Miyro ha scritto:
E' semplicemente un problema di interpretazione ;
il "povero" Ing. Andrenelli con l'ultima linea in basso ha voluto indicare la distanza tra il fuoco primo e la focale equivalente (Feq).
Perdona, ma in questo caso non sono daccordo con la tua di interpretazione.
In geometria esiste la distanza tra un punto ed una retta, ma si tratta della distanza tra un punto ed un altro punto (quello più vicino) che giace sulla retta stessa.
Allo stesso modo, non può esistere la distanza tra il primo fuoco del primario (che è si un punto) e la focale equivalente (che è appunto una retta, già di per se una distanza).
Inoltre, siccome nel libro ci sono anche immagini che occupano mezza pagina (sia in orizzontale che in verticale) non vedo il problema tecnico di inserire l'immagine corretta.
Non sono daccordo nemmeno sul non mettere in piazza gli errori di chichessia: in ambito scientifico, dove lavoro da 40 anni, quando un autore scrive un articolo, lo presenta ai "reviewer" che lo analizzano e segnalano (prima che venga pubblicato) le eventuali sviste e/o incongruenze dell'articolo stesso.
Pubblicato poi l'articolo, gli altri apparteneti allo stesso ramo scientifico, si confrontano sul tema facendo ben che più che "le pulci" ... anche nella migliore ipotesi, quando fai 1000 affermazioni, qualcuna errata o perlomeno imprecisa non può non scappare: è così che la comunità scientifica lavora per migliorare se stessa ed i prodotti scientifici che offre, nessuno escluso.
Personalmente ritengo che un errore sia sempre un errore, anche se datato; in questo caso mi farebbe piacere tentare di capire se si tratti un errore del disegnatore (tale Romano Garrisi, citato nella pubblicazione) oppure di un errore dell'autore, magari una semplice svista, in fase, eventualmente, di revisione delle bozze.
Personalmente faccio questo "per capire", non per denigrare, e non vedo di poter fare la stessa cosa sullo storico libro di Couder e Danjon (che mi sta per arrivare), ben più datato ed autorevole testo di ottica.
Facendo la stessa cosa sul Ottica Industriale di Argentieri mi ha permesso di programmare un mio software per simulare la visione del disco di Airy nei telescopi partendo dai dati dell'OTA e dell'oculare (per chi lo conosca, utilizzando IDL) contemplando anche le stelle doppie, considerando la differenza di magnitudine e la posizione reciproca.