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Autore Messaggio
MessaggioInviato: mercoledì 7 marzo 2012, 15:44 
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fabio_bocci ha scritto:
sarebbe interessante trovare dei dati ufficiali controllati astrometricamente, e non desunti magari automaticamente da immagine scannerizzate

Ma non sono dati ottenuti a caso o a grossolanamente :)
Sono magnitudini registrate in maniera differente.

Da wikipedia:

Cita:
Metodi di misura
La misura della magnitudine viene complicata dal fatto che gli oggetti celesti non emettono radiazione monocromatica, bensì distribuita su un proprio caratteristico spettro. Per questo è importante sapere in quale regione di tale spettro stiamo osservando. Nel tempo si sono affermate tre principali bande in lunghezza d'onda: U (centrata attorno a 350 nm, nell'ultravioletto vicino), B (circa 435 nm, nel blu) e V (circa 555 nm, nel mezzo dell'intervallo di sensibilità dell'occhio umano). La banda V è stata scelta perché fornisce magnitudini molto simili a quelle viste dall'occhio umano, e quando un valore di magnitudine apparente è fornito senza altre spiegazioni, si tratta in genere di una magnitudine V, chiamata anche magnitudine visuale. La banda B è invece rappresentativa della sensibilità delle pellicole fotografiche.


;)

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MessaggioInviato: mercoledì 7 marzo 2012, 15:54 
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Si, ma questa è un'altra cosa, da tenere in considerazione, beninteso. Mi riferisco anche al fatto che in alcuni cataloghi di stelle ci sono addirittura digitalizzati gli spikes del telescopio col quale sono state riprese le immagini stellari di stelle molto intense, nonchè anelli di stelline tutto attorno. Se ad esempio in Stellarium si installano ulteriori cataloghi appaiono anche questi artefatti, a seconda dei cataloghi installati. Questo a suo tempo mi ha fatto diventare un pò sospettoso, diffidente ed anche schizzinoso sull'origine dei cataloghi medesimi.

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Ultima modifica di fabio_bocci il mercoledì 7 marzo 2012, 17:06, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: mercoledì 7 marzo 2012, 16:08 
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Credo che lì non ci si possa far nulla.
Le immagini del DSS e del SDSS hanno tutte quante questo "problema".

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MessaggioInviato: mercoledì 7 marzo 2012, 16:46 
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La verifica della magnitudine limite raggiunta in una foto amatoriale è un discorso un po' più complesso di quanto può sembrare a prima vista.
Bisogna capire infatti che il termine "magnitudine" stellare va riferito ad un sistema fotometrico, ed al proprio sistema di ripresa. Ovvero, esistono cataloghi che riportano le magnitudini in banda V, in banda R, ecc. (ed all'interno di una stessa banda fotometrica, differenti valori a seconda del catalogo di riferimento, da cui spesso i valori discordanti riportati sui software planetari in uso a noi astrofili), ed in nostro sistema di ripresa (telescopio+CCD) ha una sua risposta che può approssimare una determinata banda fotometrica (anche se non si usano filtri). Per esempio una ST8 ha una curva di sensibilità spostata verso la banda R, mentre una STL-11002 verso la banda V. A seconda del tipo di sensore in uso, si deve adottare di conseguenza il sistema fotometrico più adatto. Le stelle registrate sulla nostra immagine, a meno che non abbiano un indice di colore pari a 0 (perfettamente "bianche" come Vega), mostreranno perciò un'intensità (e quindi una "visibilità" sulla nostra immagine) che è una convoluzione della loro curva di emissione (banalizzando, il loro "colore") e della sensibilità spettrale del nostro chip.

fabio_bocci ha scritto:
sarebbe interessante trovare dei dati ufficiali controllati astrometricamente, e non desunti magari automaticamente da immagine scannerizzate.


Secondariamente i cataloghi astrometrici non è detto che siano buoni anche per la fotometria (calcolo della magnitudine delle stelle di campo). E' noto infatti che parecchi cataloghi di riferimento astrometrico molto diffusi (ad esempio GSC, USNO, ecc.) pur essendo abbastanza precisi ai fini dell'astrometria, non è detto che lo siano per la magnitudine delle stelle, presentando spesso deviazioni di diversi decimi, fino anche ad una magnitudine, rispetto ai valori effettivi misurati fotometricamente.

Quindi, se non teniamo conto dei fattori descritti sopra, si possono facilmente commettere degli errori nella stima della propria magnitudine limite di una grandezza, od anche più. Un approccio semplificato ma accettabile potrebbe essere:
1) determinare a quale sistema fotometrico di riferimento meglio si approssima la strumentazione in uso
2) cercare un catalogo (possibilmente fotometrico) che riporti le magnitudini degli oggetti nel campo di interesse nella banda di riferimento
3) verificare qual'è la stella più debole registrata sulla nostra immagine, e vedere qual'è il suo valore di catalogo in quella determinata banda

Un approccio piu rigoroso comporta la calibrazione fotometrica del proprio sistema di ripresa su un campo stellare di riferimento (per esempio le sequenze di Landolt), e poi riprendere un campo stellare ben calibrato fotometricamente (per esempio le sequenze di Henden, ecc.) che vada bello profondo fino ad arrivare alla magnitudine limite necessaria.

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