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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Re: percezione dei colori
MessaggioInviato: lunedì 15 novembre 2010, 23:43 
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Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Quindi vedere e percepire colori in visuale, anche con grossi diametri, è molto difficile, se non impossibile?

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 Oggetto del messaggio: Re: percezione dei colori
MessaggioInviato: martedì 16 novembre 2010, 10:46 
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ivan86 ha scritto:
è scritto in un qualsiasi testo, dalla letteratura di Clark a quella di Rutten & van Venrooij nel celebre telescope optics.
Un veloce riassunto lo puoi trovare qui:
http://www.danielegasparri.com/Italiano ... sparri.pdf


qualcosa mi sfugge, e le mie modeste conoscienze fisico \matematiche non aiutano, abbiate pazienza.....

è facile intuire che se un oggetto non è intrinsecamente abbastanza luminoso non sarà possibile vedere colori a prescindere dal diametro dello strumento o dalla distanza cui lo si guarda, questo è chiaro.

nel caso in cui invece il soggetto fosse sufficentemente luminoso il limite parrebbe essere quello della dimensione della pupilla umana , la quale (se non ho capito male) renderebbe di fatto inutile aumentare il diametro.
ecco questo passaggio non mi è chiaro, vero che se la pupilla di uscita dell'apparato ottico è superiore alla pupilla"fisiologica"una parte della luce andrà perduta, ma se il guadagno superficiale telescopico è aumentato (e cioè se non ho capito male è aumentata la luce resa dall'apparato per unità di superfice)non sarà cmq maggiore anche la quantità di luce che entra nella ns pupilla??

ribadisco che non intendo mettere in dubbio quanto scritto , vorrei solo capire......

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 Oggetto del messaggio: Re: percezione dei colori
MessaggioInviato: martedì 16 novembre 2010, 11:14 
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ivan86 ha scritto:
grazie Angelo, tra l'altro l'arancione è vicino al rosso e quale luce noi astrofili usiamo sotto un cielo buio per osservare l'atlante ? il rosso... :wink: quindi fra tutti i colori, proprio uno di quelli MENO probabili doveva vedere ? :wink:


Come ho detto ho avuto il piacere di fare una chiacchierata con Albano durante Astrofest.
Quando gli ho detto che proprio l'arancione è improbabile da vedere...proprio per delle proprietà fisiche dello spettro della luce e fisiologiche della sensibilità dell'occhio in visione scotopica le risposte che mi ha dato sono state:

- che l'arancio che vedo io è diverso da quello che può vedere un'altra persona

- che bisogna avere un certo tipo di esperienza nell'osservazione (giustamente mi sono inchinato e gli ho detto che i miei 15 anni di osservazione sotto cieli di tutta italia non valgono nulla)

E per dimostrarmi questo mi ha fatto l'esempio di un uomo capace di piegare con la sola forza della concentrazione una punta di una lancia puntata, con una bella pressione, sulla gola. Insomma che non tutti sono capaci di fare certe cose.

Siamo andati avanti ancora un po' però mi pare piuttosto convinto di quello che afferma. Perchè non credergli. :D

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 Oggetto del messaggio: Re: percezione dei colori
MessaggioInviato: martedì 16 novembre 2010, 11:22 
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Iscritto il: mercoledì 18 marzo 2009, 13:26
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per kind of blue :

La tua è una bellissima domanda, molto acuta, il problema nasce dall'interpretazione del termine: "guadagno superficiale del telescopio".

In realtà non è un vero guadagno, è più di fatto una perdita dato che il valore massimo ideale a cui tende è 1, cioè quando la brillanza superficiale che ha l'oggetto ad occhio nudo è mantenuta invariata al telescopio e questo 1 teorico arriva solo se la pupilla del nostro occhio coincide con quella fornita dall'oculare e non abbiamo alcuna perdita nel treno ottico (cosa impossibile).

In tutti gli altri casi, il valore sarà sempre inferiore ad 1.

Quindi qual'è il vantaggio di un diametro maggiore ? che per mantenere la stessa pupilla d'uscita rispetto ad un diametro inferiore puoi permetterti di utilizzare un ingrandimento maggiore e più ingrandisci e più l'oggetto è meglio leggibile dal nostro occhio.

ciao

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Dobson RP Astro Phoenix 16" equipaggiato con TS SWA 38mm 70°, ES 24mm 82°, ES 14mm 82°, Televue Ethos 8mm 100°, Astronomik 2" UHC, torretta Baader Maxbright con correttore di coma+tiraggio da 1.7x e coppia di Vixen NPL 30mm.

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 Oggetto del messaggio: Re: percezione dei colori
MessaggioInviato: martedì 16 novembre 2010, 11:33 
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Iscritto il: mercoledì 18 marzo 2009, 13:26
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davidem27 ha scritto:
- che l'arancio che vedo io è diverso da quello che può vedere un'altra persona

Per quanto diverso lo potrebbe essere in tonalità e la questione non cambierebbe di una virgola, se fosse tanto diverso allora ha qualche problema alla vista, se ha qualche problema alla vista a maggior ragione i colori che vede non sono reali, nell'ipotesi più assurda che scambiasse grigio per arancione sai che affare? :mrgreen:

davidem27 ha scritto:
E per dimostrarmi questo mi ha fatto l'esempio di un uomo capace di piegare con la sola forza della concentrazione una punta di una lancia puntata, con una bella pressione, sulla gola. Insomma che non tutti sono capaci di fare certe cose.

Ah certo, ora ho capito, d'altronde proprio voyager ci ha insegnato che con la forza della concentrazione un uomo in india vive senza nutrirsi da 70anni.
E' questione di esperienza e concentrazione, cosa se no.

davidem27 ha scritto:
Siamo andati avanti ancora un po' però mi pare piuttosto convinto di quello che afferma. Perchè non credergli. :D

scherzi vero ? :mrgreen:

:wink:

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 Oggetto del messaggio: Re: percezione dei colori
MessaggioInviato: martedì 16 novembre 2010, 11:51 
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davidem27 ha scritto:
- che l'arancio che vedo io è diverso da quello che può vedere un'altra persona

- che bisogna avere un certo tipo di esperienza nell'osservazione (giustamente mi sono inchinato e gli ho detto che i miei 15 anni di osservazione sotto cieli di tutta italia non valgono nulla)

E per dimostrarmi questo mi ha fatto l'esempio di un uomo capace di piegare con la sola forza della concentrazione una punta di una lancia puntata, con una bella pressione, sulla gola. Insomma che non tutti sono capaci di fare certe cose.

ah beh se queste sono le argomentazioni allora quoto davidem27... perchè non credergli? :mrgreen:

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 Oggetto del messaggio: Re: percezione dei colori
MessaggioInviato: martedì 16 novembre 2010, 11:53 
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Aò, io so fatto così! :D
Non mi va di contraddire una persona così convinta delle sue affermazioni.
Posso interpretarle strambe, strampalate, insolite, strane, esagerate....alla fine se vede i colori perchè dirgli "guarda che i colori non li puoi vedere, ce lo dice la scienza".

Gli dico, come ho fatto, che preso un campione di 100 astrofili con tutte le caratteristiche che vuole (esperienza astrofila, occhio cromaticamente sano ecc...), un telescopio medio-grande (un 50cm che ne ciuccia di luce), un oculare cromaticamente neutro e una serata spendida come condizioni, forse è già tanto se 2 astrofili di quelli riescono a vedere i colori su alcune nebulose (ricordiamoci eccezioni facili come la NGC7662). La proporzione è schiacciante. Probabilmente parliamo, allora, di illusione di questi 2 astrofili. Sapevano com'è fatta M42...

Quindi la soluzione sarebbe prendere persone senza alcuna esperienza astrofila. Qualcuno che non ha mai visto la foto di M42....

Ora, probabilmente, io ho visto M27 verdina (la frequenza di luce in cui l'occhio è più sensibile in visione scotopica -notturna-) in un 50cm nella splendida prima nottata del primo Raduno Astrofili.org.

Ma affermare di aver visto tutti i colori di M57 .... mah .....

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 Oggetto del messaggio: Re: percezione dei colori
MessaggioInviato: martedì 16 novembre 2010, 12:18 
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ivan86 ha scritto:
il problema nasce dall'interpretazione del termine: "guadagno superficiale del telescopio".

In realtà non è un vero guadagno, è più di fatto una perdita dato che il valore massimo ideale a cui tende è 1, cioè quando la brillanza superficiale che ha l'oggetto ad occhio nudo è mantenuta invariata al telescopio e questo 1 teorico arriva solo se la pupilla del nostro occhio coincide con quella fornita dall'oculare e non abbiamo alcuna perdita nel treno ottico (cosa impossibile).

In tutti gli altri casi, il valore sarà sempre inferiore ad 1.


perdonami Ivan,ma continuo a non capire...... :oops:

posto che come ho già dichiarato mi è ben chiaro che non posso superare la luminosità intrinseca al soggetto ti prego di chiarirmi alcuni concetti questo è ciò che ho capito, forse....:
Il valore della brillanza teorico 1 stà ad indicare che la luminosità resa dal telescopio per unità di superfice della pupilla di uscita è la stessa intrinseca al soggetto.
ora se la luminosità intrinseca è sufficentemente superiore al limite oltre il quale percepiamo i colori quandanche il valore di brillanza , in virtù delle perdite dovute alla qualità ottica e alla "fuoriuscita" della pupilla da quella fisiologica,fosse inferiore a1 esso non rimarrebbe cmq sufficiente a permetterci la visione"colorata"??
e a questo punto la discriminante non rimane solo e esclusivamente il diametro??

abbi pazienza , sicuramente mi sfugge qualcosa,ho i miei limiti......

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 Oggetto del messaggio: Re: percezione dei colori
MessaggioInviato: martedì 16 novembre 2010, 12:26 
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Nota: non avevo visto il topic, e ho risposto proprio oggi sul mio vecchio ... spero non venga considerato un doppione.

Quando saprò piegare una lancia di freccia puntata al collo, ma solo dopo aver osservato almeno 4-5000 oggetti deep-sky diversi, allora potrò dirmi in grado di poter almeno parlare della visione dei colori ... mi sa che ho sbagliato hobby!

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Inquinamento Luminoso: astrofilo, hai fatto la tua parte?


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 Oggetto del messaggio: Re: percezione dei colori
MessaggioInviato: martedì 16 novembre 2010, 12:38 
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aspetta, luminosità superficiale e brillanza sono esattamente la stessa cosa e cioè l'energia luminosa per unità di superficie... è il guadagno di luminosità che è pari al massimo a 1 e questo solo se non c'è alcun assorbimento/spreco da parte dell'ottica... per capire il motivo bisogna fare tre passaggi di semplice matematica:
1) Guadagno G = (D/d*i)^2 con D diametro, d pupilla occhio, I ingrandimenti
2) poichè la pupilla d'uscita P è pari a D/I otteniamo G = (P/d)^2
3) se r è l'assorbimento/spreco possiamo correggere la precedente con G = r*(P/d)^2

dalla 3) se consideriamo che il rapporto P/d (pupilla d'uscita / pupilla di entrata) è pari al massimo a 1 (ovviamente la pupilla d'uscita non può esser superiore a quella di entrata dato che altrimenti è come se lavorassi con un diametro diaframmato) abbiamo quindi che G è pari al massimo ad 1 e questo solo se r è pari a zero

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