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MessaggioInviato: lunedì 26 maggio 2008, 18:58 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 16:30
Messaggi: 867
Località: Bangkok
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Bella recensione Emmanuele, io ero indaffarato li vicino col tubone grigio, pero' ho avuto modo di gustare un grande Saturno e M13 col Gladio.
Aggiungo che il fondo cielo era veramente scuro anche vicino al pianeta, segno di ottima progetttazione dei paraluce e del magico vellutino nero.
Alle prossime
Tiziano

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Dall Kirkham MT 410mm su AP1200
Newton AGO 275mm su eq6
Lumenera LU075M, PG Flea 3


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MessaggioInviato: lunedì 26 maggio 2008, 18:59 
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Iscritto il: mercoledì 27 febbraio 2008, 14:07
Messaggi: 4758
Località: Cogorno (GE)
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Ottima recensione Emma!
Complimenti per tutto il lavoro dedicato.
Complimenti, ripeto, anche per le immagini ben elaborate nonostante il seeing variabile della serata.
Sicuramente servirà a coloro che vogliono interessarsi di più al Gladius...tra l'altro le tue sono le prime immagini, mi sembra, della nuova struttura con semi-tubo di carbonio.
Quando la sera del 14 Maggio eravamo sul Giogo, Paolo aveva il suo "vecchio" primo esemplare, tube-less per intenderci!
Le scelte meccaniche del tele sono sicuramente buone e discutibili. Io per esempio ho preferito il tubo per diversi motivi che non è assolutamente il caso in questo topic di elencare. Capisco però anche la scelta di Paolo.
Dico solo con assoluta e totale certezza (dato che eravamo insieme giusto una decina di giorni fa) che ogni tele ha i suoi pro e contro sia per il Gladius che per l'Ariete DK.
Ottima considerazione di Paolo e Daniela sul fatto novità e continua ricerca di nuove soluzioni.
Salutoni e bravo ancora!
Raf

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"Non basta guardare,
occorre guardare con occhi che vogliono vedere,
che credono in quello che vedono..."
(Galileo Galilei)
"L'agitazione atmosferica è il limite alla
risoluzione dei telescopi" (Newton)
"Siamo surfisti del seeing,
aspettiamo l'onda giusta" (Raf)


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MessaggioInviato: lunedì 26 maggio 2008, 19:03 
[Rimosso come da richiesta del proprietario del messaggio]


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MessaggioInviato: lunedì 26 maggio 2008, 23:09 
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Iscritto il: mercoledì 2 maggio 2007, 21:28
Messaggi: 6292
Ciao e grazie x avere condiviso la tua esperienza di una sera con questo strumento.
Mi potresti spiegare meglio questo aspetto sul secondario:

"Una caratteristica di un rapporto focale così lungo, è il piccolo diametro e l'estrema profondità del cono di luce; per tale motivo, per creare una sfocatura anche lieve bisogna spostarsi di molto dalla posizione di fuoco, cioè avere una lunga escursione di focheggiatura; ricordiamo che il secondario amplifica di oltre sei volte il fuoco del primario! Ciò permette di mettere a fuoco gli oggetti in modo molto preciso, ma crea qualche problema di backfocus, data la corsa normalmente limitata del Crayford; a volte è necessario spostare il secondario in senso longitudinale. Questo è un fattore da sapere e richiede molta attenzione in pi� nel "fine tuning" dell'ottica rispetto ad un telescopio normale."


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MessaggioInviato: lunedì 26 maggio 2008, 23:21 
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Iscritto il: domenica 4 marzo 2007, 16:02
Messaggi: 1287
Località: Varese/Genova
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Raf ha scritto:
Ottima recensione Emma!
Complimenti per tutto il lavoro dedicato.
Complimenti, ripeto, anche per le immagini ben elaborate nonostante il seeing variabile della serata.

Ciao Raf,
grazie a te e a tutti gli altri per le belle parole che avete speso per la mia recensione. Tra l'altro devo ammettere che è servita molto anche a me come lezione di tecnica di ripresa ed elaborazione; passare una serata insieme a Paolo e scambiarci successivamente opinioni tecniche è stata per me un'opportunità di apprendimento veramente proficua.

Raf ha scritto:
Sicuramente servirà a coloro che vogliono interessarsi di più al Gladius...tra l'altro le tue sono le prime immagini, mi sembra, della nuova struttura con semi-tubo di carbonio.

Esatto, è l'ultimissima versione a parte le "spadine" laterali che sono presenti nella versione annunciata recentemente sul suo sito.

Raf ha scritto:
Le scelte meccaniche del tele sono sicuramente buone e discutibili. Io per esempio ho preferito il tubo per diversi motivi che non è assolutamente il caso in questo topic di elencare. Capisco però anche la scelta di Paolo.
Dico solo con assoluta e totale certezza (dato che eravamo insieme giusto una decina di giorni fa) che ogni tele ha i suoi pro e contro sia per il Gladius che per l'Ariete DK.

Molto spesso è una questione anche di gusti e scelte personali; mi ricordo ad esempio che tu ti trovavi bene con il Mewlon, che in quanto f/12 è sicuramente più versatile: un'altra critica (costruttiva, si intende) che si potrebbe fare al Gladio è che forse se avesse un rapporto focale più simile a quel valore, avrebbe anche più mercato. Ma allora forse interverrebbero anche altri problemi (es. il fatto che il rapporto focale più corto perdona assai di meno eventuali imperfezioni ottiche e ciò in ultima analisi si traduce in costi maggiori).

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Emmanuele Sordini
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MessaggioInviato: lunedì 26 maggio 2008, 23:41 
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Iscritto il: domenica 4 marzo 2007, 16:02
Messaggi: 1287
Località: Varese/Genova
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Blackmore ha scritto:
Ciao e grazie x avere condiviso la tua esperienza di una sera con questo strumento.

Figurati :-)

Blackmore ha scritto:
Mi potresti spiegare meglio questo aspetto sul secondario:

"Una caratteristica di un rapporto focale così lungo, è il piccolo diametro e l'estrema profondità del cono di luce; per tale motivo, per creare una sfocatura anche lieve bisogna spostarsi di molto dalla posizione di fuoco, cioè avere una lunga escursione di focheggiatura; ricordiamo che il secondario amplifica di oltre sei volte il fuoco del primario! Ciò permette di mettere a fuoco gli oggetti in modo molto preciso, ma crea qualche problema di backfocus, data la corsa normalmente limitata del Crayford; a volte è necessario spostare il secondario in senso longitudinale. Questo è un fattore da sapere e richiede molta attenzione in pi� nel "fine tuning" dell'ottica rispetto ad un telescopio normale."

Sì, vediamo se ci riesco.

Nei telescopi con messa a fuoco sullo specchio primario (tutti gli SCT più un buon numero di catadiottici) un lieve spostamento di quest'ultimo viene amplificato dal secondario di almeno 5 volte (il rapporto che c'è tra f/totale e f/ del primario, che tipicamente è intorno a 2-2.5). Questo permette una grande escursione della posizione di fuoco. Ed è per questo che ad un SCT puoi aggiungere anche diverse decine di cm di lunghezza in accessori, tanto una buona posizione del fuoco la raggiungerai sempre dato che, come per l'appunto ho detto, ad un modesto spostamento dello specchio primario ne corrisponde uno circa 5 volte maggiore del fuoco diretto.

Ora, il Gladius ha invece lo specchio fisso, e così la messa a fuoco è data solo dalla limitata corsa del crayford; la posizione del fuoco diretto del Gladius mi immagino sia più o meno concepita per corrispondere (circa) con il centro della corsa del crayford. Ma se per caso attacco degli accessori (ad es. una ruota portafiltri), aumento la distanza del sensore dal piano focale, così che il fuoco (la cui posizione è fissa) risulterà troppo interno. E anche se spingo a fondo corsa il crayford, non riuscirò a mettere a fuoco. Ed è a questo punto che, spostando leggermente il secondario verso il primario (e usando sapientemente dei tubi di prolunga che Paolo aveva con sé), si riesce a giocare sulla posizione del fuoco, estraendolo quanto basta. Questo lavoro deve essere fatto più volte a seconda degli accessori che si usano nella ripresa e/o nell'osservazione visuale e rende l'utilizzo del Gladius un po' più complesso di un normale SCT.

In realtà non è l'unico strumento ad avere questo problema. Anche gli stessi Newton ne soffrono: ben lo sa chi li usa per fotografare al fuoco diretto (ve lo ricordate il vecchio 114/900? Non si poteva usare al fuoco diretto perché era troppo interno!). Per l'hi-res, invece, questo problema si sente meno perché, con la loro focale ridotta, si usano quasi sempre lenti negative (cioè barlow) che eliminano il problema. Col Gladius invece no, perché almeno nella versione da 315 mm al fuoco diretto così com'è hai già quasi 8 m di focale, valore buono per molti tipi di riprese.

Pant, pant :shock: : spero di essermi spiegato (l'ideale sarebbe avere delle figure, si farebbe molto prima, ma ora non ne ho a portata di mano).

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Emmanuele Sordini
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MessaggioInviato: martedì 27 maggio 2008, 16:29 
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Ho capito, grazie, ma quindi il supporto del secondario può scorrere al fine di avere più backfocus? E come scorre? Tu hai provato? Ne risente la collimazione?


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Blackmore ha scritto:
Ho capito, grazie, ma quindi il supporto del secondario può scorrere al fine di avere più backfocus? E come scorre? Tu hai provato? Ne risente la collimazione?


Black non vorrai mica prenderti un Gladius??? :D :D

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Matteo Mussoni
Ho venduto tuttoooo


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MessaggioInviato: martedì 27 maggio 2008, 17:30 
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Ehhh no Matteo, era pura curiosità. Il Gladio, prima di tante altre considerazioni, è ben sopra la portata delle mie possibilità economiche.


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MessaggioInviato: martedì 27 maggio 2008, 17:33 
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Iscritto il: domenica 4 marzo 2007, 16:02
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Località: Varese/Genova
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Blackmore ha scritto:
Ho capito, grazie, ma quindi il supporto del secondario può scorrere al fine di avere più backfocus? E come scorre? Tu hai provato? Ne risente la collimazione?

Il supporto collimabile del secondario e' composto da due parti filettate. In pratica sposti il secondario svitandolo o avvitandolo.

E' una manovra che non ho fatto io, ma ho lasciato fare a mani piu' esperte di me. A giudicare dall'apparenza, mi sembra che la coppia vite/madrevite fossero ben serrate: quanto basta per permettere di svitare/avvitare, ma non di perdere la collimazione (infatti non l'abbiamo rifatta dopo aver effettuato questa manovra).

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Emmanuele Sordini
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