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Autore Messaggio
MessaggioInviato: domenica 17 novembre 2013, 12:00 
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Iscritto il: mercoledì 17 ottobre 2007, 11:38
Messaggi: 11259
Aspettate un attimo.
Nei sistemi cassegrain (che sia puro o Schimidt cambia poco) la cosa essenziale sia per spianare che per ridurre è la distanza del riduttore/spianatore con il secondario che ha sua volta deve stare a una distanza ben rpecisa dallo specchio.
Caso contrario escono fuori difetti ottici. Naturalmente anche la distanza sensore/riduttore-spianatore deve avere certi valori ma anche se cambia di poco al limite cambia il rapporto luminoso ma le abberrazioni o altri problemi peggioraano di poco (entro certi limiti imposti dal tipo di configurazione ottica del riduttore/spianatore).
A chi interessa ho questo articolo in pdf "Cassegrain telescopes: limits of secondary movement
in secondary focusing". :wink:
Ne avevo anche un'altro fatto in italiano sulla distanza riduttore/spianatore con il sensore ma non riesco a trovarlo. :(

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MessaggioInviato: domenica 17 novembre 2013, 14:09 
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Iscritto il: mercoledì 15 ottobre 2008, 17:01
Messaggi: 20265
Località: Firenze
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Il problema in questo caso non si pone neppure, perchè con la configurazione adottata il tubo non va neppure a fuoco, quindi è inusabile. La distanza riduttore/ piano focale è molto più critica dell'altra se si usano dei riduttori/correttori, come dovrebbe essere quello in oggetto. Se si usano altri modelli che non siano anche correttori allora ci sono meno problemi.
Però, se devo dirla tutta, la simpatia verso i correttori/spianatori/correttori di coma/ecc. non l'ho mai avuta ed ogni giorno diminuisce sempre... :mrgreen:
Che belli gli strumenti che escono già spianati e si usano a focale nativa... :lol:

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Ciò che non ha termine non ha figura alcunaLeonardo da Vinci


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MessaggioInviato: domenica 17 novembre 2013, 21:50 
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Iscritto il: martedì 5 dicembre 2006, 8:20
Messaggi: 2849
No, un attimo Ras, potrei darti ragione se i sistemi di cui tu parli fossero fatti "a regola d'arte" ossia progettati con il primario e secondario/lastra correttrice ad una distanza "fissa" ed un focheggiatore esterno. Siccome però, per ragioni di comodità, gli SC commerciali focheggiano muovendo il primario (cosa non corretta otticamente parlando) perchè scombinano tutto, dalla lunghezza focale a quant'altro, allora, come asserisce Fabio, è di gran lunga meglio mantenere la corretta distanza riduttore/sensore piuttosto che riduttore/secondario, perchè ti assicuro che se non rispetti questa distanza le aberrazioni partono per la tangente. Poi con tutta probabilità anche la distanza riduttore/secondario può avere la sua importanza.

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MessaggioInviato: lunedì 18 novembre 2013, 10:04 
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Iscritto il: mercoledì 15 ottobre 2008, 17:01
Messaggi: 20265
Località: Firenze
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Ras però dice una cosa vera, non una sciocchezza. Nel caso in oggetto però c'è l'esigenza primaria di far funzionare il riduttore di focale, poi se si volesse rispettare il punto di fuoco di progetto si dovrebbe rinunciare al fuocheggiatore esterno. Una rinuncia sempre difficile da fare.

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MessaggioInviato: lunedì 18 novembre 2013, 10:25 
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Iscritto il: martedì 5 dicembre 2006, 8:20
Messaggi: 2849
Certo quello che dice Ras è giusto, però, a mio parere, privilegerei la distanza riduttore/CCD piuttosto che riduttore/secondario, almeno in prima battuta.

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MessaggioInviato: lunedì 18 novembre 2013, 20:49 
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Iscritto il: mercoledì 2 gennaio 2008, 9:06
Messaggi: 6502
Località: Roma
Cita:
Certo quello che dice Ras è giusto, però, a mio parere, privilegerei la distanza riduttore/CCD piuttosto che riduttore/secondario, almeno in prima battuta

Che io sappia la maggior parte degli SC è progettata per un backfocus di ca 100-105 mm dalla parte finale del paraluce, ovvero dal bocchettone di innesto.
La variazione di tale distanza in più comporta un maggiore avvicinamento del primario al secondario, l'aumento della focale e l'insorgere di vignettatura e aberrazioni varie, tuttavia il riduttore di focale è un aggiuntivo ottico e , secondo me, se posto ad una distanza ragionevole dal primario, ossia i 10 cm fatidici necessari per un fok, provvede di suo a spostare un pò il punto di fuoco verso l'esterno senza causare eccessive aberrazioni.Il mancato rispetto, invece della distanza tra questo ed il sensore per alcuni riduttori come i Celestron e Meade a f 6,3 (106 mm) può essere ancora accettabile entro limiti ragionevoli, modificando ovviamente il numero f , che non sarà tale, ma un pò di più o di meno, e facendo aumentare notevolmente la vignettatura in caso di allontanamento, mentre per altri , come l'Optec a f5, ad esempio, vuol dire avere solo immagini aberrate su tutto il campo.
In conclusione, io faccio in questo modo:
Metto prima il fok, in modo che il riduttore, unito ad un barilotto da 2", si inserisca in questo e si trovi comunque alla distanza di progetto del telescopio, quindi metto cassetto portafiltri, raccordo e camera, in modo che il riduttore si trovi a circa 80 mm dal sensore, che non è la sua distanza esatta, ma che tuttavia diminuisce in modo accettabile la vignettatura, a spese di un leggero incremento del n. f che nel mio caso dovrebbe essere, col C14, non f 7, ma circa f 7,5.
Inutile dire che ho provato vari tipi di riduttori, ma questo setup è quello che sembra funzionare meglio, almeno col C14 e la ST8.

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Fulvio Mete
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