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Dicevo, dunque, che sono riuscito a convincere il proprietario a cedermi la costruzione con 15.000 mq di pascolo. Devo dire che il merito non è stato soltanto mio, ma devo condividerlo con la fatina (il geometra) e mia moglie Antonella. Torno un attimo indietro.
Era il solito sabato che usavo per le mie ricerche sui monti del veronese insieme ad Antonella. Avevo iniziato il giro salendo dalla parte meno frequentata della Lessinia (per chi la conosce, è quella di fronte al Monte Baldo, via Breonio, Fosse, Sant’Anna d’Alfaedo), sperando di avere più fortuna rispetto ai 104 sabati precedenti; ci siamo poi spinti sino ad Erbezzo, ma lo spirito non era più battagliero, cominciavo a dare segni di cedimento. I continui rifiuti ricevuti dagli abitanti delle montagne veronesi mi stanno tarpando le ali; dopo un ultimo sguardo alle cime ancora innevate soprastanti il comune più alto della Lessinia, ho diretto la macchina verso la quota padanica, pensando che non avrei mai realizzato l’ultimo grande sogno. A metà strada mi viene un ritorno di entusiasmo e mi addentro in una stradina che abbandona la grande discesa verso la pianura. Dopo qualche chilometro vedo un rustico che domina rispetto alle altre alture e mi avvicino. Poco più sotto vedo due persone che parlano tra loro, piegate sul cofano di una macchina, intente a guardare un grande foglio. Mi avvicino, scendo dall’auto e, senza più collegare la bocca al cervello, dico: “quanto costa quel rustico?”. I due si guardano per qualche secondo e poi scoppiano a ridere. Allora, cosciente di aver fatto una figura da pirla (linguaggio universale, anche i cinesi lo capiscono), mi presento e racconto della mia passione. Uno dei due mi dice “Lei è fortunato, io sono geometra, mi lasci il suo numero di telefono che le faccio sapere”. E dopo qualche giorno, puntuale, il geometrino mi chiama, mi chiede cosa voglio esattamente e mi dà appuntamento per un tour di ruderi in zona. Ed al primo sopralluogo resto incantato e senza parole. Salito sul suo fuoristrada in zona umana, ci arrampichiamo per un’erta paurosa che mi permette di vedere solo il cielo, senza sapere dove girano le ruote; come d’incanto la stradina spiana e si apre una visione da favola: un pascolo verdissimo, in lontananza la dorsale del Baldo completamente innevato e, poco più in là, due costruzioni adiacenti, una casa ed una stalla. Prima ancora di scendere dalla macchina gli dico “lo voglio”. “Calma”, mi dice il geometra, “La guardi prima! E poi, non so neanche se il proprietario vende”. “Cosa? Ma perché mi ha illuso?”. Così mi racconta che il proprietario, un anziano allevatore, sposato e senza figli, qualche tempo prima gli aveva detto che la salute non andava al massimo e che avrebbe fatto sempre più fatica a portare le bestie al pascolo.
Eccoci dunque a casa sua, con geometra e rispettive consorti; queste ultime simpatizzano subito e si alleano contro l’anziano allevatore il quale, dopo tre ore abbondanti di tira e molla, appone la sua firma sul contratto preliminare, che il geometra aveva già predisposto nel suo studio già dalla sera prima.
Finalmente, dopo due anni il grande giorno è arrivato!
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Geppe
P.S. Ragazzi, grazie a tutti! Ma non esagerate (Matteo)!
Wide, se sal verso Portello, quando ti sembra che la strada sia finita, guarda sulla cima del monte, vedrai il pennone (!) della gru, piccolo piccolo!
Vittorino, abbi la pazienza di seguire il mio racconto (Che ba..e!) e vedrai che sorpresa

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