ivan86 ha scritto:
Insomma la Scienza ha già risposto ampiamente a tutti questi terribili enigmi che affliggono noi poveri astrofili, poi c'è chi come me si impegna per capirli e farli propri e invece chi preferisce fare orecchie da mercante e rimanere delle proprie convinzioni.
Sì, ma questo vale nel mondo delle fate. Il mondo reale è un'altra cosa. E non lo dico solo io, me lo dice chiunque abbia passato almeno 20 anni della propria vita a lottare con i progetti di apparati (e non solo ottici, chiaramente).
La teoria deve servire per avere un'idea di come si comporterà il sistema (in questo caso particolare il telescopio), prevederne in gran parte il comportamento e progettarlo, ma è la pratica che ti dice se funziona e quanto il progetto è vicino alla teoria. Non a caso QUALUNQUE progetto viene sottoposto a test proprio per verificare che sia così e molto spesso il progetto viene aggiustato proprio a valle dei test. E questo (banale) non perché la teoria sia sbagliata, semplicemente perché nell'applicazione della teoria ci sono così tante variabili (ogni volta che si dice "in prima approssimazione", per esempio...

) che non possono essere tutte considerate in pratica, si fanno delle ipotesi che non sempre valgono nella realtà... Non a caso l'ottica geometrica, visto che è stata citata, non è affatto precisa, anzi, è un'approssimazione al primo ordine con la quale non si riescono a prevedere tutte le aberrazioni.
Ora, cercando di tornare IT e parlando di questo particolare test, sono d'accordo che abbia poco senso ma non perché papà Maxwell ci ha già detto come va il mondo: papà Maxwell ragionava su un mondo che va rapportato alla realtà. Nessuno si permetterebbe o si è mai permesso (sì, anche quelli che hanno sacrificato una vita

), nell'ambito scientifico, di dare per scontato un risultato senza averlo verificato in virtù di un'integrale. E la verifica deve essere rigorosa. Ricordiamoci che non parliamo banalmente della risoluzione angolare di un 40cm contro un 20cm (la risposta è banale) ma di un qualcosa che deve essere acquisito, sommato e elaborato. E poi trasporto, montaggio (fattori che influenzano le scelte soggettive e quindi queste davvero
verità assolute insindacabili) e poi (visto che pochi ne hanno parlato) sensibilità al vento e alla temperatura, qualità delle meccaniche, robustezza del fuocheggiatore, tenuta della collimazione...
Credo abbia poco senso semplicemente perché non ci sono informazioni utili per decretare la "vittoria" (se proprio un vincitore dobbiamo identificare) dell'uno o dell'altro in questo particolare campo di applicazione.
Se poi la vogliamo ridurre a "raccoglie più luce un telescopio da 140 o uno da 200" o "è minore il limite teorico di un 140 o di un 200"... Credo che la risposta sia sul mio libro di elettromagnetismo delle medie
