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MessaggioInviato: lunedì 21 marzo 2011, 18:17 
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Iscritto il: sabato 11 febbraio 2006, 12:43
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xenomorfo ha scritto:
Non c'è spiegazione alcuna del perché lo star test sia buono ma l'immagine cattiva e viceversa.
Forse si.
Provo ad ipotizzare una motivazione.
Quado si parla di oggetti "estesi", penso che l'immagine che lo strumento forma sia data dal contributo "qualitativo" delle varie aree dell'ottica coinvolte dall'arrivo dei fotoni, mentre lo startest tipicamente si fà su una sorgente puntiforme posta al centro del campo dello strumento (asse ottico); ora facendo un discorso terra-terra è possibile che lo strumento sull'asse ottico (e vicinaze) lavori ottimamente (star-test ottimo) e molto meno sul resto del campo, da qui la differenza tra questa e l'immagie finale.
Forse compiendo lo star-test facendo "girare" la stellina in giro per il campo dello strumento (varie posizioni fuori asse) ci si accorge dell'eventuale degradamento della figura di Airy, oppure (come già suggerito) fare una bella ripresa fotografica che di per sé "fotografa" una porzione (se non tutta) campo dello strumento.
Ovviamente se ho scritto una fesseria, sparate pure a zero. :mrgreen:

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Newton: Barile 400/1830 mm; Obice 200/1650 mm; Bidoncino 114/1300 mm solarizzato. •• Rifrattori: Nano apo 80/480 mm; Milo acro 76/1400 mm; 60ino acro 60/700 mm. •• Catadiottrici: C8 xlt. •• Binocoli: Docter Aspectem 40x80 ED, William Optics 22x70 ED, Vixen Ultima 8x56, Nikon Action EX 16x50, Canon 10x30 IS II, Vortex Vanquish 8x26, Ibis Horus 5x25, Pentax Papilio 6,5x21, Orion 2x54.


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MessaggioInviato: lunedì 21 marzo 2011, 18:59 
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Iscritto il: mercoledì 18 marzo 2009, 13:26
Messaggi: 2226
Tipo di Astrofilo: Visualista
Angelo Cutolo ha scritto:
Quado si parla di oggetti "estesi", penso che l'immagine che lo strumento forma sia data dal contributo "qualitativo" delle varie aree dell'ottica coinvolte dall'arrivo dei fotoni


Ciao Angelo, la tua idea è molto intuitiva ed in gran parte esatta circa la differenza di rendimento fra il centro campo e non, potrebbe essere una spiegazione :wink:

Il tuo ragionamento è basato su uno stile classico, che storicamente è stato il primo, tuttavia da quando conosciamo l'ottica ondulatoria sappiamo fare di più:
a qualcuno sembrerà strano, ma la luce di una stella, per quanto sia una sorgente puntiforme, coinvolge l'intera superficie dello specchio esattamente come qualsiasi altra sorgente anche non puntiforme.

Insomma una stella posizionata a centro del campo oculare è formata dalla luce di tutto lo specchio, anche quella del bordo, pensa che è proprio il bordo del nostro specchio a causare il fenomeno difrattivo, su uno specchio di diametro teoricamente infinito non si avrebbe più la formazione del disco di diffrazione!

Infatti la luce di una stella non è un raggio che colpisce il nostro specchio ma una grossa sfera, talmente grossa da sembrarci un muro infinito in avanzamento verso di noi e proveniente dallo spazio.

Un pezzo di questo muro colpisce il primario, si incurva e si dirige verso il fuoco.

Quello di cui parli tu sono le aberrazioni fuori asse che si generano dal differente rimbalzo di questo muro sullo specchio primario causato sia dall'orientazione dello specchio (dato che non siamo a centro campo oculare) che dalla qualità di lavorazione.

ciao

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Ultima modifica di ivan86 il lunedì 21 marzo 2011, 19:58, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: lunedì 21 marzo 2011, 19:00 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 19:37
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xenomorfo ha scritto:
kappotto ha scritto:
Osti, non ricominciamo con i post cancellati, eh! :D


Avevo scritto delle spiegazioni aggiuntive. Non c'è spiegazione alcuna del perché lo star test sia buono ma l'immagine cattiva e viceversa. Non sta in piedi e non ha logica. Poi ho pensato che non ho tempo e voglia di ripercorrere la solita discussione. Ci sono tanti libri di ottica. Se poi si vuole pensare che uno strumento possa fare eccezione e che non sia necessario altro che dire "è così", amen. Io mi ritiro da questa discussione.


Xeno, mi sembra un approccio quantomeno approssimativo al problema. Questo vmc è un caso limite, ma che ci siano schemi ottici che hanno uno star test orrendo e una stella a fuoco ottima non è proprio una novità. Basti pensare ai Televue Genesis, per esempio: un delirio di stelle ovali nello star test e perfettamente puntiformi a fuoco.
A me sembra proprio strano che esistano tutti questi testi che dicono che un'ottica non funziona bene se lo star test "è brutto". Soprattutto se non si capisce cosa voglia dire "brutto".

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MessaggioInviato: lunedì 21 marzo 2011, 19:27 
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Iscritto il: sabato 11 febbraio 2006, 12:43
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Località: Milano
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Hai ragione Ivan, ho impostato il discorso in maniera errata (troppo "classicista"); quindi, per tutti considerate il discorso dimenticandovi la "quantita" di specchio coinvolto e pensate solo alla resa fuori asse. :oops:

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MessaggioInviato: lunedì 21 marzo 2011, 19:36 
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Se non sbaglio il Mewlon è fatto solo di superfici a riflessione. Come si spiega questa cosa?
Ora siamo di fronte a un secondo elemento, ancora più inspiegabile del primo. Non si ipotizza alcuna spiegazione. Come si può ritenere valido il test?

morales ha scritto:
Tornaimo su Saturno ed un altro particolare attira l'attenzione dei presenti, nel mewlon si notano ai due poli evidenti colori spuri!!!! bluastro ed arancione, le cose vanno meglio ruotando l'occhio nell'oculare al fine di trovare l'immagine più piacevole ma rimane strano il fatto che ci siano dei colori anomali....


PS Angelo. Fuori asse di quanto? Stiamo parlando di Saturno. E' stato osservato al bordo campo?


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MessaggioInviato: lunedì 21 marzo 2011, 20:30 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 16:41
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ma non è che state "litigando" senza motivo, nel senso che dite cose che non sono mutuamente esclusive?
mi pare di capire che si parli del fatto che in intra ed esxtra le immagini sono molto diverse? giusto? e allora perchè questa affermazione di xenomorfo dovrebbe contraddirlo (o viceversa)?

xenomorfo ha scritto:
...
Lo star test, altro non è che la verifica (a fuoco) di come una sorgente puntiforme viene distribuita in una piccola areola . ....

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MessaggioInviato: lunedì 21 marzo 2011, 20:55 
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Quello che vuole dire Mauro è che non è possibile avere prestazioni deludenti se lo star test sia in intra che extra focale è perfetto.

Il fronte d'onda ormai è bello che formato e non attraversa più alcuna lente se non quella dell'oculare.
I dischi di diffrazione nell'intuito quotidiano possiamo immaginarli come il risultato di una osservazione al microscopio di una stella, come quando i chimici osservano al microscopio le strutture di qualche polimero... bene qui è la stessa cosa.

L'assurdità è nel fatto che il chimico osservando il polimero al microscopio nota una struttura perfetta e poi osservando il polimero ad occhio nudo lo trova difettato... Insomma se i difetti non li troviamo quando andiamo ad ispezionare perchè mai dovremmo notarli quando guardiamo con meno definizione? tutto ciò non ha senso...

Prima che qualcuno dica che al microscopio si vede solo una parte del polimero, mi permetta di aggiungere che si tratta solo di un esempio intuitivo, questa obiezione non regge ;)

Volendo si può andare nel teorico, ma non penso che ne valga poi tanto la pena... Discorso diverso invece per il Vixen che ha un correttore, se non sbaglio questi aggeggi sono sensibili alla posizione.


Io penso che sia sfuggito qualcosa a chi ha effettuato il test.

ciao

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MessaggioInviato: lunedì 21 marzo 2011, 21:09 
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Sono convinto che se uno star test è perfetto difficilmente lo strumento darà prestazioni deludenti, darà immagini molto, ma molto buone. Però sono anche convinto che le immagini in intra ed extrafocale possano venire influenzate da schemi ottici complessi in cui sono interposti menischi o lenti nel percorso ottico di strumenti a riflessione, come quello di cui stiamo parlando (Vixen). Alla fine quello che decide è l'esame della figura di diffrazione, intesa come anelli di Airy, per oggetti puntiformi perfettamente a fuoco, come nel caso dell'osservazione delle stelle doppie.

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MessaggioInviato: lunedì 21 marzo 2011, 21:10 
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Io avevo capito che a Mauro non tornasse il fatto che uno star test discutibile secondo i canoni classici sfociasse poi in immagini migliori a fuoco.

Per la cronaca, guardare al microscopio non ha molto a che vedere con fare uno star test. Sarà intuitivo, ma io il confronto di Ivan non l'ho capito. :)

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MessaggioInviato: lunedì 21 marzo 2011, 21:30 
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fabio_bocci ha scritto:
Sono convinto che se uno star test è perfetto difficilmente lo strumento darà prestazioni deludenti,


La parola esatta non è "difficilmente". E' impossibile.

Perchè? Perchè lo star test a fuoco rappresenta quella che tecnicamente si chiama Point Spread Function (PSF). Questa cosa "esotica" è, detto terra terra, come uno strumento trasforma un punto in una macchiolina. Ora, poiché qualsiasi "immagine originale" può essere pensata come somma di punti, ne consegue che ciascuno dei punti della immagine originale diventa una macchiolina e l'immagine finale è la sovrapposizione delle macchioline.
Non si scappa: data la PSF le immagini che escono sono perfettamente determinate. Non ci possono essere due strumenti con la stessa PSF che fanno immagini diverse e non ci possono essere strumenti con una PSF peggiore (vale a dire una macchiolina più grande) che fanno immagini migliori.

In merito a che cosa succede fuori fuoco. L'esame delle immagini fuori fuoco ha il solo scopo di valutare meglio come la luce converge al fuoco. Si dice che prima si esaminano le immagini intra ed extrafocali. Si deve vedere quanto è uniforme la distribuzione di luce. Poi si deve convergere verso il fuoco e valutare se la luce resta distribuita uniformemente. Questo significa che i raggi provenienti da i diversi punti della pupilla di ingresso stanno convergendo tutti insieme e formeranno una figura di diffrazione con la luce distribuita secondo la teoria. Se invece muovendosi verso il fuoco si vede che la luce comincia a concentrasi da qualche parte (per esempio verso l'anello esterno che diventa più luminoso di quello interno, allora significa che diverse parti della pupilla di ingresso mandano la luce in direzioni leggermente diverse, che finiranno per formare una figura di diffrazione a fuoco alterata (tipicamente con meno luce nel disco e più luce negli anelli di diffrazione) la quale corrisponde a una maccholina più grande e quindi a una qualità inferiore della immagine finale fatta per "somma" di macchioline.

Fuori fuoco, conta quello che succede vicino al fuoco, si può esaminare come la luce sta andando a fuoco. Si vedono rugosità, seeing (sembra una casacata), difetti zonali e si vede perfino lo strato limite che appare come una serie di celle circa esagonali che si muovono.


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