kind of blue ha scritto:
ora se la luminosità intrinseca è sufficentemente superiore al limite oltre il quale percepiamo i colori quandanche il valore di brillanza , in virtù delle perdite dovute alla qualità ottica e alla "fuoriuscita" della pupilla da quella fisiologica,fosse inferiore a1 esso non rimarrebbe cmq sufficiente a permetterci la visione"colorata"??
e a questo punto la discriminante non rimane solo e esclusivamente il diametro??
Spero di essere riuscito a capire quel che vuoi dire, facciamo un esempio con dei numeri a caso.
ipotesi:
1- Il nostro occhio per vedere i colori ha bisogno di almeno una brillanza pari a 10.
2- il nostro oggetto celeste come tu dici è sufficientemente luminoso da sorpassare a questo limite, facciamo 12 così i colori si vedono
3- la terza ipotesi è riferita al guadagno che sappiamo essere al massimo 1
conclusioni:
- se il guadagno è pari a 1, il 12 resta 12 e l'oggetto appare colorato
- se il guadagno è 0,5, il 12 diventa 6 e l'oggetto non è colorato
- se il guadagno è 0,9, il 12 diventa 10,8 che è superiore a 10 e quindi l'oggetto rimane colorato pur non avendo un guadagno pari a 1.
Quindi come vedi dipende da quanto danno fa il nostro pseudo guadagno...
Meno danno fa e più possibilità ci saranno di vedere i colori.
Quei conti sono sbagliati, in astronomia la scala è logaritmica e quindi quell'esempio è una sbagliata applicazione ma è utile a semplificare e capire.
Se t'interessa capire meglio come interviene a questo punto il diametro, posso suggerirti di guardare qui:
http://visualsky.blogspot.com/2007/11/m ... copio.htmlin particolare gli esempi finali, dove puoi notare come telescopi di diametro diverso possono avere la stessa perdita sulla brillanza dell'oggetto ma il diametro più grande ha la stessa perdita ad ingrandimenti superiori ed una immagine più grande è anche più leggibile.
ciao