Raga, allora….la cosa qui è più che intrigante!
…stanotte raga non mi avete fatto dormire…..stamattina momenti in macchina, con la testa “altrove”, tampono uno, tanto poi ve mandavo il conto hiihihi, dormito nel pomeriggio, sveglio da alcune ore, ormai pranzo quando voi cenate!!!!
Angelo grazie della tua delucidazione in merito ai motivi che inducono torsione, eheheh, da oscuro conoscitore dei vostri bellissimi e invidiati strumenti, la mia mente non mi faceva vedere le cause, ora almeno ho un po’ più di chiarezza. Interessante la tua soluzione ad aspirale, ma il fenomeno “ di spanciamento “ a cui accennavi è dovuto a sollecitazioni di torsione? Come lavorano tali pilastri, ovviamente oltre che a compressione? Quella soluzione inoltre, serve per diminuire il diametro del pilastro, garantendo la stessa performance strutturale rispetto a un pilastro di diametro maggiore?
Il lungo preambolo che avevo fatto nel post precedente, tengo a precisarlo, non è voluta essere, in alcun modo una sorta d’intervento da professorino ( ahahahah io professorino…ma de che! Me stanno pure sui cosiddetti quelli così!! Ahahah ). Dai vostri interventi successivi è stato facile capire che non ho dato questa impressione sbagliata. Benché, cari amici, l’abbia fatto cmq per uno scopo ben preciso: sottolineare che bisogna valutare la predominanza delle sollecitazioni e relative deformazioni in giuoco e ricorrere ad elementi strutturali SPECIFICI, senza infilarci cose in più, SOLO elementi funzionali al compito per il quale sono concepiti, che facciano al meglio il lavoro “ sporco “ senza che vadano poi ad interferire e a ingenerare altre problematiche.
Certo non stiamo progettando una fusoliera, e meno male!!! Lì le sollecitazioni, come del resto sul cassone alare, senza parlare dell’attacco ala-fusoliera… possono essere spaventose, ma che ne sapete dei rivetti che in volo si staccano e vanno in giro nei serbatoi!!!

Sul depliant dell’agenzia di viaggio certo non lo dicono!!! Ci sarà un motivo x cui non prendo l’aereo, no??!!eheheh. Tuttavia Massimo, puoi convenire con me sull’ assoluta somiglianza della problematica!
convengoE poi, “considerazioni inutili”!!!!! Ma che stai a dìììì, cavolo sei un manuale umano!!! Qui sei uno di quelli che ne sa più di tutti!!!
se fossi cosi bravo avrei gia smesso di lavorare........... E lo sai

!!!! Se fossi ricco ti chiederei di poter lavorare per te a GRATIS!!! Naturalmente, negli intermezzi margheritas – bella gnocca spaparanzato su qualche spiaggia esotica, con voi miei ospiti ovviamente!!!
ben ben stipendiato con una bella signorina quasi quasi ci faccio il pensierino.......Il tipo con cui avevi preso contatto, che è facile pensare a chi forse potrebbe essere, ha fatto dei calcoli? O si è espresso in funzione della sua esperienza perché già affrontata? In pratica, la vedo così: una sorta di ibrido soletta-ordinata-corrente aspirale e senza anima? Oppure ha un profilo Ω ( senza curve, ovviamente )? Tipo di sollecitazione per cui è studiata? Flessione e torsione? Non ho mai avuto a che fare con un profilo del genere ( ad aspirale ), ma ragioniamo insieme. Quanto devono essere larghe le spire? Quanto deve essere il passo tra le spire? Valutando questi parametri di progetto che tipo di miglioria apporto alla struttura anche rapportato al peso che ci darebbe la spira stessa? Ci devo pensare un po’ su, ma di primo acchitto non mi sconfinfera, sicuramente avrà una sua rigidezza torsionale e flessionale ma, secondo me forse, fa un po’ tutto ma niente di specifico fino in fondo nei riguardi della flessione e della torsione, ma evidentemente sbaglio. Cmq, io la vedo così: per la geometria che ha, ogni spira si comporta come una molla torsionale, con la sua caratteristica rigidezza torsionale, e va a scaricare tale sollecitazione lungo tutta l’aspirale, che nel complesso avrà la sua rigidezza torsionale.
non è la persona che pensi tu, è un ing. che segue strumentazione astronomica, li per li manco a me è piaciuta, perchè poi col tempo ho capito che non aveva moltissima esp di compositi. questo è il secondo motivo (oltre al costo e alla non eleganza del tutto) per cui non ho dato seguito all'idea. Questione: variazione di temperatura, alluminio – carbonio, deformazione predominante nell’alluminio lineare, la struttura tende a far ruotare il tubo in carbonio! Cicli di variazione di temperatura = mamma mia! Bisogna pensarci bene. Per ora non mi smuovo su ordinate e correnti.
esatto.Questione materiali, Carbonio e ok, Titanio condivido le stesse considerazioni precedentemente fatte da Massimo, alluminio della serie 7000, l’acciaio manco lo considero per la struttura, per altri impieghi lascio a voi, invar. Ecco all’invar ci avevo pensato anch’io, ma non conosco le sue caratteristiche meccaniche, lo conosco per le sua caratteristica peculiare: basso coefficiente di dilatazione termica. Infatti: a una variazione di 1°C un’asta lunga 10 Km si allunga tra 0.8 cm 2 cm, un’asta equivalente di acciaio si allungherebbe di 11 cm, di ottone 19, di alluminio 25.5 cm. L’invar poi è difficile da lavorare, c’è l’invar FM ma soffre di deformazioni spontanee. La NASA è riuscita a produrre l’invar 36 ( ad alta purezza, chi sa quanto costa!), che risulta avere una migliore dilatazione termica e migliore stabilità strutturale, alcune piccole parti sono state usate nella sonda Cassini. Il principale campo d’impiego di tale materiale è nella strumentazione di altissima precisione e nel campo dell’ orologeria ( quindi piccoli pezzetti , non strutturali). Ci si potrebbe fare un pensierino per le celle?
non ho mai approfondito il discorso INVAR piu' di tanto, per cui non mi sento di dare opinioni. Tieni presente pero' che costa un casino........ Ah, altra cosa, l’ottica, le lenti nel caso specifico, sono soggette a dilatazione termica?
ovvio come tutte le lenti, ma se la cella è costruita a dovere nn ci sno problemi.Lavoro a fatica….un conto è per un provino ma per una struttura…ci sono software di calcolo, ma per quel che so io nel campo, i software non sono alla portata del privato, alcune volte progettato a richiesta per quel calcolo specifico a elementi finiti, con processori che lavorano in parallelo giorno e notte per giornate intere, e giga e giga di ram….ho un amico vediamo che se po fa o se cmq si può fare una stima.
un buon software per compositi, che gira in pc, costa dai 6 ai 9000 euroLa mia idea della trave a T in carbonio, ammesso anche che si possano fare gli angoli a 90°, stamane, mentre stavo pe tamponà quello, pensavo: ma sull’anima la direzione delle fibre? L’anima mi lavora a taglio, le fibre non le posso far lavorare così.
occhio: la T la puoi fare dipende da cosa ci devi appendere, se devi avere carichi strutturali non va bene, se - come nel dream - ci attacchi pochi kg
puo' anhce funzionare. Ma mi pare che tutta il suo aggeggio sia un profilato ricoperto da un foglio (per questioni estetiche), che poi lui taglia con una normale taglierina per carbonio. Altre forme le ottieni incollando normalmente profilati e fogli piani.
Bisogna avere il pezzo in mano e valutare bene. Cosi a occhio non si puo' mai essere sicuri.Sul sito della Dream, c’era un’immagine ( non so se c’è ancora ) del tipo con un elemento in carbonio, avente un certo profilo, con angoli non a 90°, ma poco ci manca. Tale “ asta “ appoggiata tra due cavalletti e lui che stà accovacciato sopra in mezzeria!!! Non si possono fare correnti così?
si e
ne ho parlato , sono le strutture ottenute per termoformazioneComunque Massimo, qui se si arriva a una soluzione, ti rimarrebbe tutta la tecnologia e tutti i calcoli di progetto, te toccherà aprire un sito “ MaxCarbonTube “ altro che la Dream…
Ciaoooo, Helio