Le formule forniscono la magnitudine limite al 50% di probabilità di visione (stelle abbastanza ben visibili con continuità). La magnitudine limite riportata nella scala di Bortle rappresenta invece il valore estremo che si può ottenere osservando con molta attenzione e per brevi tratti (con discontinuità).
Quando ho visto M81 a occhio nudo, in Val Visdende (
http://visualreports.blogspot.com/2011/ ... -2183.html ), con cielo di 21.80-21.85, la stellina di 7.11 accanto (HD87703) era visibile con discreta continuità (non solo per me ma anche per altri tra cui ricordo Mauro Narduzzi che l'ha classificata come abbastanza abbastanza ovvia). Questi valori nel grafico corrispondono alla parte più sfumata in alto della curva .
La magnitudine limite in ogni caso non dipende solo dalla brillanza del fondo del cielo. Dipende anche dalla estinzione. Se l'estinzione è elevata, a parità di buio, la magnitudine limite è più bassa (tanti decimi quanto l'estinzione). Se l'estinzione è bassa la magbnitudine limite è piuù alta.
Per fare un cielo Bortle 1 (o 2) non basta che ci sia il buio di 21.90 (21.70-21.80 per Bortle 2). Serve anche una estinzione minima, che si ottiene se l'atmosfera è secca (Arizona, Chile ecc.) e/o se ci si trova in quota con lo strato peggiore di aria sotto.
La scala di Bortle, in un certo senso, è più rappresentativa della qualità del cielo del semplice valore SQM. Un buon SQM e un con minima estinzione sono i due ingredienti.
gvnn64 ha scritto:
A proposito dell'inquinamento luminoso provocato dalla Via Lattea (!), secondo voi la Via Lattea estiva di quanti decimi di magn. alza le lutture dello SQM-L? E' possibile di 0.1 o 0.2 (spannometricamente)?
Se usi la versione L leggi la brillanza della sola Via Lattea. Le parti più brillanti nell'emisfero Nord sono più brillanti di 21 (nel Sagittario non ne parliamo). Puoi vederlo in questa mappa emisferica da Yellowstone (SQM 21.80).
http://www.nature.nps.gov/air/lightscap ... _1_pol.jpg