E' purtroppo comune parlare male degli Sc senza conoscerne a fondo caratteristiche e funzionamento, e manomettere il telescopio senza averne le capacità e le conoscenze.
Il foro sulla lastra è più abbondante del diametro del secondario probabilmente a causa delle necessità tecniche relative alla fabbricazione della lastra correttrice.
https://it.wikipedia.org/wiki/%C3%85ngstr%C3%B6mIl problema del secondario che si muove,
sicuramente non da nuovo di fabbrica, è dovuto al fatto che lo si è manomesso o forzato nella sua sede.
Il fatto che il secondario si muova è un falso problema che però è causa di purtroppo universali e immortali leggende metropolitane.
Il secondario è
sferico e come tutte le sfere quando viene colpito da un raggio di luce lo riflette verso l'osservatore, ma anche in un ampio angolo.
Per centrare correttamente il secondario sulla lastra è sufficiente prendere un righello millimetrato e posizionarlo al centro della lastra prendendo le misure a ore
12, a ore
[b]3[/b], a ore
6 e a ore
9, e bloccandolo in questa posizione.
La lastra correttrice non è un comune pezzo di vetro, ma ha una sua particolare e complessa figura ottica:
https://en.wikipedia.org/wiki/Schmidt_corrector_platee va posizionata nel giusto verso. Poichè è praticamente impossibile vedere ad occhio nudo (nemmeno servendosi di un righello o altri attrezzi) quale sia la sua faccia lavorata, su un lato della lastra sono incisi dal costruttore dei numeri e dei segni sul bordo. Questi numeri sono visibili per trasparenza in controluce. Se si smonta la lastra questa deve essere correttamente riposizionata ponendo la faccia della lastra con questi numeri verso l'osservatore e orientandoli sulla cella a ore
3.
La lastra va poi correttamente centrata sulla cella e distanziata sul bordo con degli spessori di cartocino o di sughero, in genere
4 disposti a
90° l'uno dall'altro. Questi spessori sono sistemati in fabbrica al banco ottico e quindi in caso di smontaggio bisogna prendere i riferimenti del caso.
Fatto questo la lastra va fissata alla cella con la sua flangia di plastica. La lastra deve essere ben fissata in modo che non possa muoversi, ma non va stretta eccessivamente per evitare tensionamenti.
La collimazione attraverso lo star-test assicurerà il centraggio perfetto delle ottiche rispetto al primario.
Leggevo alcune critiche sul fatto che il tubo non sia adeguatamente annerito. Non è vero. I tubi della Celestron sono trattati internamente con una vernice assolutamente opaca che non manda riflessi, ma questa è solo una prima parte del meccanismo di sottrazione della luce riflessa, la seconda parte è attuata dal paraluce nel quale viene convogliato il fascio ottico. Questo paraluce internamente è costituito da finissimi diaframmi (millerighe) che annullano la restante luce riflessa.
Il primario scorre sul tubo del paraluce su un velo di grasso speciale che ne assicura la scorrevolezza e la precisione assiale. Nel caso venga rimosso (perchè?) occorre ripristinarlo nella giusta misura e quantità.
Quindi non c'è niente di magico, basta conoscere a fondo il telescopio,e possibilmente non manometterlo.
Ho letto in un messaggio precedente di un telescopio portato in officina dove il secondario veniva fatto ruotare e puntandogli contro un laser se ne notava lo "sfarfallamento". Senz'altro molto scenografico, ma ho molti dubbi che un mandrino che assicura una precisione assiale di un centesimo di millimetro su un pezzo meccanico, possa essere utilizzato per giudicare la precisione dell'assialità ottica in rotazione di un fascio laser dove invece dei centesimi di millimetro si dovrebbe parlare di
angstrom!.
https://it.wikipedia.org/wiki/%C3%85ngstr%C3%B6m