> Danilo Pivato scriveva....
Credo che la cosa più semplice a questo punto, e che inviterei tutti a fare, è un piccolo
quanto semplice esercizio a conferma della difficoltà della percezione dei colori a basse
condizioni di luminosità.
L'ho giusto appena stampato e aspettavo di fare le prove sotto un cielo buio; ho già provato in camera e i risultati sono stati in parte sorprendenti (mi è anche saltato fuori un arancione che non c'era sul foglio e che non ho mai visto sul cielo notturno:) ).
La cosa più interessante sarebbe poter illuminare il foglio in maniera da riprodurre ESATTAMENTE una determinata luminosità superficiale, per esempio mag 15/arcsec2, per fare un paragone con quello che si vede in cielo. In tal maniera, uno potrebbe simulare cosa succede al tipico livello di visione fotopica, mesopica e scotopica, ed investigare anche i confini personali delle tre visioni. Pensate che una volta tarata la sorgente illuminante e la distanza con il foglio, si potrebbe fare uno star party e far vedere il foglio a tutti man mano che aumenta l'illuminazione.
Partendo dall'articolo di Gasparri (un piccolo capolavoro) e dal fatto che il sistema occhio-cervello di ciascuno è diverso, penso proprio che ci sarebbero grandi discordanze in quello che si vede fin quando non si sia raggiunta una buona illuminazione (in visione pienamente fotopica).
L'unica cosa che mi manca è qualche formuletta per convertire la magnitudine superficiale con l'intensità d'illuminazione.
Più scientifico di così!

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Lasciate che i fotoni vengano a me
Paolo Beltrame
Circolo AStrofili Talmassons
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