Angelo Cutolo ha scritto:
Quado si parla di oggetti "estesi", penso che l'immagine che lo strumento forma sia data dal contributo "qualitativo" delle varie aree dell'ottica coinvolte dall'arrivo dei fotoni
Ciao Angelo, la tua idea è molto intuitiva ed in gran parte esatta circa la differenza di rendimento fra il centro campo e non, potrebbe essere una spiegazione
Il tuo ragionamento è basato su uno stile classico, che storicamente è stato il primo, tuttavia da quando conosciamo l'ottica ondulatoria sappiamo fare di più:
a qualcuno sembrerà strano, ma la luce di una stella, per quanto sia una sorgente puntiforme, coinvolge l'intera superficie dello specchio esattamente come qualsiasi altra sorgente anche non puntiforme.
Insomma una stella posizionata a centro del campo oculare è formata dalla luce di tutto lo specchio, anche quella del bordo, pensa che è proprio il bordo del nostro specchio a causare il fenomeno difrattivo, su uno specchio di diametro teoricamente infinito non si avrebbe più la formazione del disco di diffrazione!
Infatti la luce di una stella non è un raggio che colpisce il nostro specchio ma una grossa sfera, talmente grossa da sembrarci un muro infinito in avanzamento verso di noi e proveniente dallo spazio.
Un pezzo di questo muro colpisce il primario, si incurva e si dirige verso il fuoco.
Quello di cui parli tu sono le aberrazioni fuori asse che si generano dal differente rimbalzo di questo muro sullo specchio primario causato sia dall'orientazione dello specchio (dato che non siamo a centro campo oculare) che dalla qualità di lavorazione.
ciao