xenomorfo ha scritto:
Non elenco in tabella la rotazione rigida che occorre dare la telescopio nel suo insieme per centrare di nuovo l'immagine sull'asse (su questa ritornerò).
Questa questione è rimasta in sospeso, e assieme a questa ci sono in verità altri punti che ne seguono.
Riassumendo le domande a cui bisogna ora rispondere sono:
1) moti rigidi del telescopio per riportare al centro del campo l'immagine (la domanda sopra).
2) quantificazione del degrado della qualità dell'immagine (una volta collimata e centrata).
3) effetto di errori combinati (realisitici) sulle diverse superfici (questo è il cuore della analisi delle tolleranze e del cosiddetto "robust design").
4) analisi della vignettatura.
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E' opportuno, prima di procedere, fare però un approfondimento. Il tema è "sistemi di coordinate". Questo approfondimento è essenziale per la perfetta comprensione dei prossimi punti.
Andiamo dunque al sodo. Immaginiamo che ci siano 4 superfici ottiche, come nell'esempio in figura.

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ImageShack.usForse non è immediato realizzare che per definire la posizione di queste 4 superfici esistono essenzialmente due metodi:
1) nel primo metodo la posizione delle superfici viene data attraverso le coordinate x2, x3, x4 delle superfici in un sistema di riferimento che ha origine nella prima superficie (la cui posizione x1 è quindi uguale a zero). Si tratta in questo caso di coordinate "assolute". Questo metodo è mostrato nella parte bassa delle figura.
2) nel secondo metodo la posizione delle superfici viene data attraverso la distanza fra una superficie e la successiva, come mostrato nella quotatura nella parte alta del disegno.
Quale di questi due metodi è usato da ATMOS? Può sembrare una domanda irrilevante ma invece è fondamentale, come vedremo.
Per rispondere proviamo a esaminare la figura che segue, che mostra i dati del telescopio ("System Data") e un disegno dello stesso.

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ImageShack.usNotiamo che la tabella elenca per righe le diverse superfici. La numero 1 ha una semi-apertura di 100 mm, un raggio di curvatura 0 (che significa piatta) e una "thickness" di 5 mm. Thickness significa spessore. Che cosa è questo "spessore" della superficie? Mah...
Andiamo avanti e notiamo che la seconda superficie ha un semidiametro di 100 mm, ed è una superficie asferica (si vede nell'ultima colonna). La terza ha un semidiametro di 37 mm ed è uno schermo oscurante (sempre dall'ultima colonna). La quarta è una superficie sferica di 206 mm di diametro e raggio di curvatura -1200. Cosà vorrà dire il segno meno? Mah... La quinta è una superficie conica (parabola o iperbole o ellisse) di semidiametro 39.9445 mm .
Ora proviamo a seguire il percorso dei raggi.
Un raggio arriva tocca la prima superficie della lastra, poi la seconda superficie della lastra, poi attraversi il piano dello schermo oscurante, che è il trattino rosso in verticale (i raggi che ci cascano sopra vengono fermati gli altri passano) . Poi i raggi si riflettono sullo specchio primario, ritornano indietro , colpiscono il secondario e finiscono finalmente al fuoco.
Dunque le superfici sono numerate nell'ordine in cui vengono raggiunte. 1: faccia sinistra della lastra, 2 faccia posteriore della lastra, 3 schermo oscurante (intercetta solo i raggi dellì'ostruzione) 4 primario e 5 secondario. Il raggio negativo di curvatura del primario e del secondario sta a significare che il centro è a sinistra.
Ora vediamo un po'... tra la prima e la seconda superfici ci sono 5 mm. Thickness rappresenta la distanza fra la prima e la seconda superficie ed è lo "spessore" della lastra. Fra la seconda e la terza superficie (lo schermo) ci sono 50 mm (in questo caso lo spessore di 50 mm rappresenta un elemento di aria (e infatti c'èe scritto nella colonna medium). dopo la terza superficie ci sono altri 400 mm di aria e si arriva allo specchio. Dallo specchio primario al secondario ci sono -394 mm di aria dove il segno meno significa che si torna indietro. Infine l'ultima superficie indica "spessore" uguale a zero... ma perché dopo di quella non ce ne sono altre!
Dunque è abbastanza evidente che ATMOS (e non solo ATMOS) usa un sistema di coordinate relative, come nella parte in alto della prima figura. Le distanze fra le superfici sono definite nella colonna "thickness".
Embé... qualcuno potrebbe chiedere: "ma questo che c'entra?". C'entra c'entra. Infatti a seconda del metodo usato per definire la posizione delle superfici, l'effetto che si produce modificando la posizione di una superficie è diverso.
Se la posizione delle superfici è definita in maniera relativa, cambiando la distanza fra due superfici, tutte le altre si spostano della stessa quantità, come è mostrato nella figura che segue in alto. Invece, se il metodo usato fosse (ma non lo è) assoluto, allora cambiando il dato di una superficie si sposterebbe solo quella.

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ImageShack.usNella prossima puntata vedremo il caso delle rotazioni e degli offset, e che cosa comporta relativamente all'argomento che è nella frase che ho quotato in apertura (cosa che era già stata introdotta diversi post prima ma che ora occorre chiarire completamente).