diglit ha scritto:
ho avuto modo di parlare molte volte con Gianluca e anche di cercare di mettere in pista qualche cosa di interessante e ho avuto una sensazione di base che credo sia veritiera.
Il fatto cioè che operare a piccola scala (un po' come fa lui e anche altri) è oggi in Italia impossibile. I margini non ci sono, la gente compra poco, il mercato è polarizzato su certi prodotti solamente, ci sono in giro dei "guru" scemi che credono di essere padreterni e che, purtroppo, dall'alto delle loro finestrelle sulle riviste specializzate dettano legge alla maggior parte degli astrofili che, poveri (che devono fare) credono a tutto ciò che viene loro detto.
Realtà industrizli di produzione non esistono, gli artigiani (bravi) che ci sono si fanno concorrenza per raccimolare briciole infece che dare vita a un polo produttivo che possa essere concorrenziali ai grandi nomi americani e giapponesi (con il risultato che vendono 4 specchi o poco più e che hanno tempi di attesa infiniti per consegnare ciò che fanno).
La realtà è che il nostro mercato è sottosviluppato e anche investire nelle fiere (nelle quli gli stand, il tempo, i trasporti e tutto..COSTANO MOLTO) non rende quasi nulla.
Il sito di Aleph è un sito strano, non è il massimo della consultabilità (vedi PDF per i prezzi) ma è carino e un po' diverso dal solito, questo va detto. a me piace.
I prezzi esposti sono davvero concorrenziali e la scelta è diversificata per quanto può esserla quella di un piccolo rivenditore artigiano.
In compenso Lui è molto competente ma è fuori di dubbio che sia un po' scorato (come altri) dalla situazione generale del mercato, e in questo non posso che dargli ragione (non da pseudo amico ma da persona che vede ciò che accade).
Personalmente posso dirVi che, pur avendo la forza imprenditoriale di creare una struttura industriale seria io stesso ho desistito nel corso di questi mesi per la mancanza reale di un mercato. Ho a progetto una serie di strumenti e montature che non vedranno mai la luce perché i costi di realizzazione delle strutture necessarie (o adattamento di quelle esistenti) sono scoraggianti e impongono tempi di rientro epocali... in più il nostro mercato NON ESISTE.
paolo
E comunque, Paolo, aggiungerei che:
i pochi artigiani ottici italiani non creano un polo unico per produrre industrialmente, in concorrenza ad altri, semplicemente perchè strutturarsi costa troppo. I loro margini (e le poche grane/impegni/noie) sono decorosi, fanno quel che gli pare, si scelgono i clienti e non hanno patemi d'animo. Tu sei imprenditore e sai cosa intendo quando parlo di preoccupazioni strutturali (cali di commesse, obbligo a saturare la struttura per ottimizzare i costi, problemi nell'osservanza delle normative, magazzini pesantissimi da finanziare ecc.). Vorrei capire perchè Marcon che chiede 8-10 mesi per consegnare si dovrebbe rompere le balle a mettersi con Zen, Marcon, ecc. solo per aumentare il fatturato, essere in società (e quindi non libero di fare e gestirsi come gli pare senza rendere conto), per poi alla fine avere un rendiconto magari inferiore a quello attuale. Se hai visitato Marcon, ma è cosi' anche per gli altri, hai visto che struttura ha. Il costo è miserevole, il magazzino è praticamente inesistente, le apparecchiature di controllo sono di compensato.......nulla da eccepire sulle realizzazioni, ma questo non è fare qualità e tecnologia. E' semplicemente essere bravi artigiani e far quel tanto che basta per vivere bene senza rogne.
Se poi la struttura si deve anche verticalizzare per fare anche meccanica, bè meglio spararsi. Quando puoi ammortizzare fresa, tornio, rettifica, ecc. a controllo numerico? Programmi CAd CAM e personale (molto ben pagato) per usare i suddetti? Parliamo di macchine da 2-300.000 euro , di immmobili messi a norma, di uffici, di sala metrologica adeguatamente attrezzata ecc. ecc., di personale collaterale con adeguata competenze sia finanziare che di marketing.......
Onestamente da questo status esce solo chi ha una determinata struttura (vedi 10 micrcon o bellincioni), deve solo ideare un prodotto sfruttanto ciò che ha già (quindi con beneficio nei costi di ammortamento e nei costi fissi della struttura), a quel punto si che diventa fattibile e i 10.000 euro per una 10 micron non sono assolutamente giustificati......
Quindi industrializzare da zero è un po' come rovinarsi, anche dando per scontato il successo dell'iniziativa (e questo è da vedere).......
Industrializzare , ricorrendo all'outsourcing esterno, non è detto che convenga se i numeri sono piccoli (vedi Astrotech), e comunque fare l'assemblatore ti mette immediatamente fuori mercato perchè sei riproducibile immediatamente.
Poi per i rapporti non positivi con i fornitori che Carinci lamenta sono la prassi per chi opera nel commercio. TS ha sicuramente messo sul tavolo volumi commerciali che Carinci non puo' minimamente sostenere (almeno agli occhi dei suoi fornitori), e visto che il o i fornitore/i sono perlopiù commercianti su vasta scala pure loro.......che gli frega?
Il mercato del puro prezzo è morto. Una mia amica della GSO mi ha raccontato che hanno gravi problemi a sostenere le quantità per la concorrenza dei prodotti cinesi, stanno lanciando articoli nuovi proprio per rintuzzare queste problematiche. E allora? Certo l'utente che compera un dobson a 700 euro non credo sia un utente interessante per nessuna azienda, l'utile netto è comunque - per ciascun passo della filiera - miserabile, e d'altro canto questo tipo di consumatore non può e non vuole prendere in considerazione altre argomentazioni (qualità certa, assistenza certa e di rilievo ecc.).
Sono arrivato oggi da Parigi, dopo 3 gg di fiera, e - cosi' tanto per raccontare - ho visto quello che deve essere il produttore/venditore europeo anche per il mercato astronomico. A fianco di colossi, prevalentemente multinazionali, c'è un piccolo stand di 2 m x 2 m, l'azienda è costituita da 2 ingegneri francesi, i quali hanno investito circa 300.000 euro in attrezzature, operano in un locale di 150 mq., hanno un piccolo ufficio e producono in piccola serie componenti in materiale composito ad altissima tecnologia. I prodotti sono bellissimi e veramente interessanti, tant'è che per parlarci ho dovuto invitarli a pranzo perchè erano continuamente tartassati da potenziali clienti. Francamente, mi è stato confidato, il rientro del capitale investito è avvenuto in 2 anni e gli affari vanno molto bene, ma - e questi sono furbi - non hanno nessuna intenzione di crescere dimensionalmente - ma di incrementare la promozione di nuovi prodotti innovativi ..... Chiaro il cliente non è quello che compera compositi in Cina.......ma qui la battaglia sarebbe persa immediatamente.
Sul fatto dei "guru" scemi sono in totale accordo con te, ma ancora piu' scemi sono quelli che li seguono, parliamo di persone adulte e non di ragazzini di 15 anni. Manca sempre e comunque un minimo di spirito critico ed osservativo, la poi assoluta assenza di pratica e applicazione teorica alla disciplina (bravissimi a stare sulla testiera del pc, poi....) nn fa altro che facilitare il compito degli operatori di marketing.
Io sono sempre stato un bastian contrario, isolato per scelta e contento di esserlo, critico con molti e con tutti, probabilmente antipatico ma con le idee ben chiare. Quando vedo certe cose sulle riviste specializzate o leggo certe str....te su questo forum da parte di utenti/utilizzatori, per questo o quello strumento, bè ti confido che lo scoramento piglia pure a me. Non sono sicuramente una cima e non sono sicuramente uno che si possa definire "esperto", pero' - mi domando io - se certe cose le vedo io perchè anche gli altri non le vedono?? Sbagliare è normale, e pure io di cretinate ne dico e ne scrivo, ma stai pure certo che nel momento in cui devo acquistare un prodotto analizzo puntigliosamente ogni singolo aspetto, non solo meccanico od ottico. Questo per dire quanto mi dispiace che Carinci si trovi in una situazione sicuramente poco bella per lui, avendo puntato da sempre sulle sue competenze tutte le armi per vendere i prodotti Aleph.
Vabbè ho scritto troppo e sono andato fuori dal seminato.
Ci si vede a Busto Arsizio.
Ciao
Max