Mi era sfuggito questo thread.
Essendo fotografo di città, da dove prevalentemente negli ultimi anni riprendo con costanza, mi limito ad attendere per gioco forza quelle poche nottate dotate di massima trasparenza e di bassa percentuale di umidità, in pratica quando soffia forte la Tramontana, perchè ho notato negli anni, essere le uniche notti nelle quali è possibile fare ancora imaging discretmente, sia in luminanza che in H-alpha, da una postazione altamente inquinata. Ormai monto ed opero in concomitanza di queste condizioni, salvo eccezioni, perchè sono quelle notti in cui il pulviscolo e l'umidità si diradano maggiormente, essendo i principali componenti negativi che impediscono la trasparenza in città e la diffusione della luce emanata dai lampioni.
Non ha quindi senso fare valutazioni sullo stato di oscurità del cielo, in quanto quello è, e quello purtroppo devo accettare. A meno di blackout elettrici di quartiere, o di strada, ho verificato che non si verificano differenze sostanziali tra una notte e l'altra, quando soffia la Tramontana.
Il discorso invece è diverso se esco dall'urbe e mi reco in siti bui. Se sono da solo valuto la trasparenza del cielo in base alla visibilità a varie altezze della Via Lattea e alla corrispettiva percezione di dettagli che appaiono su di essa e al "distacco" di determinate nebulose oscure. Occorre esperienza, ma è un buon metodo per stimare la trasparenza. Mi baso principalmente sulla memoria e su appunti scritti in occasioni di visioni, ad occhio nudo, della Via Lattea presi da cieli Africani, Sahariani e da isolotti desertici, sperduti nell'Oceano Indiano, dell'arcipelago delle Maldive, il top fino ad oggi dei miei massimi cieli!
Se invece sono in compagnia mi diletto sul conteggio di stelle sempre ad occhio nudo, in alcune determinate aree del cielo; oppure se qualcuno degli amici lo possiede, su letture SQM. Cari saluti,
Danilo Pivato
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