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Autore Messaggio
MessaggioInviato: domenica 19 giugno 2016, 18:08 
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Iscritto il: mercoledì 15 ottobre 2008, 17:01
Messaggi: 20265
Località: Firenze
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
La Encke e la Cassini dovrebbero avere grosso modo lo stesso contrasto, perchè sono due lacune, cambia solo la posizione sull'anello e quindi il suo albedo, ma la differenza sarà poca. Quello che le differenzia è il diametro.

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MessaggioInviato: domenica 19 giugno 2016, 18:13 
Per l'appunto: il diametro significa contrasto (grandezza del punto o se si vuole larghezza del filo nero (della Encke)) e quindi possibilità di risolverlo più o meno facile.


Ultima modifica di Renato C il domenica 19 giugno 2016, 18:13, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: domenica 19 giugno 2016, 18:13 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 16:41
Messaggi: 23667
Angelo Cutolo ha scritto:
Aggiornato post precedente (aggiunta immagine).

Della serie "le chiacchiere stanno a zero!"
Grande Angelo :D

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MessaggioInviato: domenica 19 giugno 2016, 18:14 
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Iscritto il: sabato 11 febbraio 2006, 12:43
Messaggi: 16149
Località: Milano
Tipo di Astrofilo: Visualista
Renato C ha scritto:
Il tuo esprimento è molto interessante, dovremmo tutti seguire questo metodo quando si fanno confronti. E non per fare il bastian contrario, ma solo per esporti i miei dubbi:
1 )Il seeing che normalmente inficia o riduce le nostre osservazioni e quindi il limite del seeing (normalmente di 0,4" o peggiore) dovuto alla turbolenza nell'alta e nella bassa atmosfera non è certamente quello tranquillo piano terra che tu avevi al momento dell'esperimento.
2) Il cavo scuro sul cielo chiaro è un oggetto ad alto contrasto, mentre ad esempio la Encke è un oggetto a basso contrasto (diverso il discorso per la Cassini che è ad alto contrasto). Per questi motivi quindi risolvere la Encke è infinitamente più difficile che risolvere il cavo elettrico.

Sul seeing non sono d'accordo, quello diurno ad "alzo zero" è solitamente ben peggiore rispetto a quello che ad esempio ho comunemente nelle serate dallo stesso luogo, quello delle foto io lo definisco un bel V antoniadi stabile, mentre io viaggio tipicamente sul III con periodi di II,sono ad esempio molto piu rare le III con periodi di IV, mentre proprio in questa stagione (a parte i monsoni degli ultimi tempi) ho diverse serate da II stabile e qualcuna con I antoniadi.

Sul resto sono d'accordo, la visibilità va di pari passo con il contrasto, la mia prova empirica voleva solo mettere l'accento che la percezione "sub-risoluzione" è un normalissimo effetto dovuto al contrasto trasferito, poi appunto di quanto si possa andare "sub" dipende appunto dal contrasto stesso, ad esempio se facessi le stesse prove un'ora dopo il tramonto con cielo molto piu scuro, dubito seriamente si riuscirebbe a riconoscere il cavo pilota.

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MessaggioInviato: domenica 19 giugno 2016, 18:15 
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Iscritto il: lunedì 19 gennaio 2009, 21:32
Messaggi: 2882
Località: LV426/Acheron
Renato C ha scritto:
Il tuo esprimento è molto interessante, dovremmo tutti seguire questo metodo quando si fanno confronti. E non per fare il bastian contrario, ma solo per esporti i miei dubbi:
1 )Il seeing che normalmente inficia o riduce le nostre osservazioni e quindi il limite del seeing (normalmente di 0,4" o peggiore) dovuto alla turbolenza nell'alta e nella bassa atmosfera non è certamente quello tranquillo piano terra che tu avevi al momento dell'esperimento.
2) Il cavo scuro sul cielo chiaro è un oggetto ad alto contrasto, mentre ad esempio la Encke è un oggetto a basso contrasto (diverso il discorso per la Cassini che è ad alto contrasto). Per questi motivi quindi risolvere la Encke è infinitamente più difficile che risolvere il cavo elettrico.

Sì, l'esperimento va preso come "indicativo". Cioè che conta per vedere/non vedere la enne è il contrasto fra la sua figura di diffrazione e le aree circostanti. Sicuramente l'esperimento non ha riprodotto il contrasto del caso specifico e non ha riprodotto il seeing. Prova che è possibile vedere la figura di diffrazione di un oggetto che non può essere risolto. Non prova che le specifiche condizioni della figura di diffrazione della Encke la rendano visibile.
C'è poi un secondo problema nella Encke: il contrasto fra gli anelli A e B (o fra A e il cielo) tende ad indurre la percezione di strutture inesistenti nel punto di transizione.

fabio_bocci ha scritto:
La Encke e la Cassini dovrebbero avere grosso modo lo stesso contrasto, perchè sono due lacune, cambia solo la posizione sull'anello e quindi il suo albedo, ma la differenza sarà poca. Quello che le differenzia è il diametro.

No, quello che conta è il contrasto fra la figura di diffrazione della Encke e della Cassini. Un filo nero di 0.5" "sbrodolato" su 1" d'arco (per fare un esempio) è un grigio al 50%. Un filo nero di 0.05" sbrodolato sullo stesso secondo d'arco è un bianco al 95% (slo 5% di contrasto).

Comunque, sempre sulla questione "vedere" e "risolvere". Titano "risolto" in 60 cm vs la figura di diffrazione di Tritano in 15 cm.
http://visualsky.blogspot.it/2010/04/gr ... zione.html


Ultima modifica di Angelo Cutolo il domenica 19 giugno 2016, 18:55, modificato 1 volta in totale.
Uniti post consecutivi.


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MessaggioInviato: domenica 19 giugno 2016, 18:25 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 16:41
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Credo che l'esperimento abbia dimostrato quello che si doveva dimostrare e cioè smentire l'affermazione secondo cui la fisica impone che un oggetto filiforme non sia visibile con diametri che non rispettano il limite di dawes (o altri analoghi)... che, per inciso, ricorderei che si riferiscono a soggetti puntiformi. Non chiediamogli altro e abbiamo l'umiltà di ammettere di esserci sbagliati ;)

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MessaggioInviato: domenica 19 giugno 2016, 18:36 
Credo che Xeno ci abbia invece appena dimostrato che il risolvimento del cosidetto "filo nero" dipende strettamente dal contrasto e da altri fattori.


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MessaggioInviato: domenica 19 giugno 2016, 18:41 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 16:41
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Che non è quello che contestavate a Mario e Dedo e che ha "ispirato" l'esperimento di Angelo

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MessaggioInviato: domenica 19 giugno 2016, 18:45 
Tuvok, mi sa che non hai letto le ultime 12 pagine..


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MessaggioInviato: domenica 19 giugno 2016, 18:49 
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mario de caro ha scritto:
@Stevedet

Per quanto riguarda la pupilla d'uscita affaticante, dovresti dire il motivo dell'affaticamento e come mai il tuo strumento dia questi problemi.

Mi sono ricordato che ti dovevo una risposta. Lo strumento non c'entra nulla; anche se foro con uno spillo da sarta (circa 0,5mm si sezione) un cartoncino nero e ci guardo di giorno attraverso, trovo l'osservazione decisamente più sgradevole rispetto a fare un foro con un chiodino di almeno 1mm...
Poi, per carità, ho avuto in passato un 100ED che mi restituiva immagini secche e ci osservavo i pianeti a 200x (e la luna anche oltre). Ribadisco che trovo molto più riposante, in quanto fisiologicamente più adatta al nostro occhio, una lunga osservazione fatta agli stessi ingrandimenti col mio attuale Gso 12" (p.u. sempre superiore a 1mm) così come trovo più comodo dormire su un materasso Tempur piuttosto che su un tappetino da campeggiatore (che pur ho utilizzato per tanti anni nelle mie vacanze moto+tenda) :D

Cita:
Di solito su Giove mi tengo tra 350 e 470 x...
Ovvero p.u. 0,4-0,3 in binocolare... Ancora più da fachiro, per i miei gusti. Ma come si sa, de gustibus... :thumbup:

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Stefano
Binocoli: Nexus 100; Vortex Vulture 10x50; Pentax Papilio 6,5x21
Telescopi: Dobson GSO 300 deluxe; WO Zenithstar 66SD


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