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Autore Messaggio
MessaggioInviato: sabato 8 novembre 2014, 13:47 
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Iscritto il: mercoledì 15 ottobre 2008, 17:01
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Località: Firenze
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Dite quello che vi pare, il top sul terminatore lunare ce l'ha il Vixen LVW. Fate pure la prova con tutti gli oculari che volete, compresi i Kepler, i Chevalier e gli Steinheil... :matusa:

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Ciò che non ha termine non ha figura alcunaLeonardo da Vinci


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MessaggioInviato: sabato 8 novembre 2014, 14:02 
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Iscritto il: venerdì 10 febbraio 2006, 0:42
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Fantastici gli LVW. Tra i migliori.

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Astrofilo sul campo dal 1997


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MessaggioInviato: sabato 8 novembre 2014, 14:19 
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Iscritto il: martedì 27 agosto 2013, 17:56
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Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Cita:
Fantastici gli LVW. Tra i migliori.

Perfettamente d'accordo, erano già eccezionali nel 2000 quando facevano concorrenza ai Pentax XL, non sono cambiati molto ma restano davvero eccellenti. Non li uso però per osservare i pianeti, per questi uso gli Huygens... :mrgreen:

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Raf


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MessaggioInviato: sabato 8 novembre 2014, 16:26 
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Iscritto il: mercoledì 15 ottobre 2008, 17:01
Messaggi: 20265
Località: Firenze
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Gli Huygens :matusa: li uso solo col microscopio Korostka... :mrgreen:

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MessaggioInviato: sabato 8 novembre 2014, 19:16 
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Iscritto il: mercoledì 18 marzo 2009, 13:26
Messaggi: 2226
Tipo di Astrofilo: Visualista
La mia esperienza fra ortho e schemi più complessi grandangolari nel deepsky è sempre andata a favore di questi ultimi perché gli ortho non offrivano nulla di più in termini di contrasto e luce, in compenso toglievano comodità e campo. Parlo di ortho quali i baader, i kasai, ecc mai provati gli Zeiss.

Ho confrontato il Baader ortho genuine da 7mm con l'Ethos da 8mm sulle stelline di oltre 14/15esima magnitudine vicino a M57 e non ho notato differenze, l'immagine nell'Ethos era però più gradevole.

Anche sul planetario per me gli Ethos hanno veramente ben pochi rivali, a differenza di altri grandangolari quali i Nagler o gli ES.

L'idea che mi sono fatto è che certi oculari esotici come i monocentrici e gli ortho Zeiss hanno un reale vantaggio solo se abbinati a rifrattori di qualità media/alta. I grossi specchioni hanno quel filo di scattering in più capace di annullare qualsiasi differenza rispetto a schemi più complessi.

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Dobson RP Astro Phoenix 16" equipaggiato con TS SWA 38mm 70°, ES 24mm 82°, ES 14mm 82°, Televue Ethos 8mm 100°, Astronomik 2" UHC, torretta Baader Maxbright con correttore di coma+tiraggio da 1.7x e coppia di Vixen NPL 30mm.

Binocolo Nikon EDG 8x42, Canon 10x30 IS


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MessaggioInviato: domenica 9 novembre 2014, 7:22 
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Iscritto il: martedì 3 gennaio 2012, 5:56
Messaggi: 721
Località: Roma
Tipo di Astrofilo: Visualista
Sono perfettamente daccordo con Ivan su tutto.
Dal deep sky, che faccio ma non è il mio campo preferito, al planetario dove mai mi sarei aspettato una simile incisione e contrasto dall'Ethos SX4.7mm!!
Concordo anche sul fatto che tali differenze si evidenziano quasi esclusivamente su rifrattori dai 4".5-5" in su.
La trasmissione conta relativamente, almeno per me sul planetario, ma sinceramente scoprire che un oculare da 110° a ben 12 lenti offriva una immagine di Giove nel TEC140 decisamente superiore a quella di un Genuine Orto 5mm è stato un bello shock, ed addirittura lo stesso oculare si è lasciato barloware arrivando sul TEC140 a 418x su Saturno senza fare una piega come incisione.
Attendo di poterlo provare con uno Zeiss. Può essere che perda lievemente ma operando in altazimutale credo che l'ulteriore guadagno sia a questo punto irrilevante e probabilmente superabile dal fatto che l'Ethos mi consente di guardare in diretta senza diagonale in maniera comoda pur non disponendo di inseguimento.
Capisco la rarità di un Ethos da 4.7mm ma trovo strano che ancora nessuno abbia provato ad utilizzarlo per il planetario, è un anno ormai che ripeto di questo risultato.

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Strehl number for my Tec is engraved on the internal rim of the first diffraction ring

Osservo con:

Rifrattore TEC140 APO su T-REX e treppiede Zeiss / EQ6-R
Zeiss Silvarem 6x30, Konus Japan 10x42, Fujinon 16x70
Lunt sl35hsa
ES 18mm 82°, Baader GO 5mm, Ortho UO 4mm, Ethos SX 4,7mm 110°, Swarovski zoom 7.7-23.1mm, Vixen LVW 3,5, Meade #140 barlow lens


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MessaggioInviato: domenica 9 novembre 2014, 8:33 
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Iscritto il: martedì 27 agosto 2013, 17:56
Messaggi: 931
Località: Mediolanum
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
dedo ha scritto:
l'Ethos mi consente di guardare in diretta senza diagonale in maniera comoda pur non disponendo di inseguimento.

certo, questo è un fattore importante nel momento in cui occorre inseguire a mano. Io però sono convinto che per apprezzare piccole differenze di resa da un oculare all'altro, ad elevato ingrandimento, una montatura dotata di autotracking sia imprescindibile.

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Ultima modifica di Raf584 il domenica 9 novembre 2014, 8:47, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: domenica 9 novembre 2014, 10:12 
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Raf, io credo che quello che sia veramente imprescindibile sia il sistema ottico principale, sicuramente rifrattore.

La seconda cosa è la comodità nella visione, e qui pure mi sembra che siamo d'accordo. Tu in questo parli giustamente di una montatura con tracking. Io però, che con la mia montatura trovo ancora comodo un orto da 5mm ed addirittura da 4mm tanto da poter discernere differenze di qualità tra diagonali prismatici, dielettrici o alluminati, credo che il vantaggio dato dal poter osservare comodamente in visione diretta senza diagonale alcuno con un oculare che comunque in un rifrattore apo si è mostrato superiore in nitidezza ad ottimi ortoscopici, possa tranquillamente rendere venramente minimo un eventuale vantaggio degli Zeiss.

Anche disponendo di una equatoriale, infatti, mettendo gli Zeiss in presa diretta l'osservazione sarebbe comunque ben più scomoda rispetto a questo Ethos ed il vantaggio sarebbe dunque più difficilmente percepibile. Credo non sia un caso che gli Zeiss finora siano risultati superiori, sì, ma rispetto ad altri oculari ad estrazione molto ridotta.

Pure per questo credo sarebbe interessante una comparativa. E credo che i risultati di simili prove possano essere più interessanti che non la sola trasmissione.

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MessaggioInviato: domenica 9 novembre 2014, 11:01 
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Ciao Dedo, io non sarei così categorico a proposito dei rifrattori. Come si può vedere dal link che originariamente aveva segnalato Davide (ma ci aggiungerei anche questo http://www.deepskyforum.com/showthread.php?99-Eyepieces-Less-glass-is-more, l'esperienza di vedere di più con oculari a poche lenti (ma sarebbe meglio dire con poche superfici aria/vetro) è stata riferita anche da chi usa strumenti a specchio. Purtroppo ci addentriamo in un territorio nel quale è impossibile raggiungere un consenso perché troppe sono le variabili in gioco e quindi ciascuno può legittimamente riferire le proprie esperienze senza temere di essere smentito. Ad esempio nella pagina che ho linkato un tizio scrive che
Cita:
"it's a matter of small percentage differences that yield a large enough absolute difference in the larger aperture to cross the threshold of detectabiity, while remaining unnoticeable in the smaller scopes."

cioè esattamente il contrario di quanto si sta sostenendo qui. Poi bisognerebbe anche specificare le condizioni al contorno. Ad esempio stiamo parlando genericamente di "ortoscopici" e di grandangolari, ma mica sono tutti uguali (basta vedere che differenze ci sono, senza scomodare gli Zeiss, tra un Abbe Takahashi e un comune "Circle_T") e anche il telescopio che si usa ha la sua importanza assieme alle condizioni di osservazione. E come faceva rilevare Davide i confronti tra oculari diversi dovrebbero essere effettuati in più occasioni e non una volta soltanto. Sarebbe quindi interessante fare una comparazione in condizioni controllate, scegliendo accuratamente sia gli strumenti sia gli accessori.

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MessaggioInviato: domenica 9 novembre 2014, 12:01 
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Raf584 ha scritto:
cioè esattamente il contrario di quanto si sta sostenendo qui.


Beh non ricordo di averlo specificato, ma per quanto mi riguarda più luce c'è, meglio è :mrgreen:
Pertanto, come diceva un americano, "APERTURE WINS" :mrgreen:

Ancora più ovvio per me è l'attenzione al contorno, che ci dev'essere durante i test: collimazione, ottica completamente acclimatata, stesse costanti: diagonale uguale, stesso specchio, stesso posto e stesso seeing in caso di confronto tra strumenti, brevi momenti di distanza tra i controlli sullo stesso oggetto). Insomma ridurre al minimo le variabili, che sono l'oggetto del nostro test.

Però questo che hai detto, Raf, mi deprime:
Raf584 ha scritto:
certo, questo è un fattore importante nel momento in cui occorre inseguire a mano. Io però sono convinto che per apprezzare piccole differenze di resa da un oculare all'altro, ad elevato ingrandimento, una montatura dotata di autotracking sia imprescindibile.

Dovrò portare tutti i test che ho fatto qui:
Immagine

:cry:

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