare i soldi per mesi.
L'ho detto molte volte e lo ripeto. Non si possono fare paragoni fra una realtà italiana e una americana. Sono situazioni troppo diverse. Sia da un punto di vista organizzativo sia da un punto di vista sociale sia da un punto di vista fiscale.
Non per questo voglio difendere i commercianti italiani. Ve ne sono alcuni che vorrei veder sparire dal settore senza alcun rimpianto. Ma se devo fare un ragionamento oggettivo non posso criminalizzarli tout court

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Cieli sereni da Renzo
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MessaggioInviato: domenica 6 maggio 2012, 23:28 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 19:28
Messaggi: 1656
Località: Prov. di Alessandria
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Beh a me Moonlite fa sempre aspettare almeno 1-2 mesi per avere i prodotti :D
Non puoi neanche fare troppo magazzino, io avrò 10 pezzi in casa e non vanno mai bene....compri quelli manuali e ti chiedono quelli con il Rigel, prendi quelli con il Rigel e vogliono lo stepper, prendi quelli rossi e voglioni quelli arancioni.
E' vero che comprando quantità maggiori spesso hai sconti migliori e puoi fare magazzino ma è sempre un rischio, il magazzino è spesso la causa di fallimento di molte aziende.


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MessaggioInviato: lunedì 7 maggio 2012, 0:53 
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Iscritto il: domenica 31 luglio 2011, 19:06
Messaggi: 988
Località: NAPOLI e Caserta
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Renzo ha scritto:
Fare magazzino comporta immobilizzare soldi. Richiede una gestione dello stesso (che costa). E spesso negozi "familiari" cioè dove vi è solo il titolare magari aiutato dalla moglie non si possono permettere di investire in tutto ciò.
E' vero che se non si investe non si cresce ma ogni commerciante sa bene se, come, quanto e quando investire (specie se questo commerciante sa come operare)
Purtroppo le grandi case preferiscono avere a che fare con un unico distributore il quale poi, a sua volta, vende i prodotti ai vario negozianti.
Ma anche in questo caso, visto che molto spesso si cambia solo il colore del prodotto dando un nuovo nome e si fa credere che sia un prodotto aggiornato, fare magazzino diventa un rischio. E cosa si fa?
Si ordina una volta al mese. Si fa spedizione via mare invece di quella aerea per risparmiare. E se poi il cliente deve aspettare ... aspetterà.
Giuliano ha esposto in modo molto sintetico come sia la gestione di un acquisto dall'estero se si importa direttamente in piccole quantità.
In grosse quantità il problema è anche maggiore perché si deve sapere se un prodotto andrà o meno? Altrimenti il piccolo margine che c'è se lo prendono le banche per gli interessi visto che devi anticipare i soldi per mesi.
L'ho detto molte volte e lo ripeto. Non si possono fare paragoni fra una realtà italiana e una americana. Sono situazioni troppo diverse. Sia da un punto di vista organizzativo sia da un punto di vista sociale sia da un punto di vista fiscale.
Non per questo voglio difendere i commercianti italiani. Ve ne sono alcuni che vorrei veder sparire dal settore senza alcun rimpianto. Ma se devo fare un ragionamento oggettivo non posso criminalizzarli tout court


Renzo all'università ho studiato il rischio economico finanziario d'impresa e proprio per questo faccio una valutazione oggettiva.
L'immobilizzazione del capitale di magazzino comporta il blocco della liquidità ma fa parte del gioco. Se si vuole essere in un mercato dove si " vende il ferro " bisogna rischiare altrimenti meglio fare i consulenti e vendere i propri servizi.

Dal 1999 al 2003 tra le mie attività avevo un cash&carry di prodotti informatici all'ingrosso, prodotti con una marginalità media del 2% e con un esposizione finanziaria ENORME poichè con un margine così basso devi inevitabilmente andare sui volumi ( elementare ). La valorizzazione del magazzino era un'arte scientifica e se non applicavi la regola del FiFo ( First In First Out ) ti ritrovavi a vendere materiale alla metà del prezzo d'acquisto!

Nell'astronomia non vedo tutta questa obsolescenza! Non voglio peccare di presunzione perchè non vendo materiale astronomico ma chi è nel " mestiere " delle vendite qualcosa ne sa.

Ovviamente la conduzione di un negozio che sia una società di capitali o una piccola ditta individuale è a discrezione del titolare, io sto solo analizzando la NON regola che gli States sono un Eldorado e che spesso ci pronunciamo affrettatamente indicando sempre il nostro paese come il più sfigato. Intanto la benzina sta €2,00 al litro e il GRA è sempre intasato, l'Area C a Milano costa €5,00 e nei bastioni c'è sempre traffico, beh tutta sta miseria che si racconta, in giro non la vedo! In Italia si continua a costruire e le case si acquistano ancora! Dai raga non ci dipingiamo sempre come il paese dei peracottari :mrgreen:

L'astrofilia non è un Mass Market ne qui ne negli States e convengo che il potere d'acquisto di un'impresa statunitense è maggiore di quello Italiano...ma anche il rischio!

Diciamo che pian piano stiamo arrivando alla deduzione del motivo di questo gap differenziale così ampio tra USA vs Italia, l'impresa Italiana oggi soffre di bassa movimentazione di magazzino e perciò è costretta a mettersi in lista d'attesa poichè i quantitativi d'aquisto sono molto poveri e perciò il loro posizionamento nella scala della scontistica è molto basso.

Bene se così fosse allora continua a mancarmi un tassello, le vendite sono basse e i margini miseri...c'è qualcosa che non mi quadra, dove sta la convenienza? :roll:

Ricordiamoci che stiamo parlando di mondo imprenditoriale perciò bisogna necessariamente accettare che la ragione di qualsivoglia attività va fatta a scopo di lucro, non ci scandalizziamo puntualmente se un impresa guadagna! MAGARI! Solo così si può risollevare la cultura Italiana relativa all'imprenditoria e cominciare ad abbandonare la radicata cultura del posto fisso.

Io non discuto sui margini che applicano i rivenditori, mica devono fare beneficenza, io discuto solo per capire, quando acquisto in Italia ho il diritto di sapere dove vanno a finire i miei soldi?
Se l'intasca l'imprenditore sono felice per lui perchè capisco cosa si rischia ogni giorno e se i guadagni aumentano magari dopo un anno può permettersi anchè un collaboratore e nasce un posto di lavoro in più ma se finiscono nelle tasche solo di Thomas Baader la cosa mi piace meno...e tanto vale comprare fuori perchè il giro di soldi in Italia a questo punto resterebbe marginale :wink:

Ciao

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41°03'50" N 14°20'40" E
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Osservatorio Astronomico Caserta Conte Dracula

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MessaggioInviato: lunedì 7 maggio 2012, 7:47 
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I rivenditori italiani hanno margini molto contenuti su alcuni prodotti. Se comprano 10 telescopi e la ditta madre poi fa una riduzione di prezzo, come è avvenuto più volte ultimamente con marchi famosi, poi che fa? Li vende a rimessa? Quando comprai il Meade 10" ACF costava 2290 euro. Dopo un anno costava 1850 euro. Se qualcuno li aveva in magazzino perdeva subito tutto il guadagno. Ora è risalito a 2090 euro, ne terreste due in magazzino? Io no. La Celestron in pochi anni ha dimezzato quasi il prezzo degli S.C. normali. C'è qualcuno che li terrebbe in magazzino?

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Ciò che non ha termine non ha figura alcunaLeonardo da Vinci


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MessaggioInviato: lunedì 7 maggio 2012, 8:10 
Ed ecco spiegato l'arcano. Siccome i negozi italiani non possono avere più di due articoli (si fa per dire) in magazzino, raddoppiano il prezzo in modo che anche vendendone per sfiga soltanto uno, loro abbiano comunque il guadagno di entrambi assicurato. :shock:
La logica è ferrea.
Il pollo è il consumatore. :evil:


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MessaggioInviato: lunedì 7 maggio 2012, 8:22 
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Guarda che non hai capito, normalmente i rivenditori italiani al massimo hanno un esemplare del telescopio, quello che tengono in mostra. Chi fa magazzino è solo l'importatore. Ma se l'importatore ce l'ha in magazzino in due giorni arriva. Il problema è quando non ce l'ha nemmeno l'importatore...

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MessaggioInviato: lunedì 7 maggio 2012, 8:35 
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Ciao

Secondo me sono sempre settori troppo diversi per fare paragoni. Oramai i negozi di informatica reali non esistono quasi più, la vendita si è spostata tutta online e il compito del commerciante è praticamente "solo" gestire il magazzino. L'ho messo tra virgolette perchè , come hai detto tu, non è facile gestirlo in un settore del genere (e infatti i negozi di informatica aprono e chiudono in un attimo)

Per fortuna in astronomia non c'e' l'obsolescenza del prodotto di informatica ma ci sono tanti altri problemi.
Il mercato ristagna molto di più: se compro un pc da 1000€, all'inizio va che è una bomba, dopo un anno incomincia a essere lento e se voglio avere le stesse prestazioni devo cambiarlo, nel mercato dell'usato il mio pc diventerà obsoleto nel giro di un altro anno e poi piano piano finirà in discarica.
In astronomia il mercato dell'usato è fiorente, vedi tubi di 20 anni fa che vengono ancora venduti e comprati più volte!

Per carità, il negozio di articoli per astronomia qualcosa rende quando è ben avviato, era solo per precisare che la camera che vendiamo a 2200 non la paghiamo 1000 :D


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MessaggioInviato: lunedì 7 maggio 2012, 9:01 
Però non ho ancora avuto una spiegazione che è una sull'incredibile differenza di prezzo in Italia fra i Celestron CPC standard e i CPC EDGE HD e la più ragionevole differenza di prezzo fra gli stessi telescopi in USA.


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MessaggioInviato: lunedì 7 maggio 2012, 9:06 
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Iscritto il: giovedì 1 novembre 2007, 11:12
Messaggi: 1323
Località: da qualche parte in pianura padana
Renato C ha scritto:
Ed ecco spiegato l'arcano. Siccome i negozi italiani non possono avere più di due articoli (si fa per dire) in magazzino, raddoppiano il prezzo in modo che anche vendendone per sfiga soltanto uno, loro abbiano comunque il guadagno di entrambi assicurato. :shock:
La logica è ferrea.
Il pollo è il consumatore. :evil:


piu o meno è così.

sono stato in usa e ho visto in un noto negozio gestito da una catena d'abbigliamento italiana una camicia che costava la metà che qui in italia... stessa cosa per altri prodotti, quindi c'è tutto un discorso di tasse, numero di vendite, magazzino, ricarico del venditore, rischio e cartello ecc ecc ecc.


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MessaggioInviato: lunedì 7 maggio 2012, 16:54 
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Iscritto il: domenica 18 gennaio 2009, 12:31
Messaggi: 163
Complimenti al Conte per aver avviato questa interessantissima discussione.

Come la vedo io, è molto più semplice.

Chi in Italia avvia un esercizio commerciale di materiale astronomico, ma anche solo fotografico, e si butta sul business, è egli stesso, prima di tutto, appassionato del settore, che ha deciso di "tentare" di tirare su qualche soldino.
Mi spiego. Ci sarà sempre poca concorrenza in un settore non di massa come il nostro.

Una persona x, che vuole mettersi in affari e ha intenzione di avviare un' attività economica, la prima cosa che gli viene in mente è di aprire o un Bar, o un negozio di abbigliamento. Quindi "immensa" offerta e sul mercato, l' end user ha solo l'imbarazzo della scelta dove andare a spendere meno.

Se la stessa imparagonabile offerta ci fosse in ambito astronomico, allora anche li ci si sbranerebbe, si farebbe magazzino, e i prezzi crollerebbero.

Allo stato dei fatti, quasi tutti, i rivenditori italiani di materiale astronomico, solo solo dei "filtri" di un acquisto "on-demand" da parte dei clienti. Non a caso, tranne in rare occasioni, ho sempre aspettato almeno due settimane per ricevere un ordine...

In ambito fotografico, dove c'è molta più domanda, con questo meccanismo, si è scatenato un quasi schema "Ponzi". Dove io ordinavo sul web, ad un noto rivenditore romano, a prezzi ultra concorrenziali una reflex, e questa mi arrivava, se arrivava, dopo circa due mesi, perchè loro la ordinavano con i tuoi soldi ad Honk Kong. Ne parlarono anche le Iene e Striscia.


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